Nonostante l’emergenza mondiale dettata dall’epidemia da Covid-19, il 2021 ha saputo regalare tanti colpi di scena nell’ambito dell’esplorazione spaziale. Il concetto di turismo spaziale ha avuto modo di trovare concretezza grazie all’azione di agenzie governative e private, arrivando a lanciare in orbita anche la legenda della serie sci-fi Star Trek. L’esplorazione ha regalato tante novità, partendo dagli importanti risultati ottenuti dalle missioni marziane e arrivando alla scoperta di esopianeti e del primo pianeta Earth-like extra-galattico. Riviviamo al meglio tutti gli highlights, proviamo a ricordare i momenti più importanti arrivati dallo spazio di questo 2021.
Tutti i momenti salienti del 2021 in arrivo dall’orbita terrestre e dallo spazio più profondo.
Finalmente è arrivato il lancio del nuovissimo James Webb Telescope operato dalla NASA. L’immissione in orbita del successore dell’Hubble è avvenuta proprio nel giorno di Natale, come un super regalo per la comunità scientifica che permetterà di indagare sulle origini del Cosmo. Il telescopio formato da diciotto specchietti esagonali di berillio e oro capterà e racconterà quanto accaduto più di 13 miliardi di anni fa.
Il più grande osservatorio astronomico in orbita sarà in grado di investigare particolari di galassie e stelle lontane con una potenza mai vista prima. Lo strumento tecnologico è costato circa 10 miliardi di dollari, approssimativamente un quarto del budget economico NASA assegnato all’astronomia. Insomma, scienziati e ingegneri fremono per i primi dati dal James Webb per poter studiare la formazione delle prime galassie, la nascita e l’evoluzione dei sistemi planetari e le condizioni per la vita.
Qualche anno fa il concetto di turismo spaziale sembrava essere solo un’astrazione adatta a una serie tv ad alto tasso sci-fi. Eppure, il lavoro delle giovani agenzie spaziali private insieme ai grandi colossi governativi hanno portato alla realizzazione dei primi lanci spaziali commerciali. Parliamo principalmente delle esperienze di Virgin Galactic di Richard Branson e della Blue Origin di Jeff Bezos. I lanci degli imprenditori dei colossi Virgin e Amazon sono stati effettuati a Luglio a distanza di pochi giorni uno dall’altro.
Si tratta di un traguardo importante per il mondo dello spazio, con l’orbita terrestre che tutto un tratto pare essere accessibile anche a comuni cittadini che non esercitano la professione di astronauta. Più tardi, nel mese di Ottobre, la Blue Origin ha condotto un altro volo al confine dell’atmosfera terrestre con protagonista lo storico capitano Kirk. In tal caso è stato proprio l’attore Shatner della famosa Star Trek a toccare la linea di Karman, rendendo più fioca la distinzione tra fantascienza e realtà.
Parlando di turismo spaziale diventa obbligatorio citare la missione Inspiration4 tenutasi nel Settembre 2021. Vera e propria pietra miliare dell’anno 2021, la missione ha portato in orbita terrestre quattro civili per tre giorni, a una quota persino superiore rispetto a quella della International Space Station. E’ la prima storica missione ad essere operata da persone non professioniste e quindi non-astronaute. I quattro membri della capsula Dragon in tal caso erano Jared Isaacman, Chris Sembroski, Sian Proctor e Hayley Arceneaux, quattro persone che hanno voluto lanciare un messaggio importante a tutta la popolazione mondiale, qualcosa che potesse essere di ispirazione per il futuro.
Inspiration4, missione operata dall’agenzia spaziale SpaceX, ha rotto diversi record importanti in breve tempo. Ha portato in orbita attorno alle nostre teste la prima persona dotata di protesi (Hayley Arceneaux) uscita vincitrice dalla lotta contro il cancro all’età di 10 anni. Sian Proctor in questa occasione è stata la prima donna di colore a pilotare la capsula Dragon nel viaggio attorno alla Terra. Come ultimo punto record, lo svolgimento della missione ha permesso di raccogliere una maxi donazione per il St. Jude Children’s Research Hospital, per un totale di più di 200 milioni di dollari.
