Hai sempre voluto salire a bordo della Stazione Spaziale Internazionale? Da oggi puoi, grazie a Google che permette ad ogni persona di simulare l’esperienza di trovarsi a bordo dell’ISS. Street View permette di muoversi all’interno della Stazione e visitarne gli ambienti caratteristici, proprio come se ci si trovasse all’interno di un museo, solo a circa 400 km di altitudine. Comincia il viaggio verso il più duraturo avamposto umano nello spazio, almeno fino ad oggi…
Le origini del progetto ISS sono ormai lontane, ma rimane da molti considerato una delle conquiste più alte mai raggiunte dall’umanità. La prima idea di una stazione internazionale risale al 1984, quando la NASA ha trovato l’appoggio di Europa, Giappone e Canada per quella che si sarebbe successivamente concretizza sottoforma di ISS. L’ultimo membro del progetto, la Russia, ha aderito nel 1993 diventando così il 5 partner. Bisogna attendere il 1998 per vedere il lancio del primo modulo della Stazione: si trattava del russo Zarja, seguito poi dallo statunitense Unity.
Oggi la stazione è completa, considerando l’ultimo modulo lanciato, chiamato Nauka. Vista in pianta è facile associarla ad una croce: la sua struttura si sviluppa sostanzialmente lungo due direzioni. Quello che gli antichi Romani avrebbero chiamato cardo è costituito dai moduli pressurizzati, che a loro volta si dividono in segmento russo e segmento americano. Il decumano è costituito dalla struttura delle intelaiature (Integrated Truss Structure), riconoscibili grazie ai pannelli solari che vi sono connessi.
Con l’inzio del nuovo millenio i primi uomini hanno messo piede all’interno della Stazione Spaziale Internazionale: era il 31 Ottobre 2000 per quella che sarebbe passata alla storia come Expedition 1. Il record di primo astronauta europeo è toccato ad un italiano: Umberto Guidoni il 19 Aprile 2001 è stato lanciato con lo Space Shuttle Endeavour con destinazione ISS. Gli altri italiani che fino ad oggi sono saliti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sono:
Proviamo ad immedesimarci nei nostri connazionali che hanno vissuto e lavorato all’interno dell’avamposto spaziale umano più avanzato mai costruito fino ad ora. Il nostro viaggio inizia, nemmeno a farlo a posta, da quello che forse è il modulo più famoso: “la stanza” con la migliore vista in assoluto.
Questo link ci porta all’interno della Cupola: subito appare il paesaggio mozzafiato che ha come protagonista la Terra. Gli astronauti possono guardare in qualsiasi momento il Pianeta grazie alla speciale struttura costituita da 6 finestre di forma trapezioidale. Queste circondano quella centrale di forma circolare, con un diametro di 80 cm: di fatto la finestra più grande presente nello spazio. A protezione della Cupola sono presenti delle serrande per evitare possibili danni dovuti a contaminazioni e collisioni.
I progettisti di Thales Alenia Space Italia non ne hanno fatto solo un modulo panoramico, ma anche di controllo. Infatti al suo interno è possibile controllare l’avvicinamento dei veicoli in arrivo o in partenza dalla ISS. In più è previsto il coordinamento per le attività extraveicolari EVA. Per adempiere a questi obiettivi prevede al suo interno attrezzature e postazioni di comando, tra le quali quella del braccio robotico.
Entriamo con questo link all’interno del fiore all’occhiello dell’ESA, ancora una volta di matrice italiana, è rappresentato dal laboratotio polifunzionale Columbus. Rappresenta il fulcro della ricerca attraverso le molteplici possibilità di condurre esperimenti. Permette di trasportare all’esterno i soggetti dell’esperiemento grazie a 4 apposite piattaforme. Il centro di controllo a Monaco coordina le attività di Columbus, fornendo anche un punto di accesso alla comunità scientifica che richiede lo svolgimento di specifici esperimenti.
I 5 moduli sperimentali presenti a bordo del Columbus si concentrano su varie aree:
Qui entriamo all’intero di Destiny, uno dei moduli più grandi dell’intera ISS. É adibito allo svolgimento di tutta una serie di esperimenti rivolti al miglioramento delle condizioni umane: salute, sicurezza e qualità della vita. In particolare monitora le risposte fisiche in ambienti caratterizzati dalla microgravità e delle estreme condizioni spaziali.
Entriamo ora nel modulo della JAXA, l’agenzia spaziale giapponese. Ancora una volta siamo all’interno di un laboratorio: ciò lascia intuire quale siano i compiti assegnati ai vari astronauti che soggiornano sull’ISS. Il suo nome tradotto significa speranza e le sue attività sono rivolte a esperimenti scientifici di vario genere, in particolare di natura medica e rivolti all’educazione.
Qui accediamo letteralmente alla porta verso lo spazio. Le due tute spaziali in primo piano possono voler dire soltanto una cosa: questo è il modulo che permette le attività extraveicolari degli astronauti (EVA). Il modulo è diviso in due: da un lato c’è la sezione equipaggiamento necessaria per il mantenimento in servizio delle tute. L’altro lato prevede la sezione dell’equipaggio, cioè dove effettivamente gli astronauti si posizionano per uscire verso l’esterno della ISS.
Dulcis in fundo, qui entriamo nel cuore del segmento russo. Il modulo Zvezda, chiamato anche modulo di servizio, è stato originariamente concepito come centro di controllo di bordo dell’intera Stazione Spaziale: dal controllo del volo, al sistema propulsivo, passando per le comunicazioni, fino al supporto vitale. Con il tempo questi compiti sono stati trasferiti ad altri moduli. Oggi è diventato il laboratorio di ricerca polifunzionale più importante della ISS.
Questi sono solamente alcuni dei moduli che compongono la ISS: altrettanto importanti sono i cosiddetti nodi che congiungono i vari ambienti. All’appello mancano quindi ancora alcuni moduli, ma seguendo le indicazioni di Google Street View è possibile visitarne 17. Inoltre, una guida approfondita sui moduli e sui sistemi presenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale è reperibile a questo link della NASA.
L’impulso della ISS al settore spaziale è innegabile, ma il riflesso su tutti gli altri settori viene spesso trascurato. Basti pensare che poco più di 20 anni di esperimenti all’interno della ISS hanno prodotto più di 2000 pubblicazioni scientifiche, di cui diverse non legate al campo prettamente spaziale. Citiamo ad esempio quelle relative al settore medico e biologico, alle scienze sociali, al settore dei materiali, fino a quelli matematici e informatici. Gli obiettivi possono essere così riassunti:
Parecchi nuovi programmi spaziali si basano sull’onda dell’esperienza del progetto ISS: pensiamo alla recente Stazione Spaziale Cinese, al Lunar Gateway, oppure ai progetti privati che mirano, più o meno realisticamente, a favorire la permanenza di turisti in orbita. Intanto il futuro della ISS sembra essere definito per i prossimi anni; tuttavia la fine del decennio potrebbe mettere la parola fine alla Stazione Spaziale Internazionale. Ai posteri l’ardua sentenza.