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Il futuro della ISS tra accordi delle agenzie e nuove stazioni spaziali

Immagine della International Space Station del Maggio 2011.

Immagine della International Space Station del Maggio 2011.

La ISS, Stazione Spaziale Internazionale, è al suo ventesimo anniversario in orbita terrestre bassa (LEO – Low Earth Orbit). Il futuro della ISS, nata principalmente per svolgere esperimenti in microgravità, dipende dai programmi previsti dalla NASA ma anche degli accordi esistenti con le altre agenzie internazionali in gioco.

La ISS costituisce un progetto multinazionale, infatti, è gestita da 5 agenzie spaziali: ESA (European Space Agency), NASA (National Aeronautics and Space Administration), Roscosmos (Agenzia Spaziale Russa), CSA-ASC (Agenzia Spaziale Canadese) e JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency). La stazione spaziale orbitare ad una quota variabile tra i 330 e 410 km dalla superficie terrestre. E’ caratterizzata da un periodo orbitale di circa 90 minuti, compiendo quindi 15 orbite al giorno attorno al nostro globo.

Programmi spaziali e accordi, nuovi scenari per il futuro della ISS

Il mantenimento in orbita della ISS, e quindi il suo futuro, è frutto di impegni economici e accordi di diversi membri collaboratori della NASA. Al giorno d’oggi, non solo si è giunti vicino allo scadere dei patti tra gli stati sopra citati, ma anche i moduli spaziali hanno superato o sono vicini al limite di vita per il quale erano stati progettati. Pertanto le agenzie spaziali si stanno preparando al giorno in cui dovranno abbandonarla definitivamente.

Gli astronauti Thomas Pesquet e Akihiko Hoshide durante una passeggiata spaziale di manutenzione per la stazione spaziale ISS. Crediti: NASA.
Gli astronauti Thomas Pesquet e Akihiko Hoshide durante una passeggiata spaziale di manutenzione per la stazione spaziale ISS. Crediti: NASA

Ci sono diverse proposte in gioco tra le quali: smaltimento, deorbitazione, spostamento in orbite cimitero o progetti che prevedono il riutilizzo di alcuni moduli. Attualmente la ISS perde circa 2 km di quota al mese a causa dell’attrito della stessa con gli strati alti dell’atmosfera. Per questo la stazione deve essere riportata in su periodicamente, correggendo di fatto altitudine e assetto.

Nel 2024 scadranno molti accordi formali tra la NASA e i suoi partner internazionali per il mantenimento in orbita della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Durante il 36-esimo Space Symposium, a Colorado Springs, l’amministratore della NASA Bill Nelson, ha proposto il prolungamento del termine di esercizio almeno fino al 2030. Insieme ad esso, diversi altri attori di grandi agenzie spaziali sono stati di comune accordo. Tra questi Giorgio Saccoccia (Agenzia Spaziale Italiana), Josef Aschbacher (ESA), Walther Pelzer (DLR tedesca) e Philippe Batiste (CNES francese).

Il futuro della ISS, tra programmi di Russia e Cina

Nella conferenza è stata anche discussa la volontà della Russia di uscire dal programma entro il 2025, per portare in orbita una propria stazione spaziale indipendente. Queste, come afferma Nelson, non sono notizie ufficiali ma solo notizie riportate dalla stampa o in comunicazioni via social network. L’amministratore della NASA si è mostrato diffidente sul fatto che gli accordi con la Roscosmos possano giungere al termine, dato che la loro unione ha antichissime radici: galeotta fu la missione Apollo-Soyuz nel lontano 1970.

Sfortunatamente l’amministratore non pensa lo stesso nei confronti dell’agenzia spaziale della Cina, la quale non ama condividere le sue conoscenze nell’ambito delle missioni spaziali. Inevitabilmente, una collaborazione in un programma spaziale civile e trasparente come quello della ISS farebbe crollare i loro requisiti.

Tiangong 3 è la prima stazione modulare di quella che sarà la stazione spaziale cinese, in corso di realizzazione tra il 2021 e il 2023. La stazione spaziale avrà una orbita con inclinazione di 43°, per permettere il lancio dal centro spaziale della Jiuquan, a nord della Cina. Orbiterà in orbita terrestre bassa, LEO, ad una quota compresa tra i 340 e 450 km.

Stazione spaziale cinese Tiangong 3, il palazzo celeste.
Stazione spaziale cinese Tiangong 3, il palazzo celeste.

La sua realizzazione è stata fortemente voluta dal governo cinese, per interrompere i legami con il programma che vede protagonista la ISS e giocare un ruolo centrale nel panorama satellitare. La stazione spaziale avrà un design modulare, prendendo spunto dalla ISS. La sua interezza sarà definita da diversi moduli lanciati separatamente ed uniti successivamente in orbita.

Il ruolo dell’Italia e le future stazioni commerciali

La stazione spaziale cinese a livello commerciale ha già cominciato ad attirare clienti come ad esempio la CEO. Quest’ ultima gestisce oggi diversi servizi commerciali a bordo della ISS. Il contributo di partecipazione al programma cinese da parte di altri stati vede protagonista anche l’Italia. In particolare, si tratta della realizzazione di un modulo pressurizzato da parte della Thales Alenia Space. A tal proposito l’Italia viene posta ad un bivio ed è costretta a decidere quale strada intraprendere. Nello specifico, la sua volontà sarebbe quella di prendere parte all’ambizioso programma Artemis, tuttavia la NASA è contraria alla collaborazione con il progetto cinese.

Le stazioni spaziali commerciali saranno operative al termine della vita della ISS, o almeno si spera come affermato dall’amministratore Nelson. Una protagonista sarà Axiom (Meet Ax-1, The Beginning of a New Era — Axiom Space) che ha accordato un futuro aggancio di un modulo abitato al nodo 2 della ISS. Quando la ISS sarà deorbitata la stazione Axiom verrà sganciata e resa una stazione indipendente. Il suo scopo sarà quello di fornire un laboratorio per svolgere esperimenti in microgravità e test su materiali più critici per lo spazio. L’accesso alla prima infrastruttura residenziale dello spazio sarà reso possibile non solo a professionisti, ma anche ad astronauti privati.

Articolo a cura di Giada Brandi