Tra gli highlights del 2021 c’è anche il primo volo controllato dall’uomo e svolto su un altro pianeta, Marte! Era il 19 Aprile quando la NASA portava a termine con successo il primo test di volo con l’elicottero Ingenuity sulla superficie marziana. Il piccolo mezzo da 1,8 kg e dotato di due rotori coassiali controrotanti si esibì in un emozionante hovering controllato a 3 metri di altezza per circa mezzo minuto. Senza dubbio un altro risultato da segnare in grassetto sull’agenda del 2021, viste tutte le difficoltà di volo che l’atmosfera del pianeta rosso può comportare.
Il successo è arrivato dopo diversi rinvii resi necessari da alcune problematiche riscontrate su Ingenuity. Una volte risolte le anomalie, il piccolo elicottero è riuscito a sollevarsi nonostante l’atmosfera estremamente rarefatta di Marte, caratterizzato da una pressione atmosferica al suolo cento volte più piccola di quella terrestre. Il piccolo Ingenuity, portando le sue pale in rotazione a 2400 giri per minuto, ha dimostrato al mondo intero che il volo autonomo sulla superficie rossa è possibile.
Lo scorso 29 aprile l’Agenzia Spaziale Cinese (CNSA) ha lanciato in orbita il primo modulo di quella che sarà la futura stazione spaziale Tiangong. Tuttavia, ciò che ha destato più scalpore in quella occasione non fu esattamente il lancio del Lunga Marcia 5B, bensì la modalità del suo rientro. Infatti, gli ingegneri cinesi decisero di rilasciare il modulo della Tiangong in orbita per poi operare un rientro atmosferico non controllato del lanciatore Long March.
Una volta finita la sua missione, il razzo cinese ha iniziato a bruciare entrando a contatto con l’atmosfera terrestre a causa del decadimento della sua orbita. Dunque, il vettore si è ridotto in migliaia di pezzi per poi cadere inesorabilmente sulla superficie terrestre. Di quanto accaduto ricorderemo sicuramente il clamore generato dalla notizia, in seguito smentito dall’esito assolutamente non pericoloso del rientro a terra del razzo. Infatti, come preventivamente calcolato, i detriti dal Lunga Marcia sono caduti su zone di acqua o comunque disabitate del pianeta, senza generare alcun danno significativo.
“Abbiamo condotto con successo ed in totale sicurezza un test di distruzione del nostro satellite Tselina-D, in orbita dal 1982 come sistema di radio-sorveglianza militare”. Questo, più o meno, è quanto dichiarato dal Ministero della Difesa Russo subito dopo aver deciso di far esplodere un vecchio satellite dell’Unione Sovietica mediante un test missilistico, lo scorso novembre.
Sono arrivate puntuali le accuse statunitensi guidate dall’amministratore della NASA Bill Nelson, il quale ha parlato di atteggiamento irresponsabile e pericoloso. Il test russo ha infatti generato una nuvola di detriti spaziali di almeno 1500 pezzi che ha seriamente minacciato tutti gli attori del panorama dello spazio 2021. In primo luogo, il test ha messo in pericolo la vita degli astronauti che si trovavano a bordo della International Space Station. Per fortuna, tutto si è risolto per il meglio e i pezzi di Tselina-D non hanno generato gravi danni. Resta da capire perché la Roscosmos abbia voluto testare questo suo sistema anti-satellite, e sperare che non voglia ripetere questi test pericolosi in futuro.
Il 16 ottobre 2021 la NASA ha dato il via alla missione della sonda Lucy, parte del programma Discovery, mediante lancio con vettore Atlas V. La sonda Lucy, il cui nome è stato assegnato in assonanza con quello dell’australopiteco Lucy vissuto qualche anno fa, viaggerà nel Sistema Solare per studiare gli asteroidi troiani di Giove. Gli scienziati pensano che questi ammassi rocciosi costituiscano resti di materiale generati dalla formazione dei pianeti esterni del Sistema Solare. Ecco spiegato quindi il punto in comune tra la sonda spaziale e l’ominide più famoso mai ritrovato: permettere lo studio dell’evoluzione della nostra specie e della nostra casa.
Lo scorso ottobre una ricerca scientifica pubblicata su Nature ha comunicato di aver scoperto un candidato esopianeta nella Galassia Whirlpool. I ricercatori hanno ottenuto i dati grazie all’Osservatorio Chandra X-ray. Questo papabile pianeta abitabile sarebbe lontano circa 28 milioni di anni luce, quindi migliaia di volte più lontano degli esopianeti scoperti solitamente nella Via Lattea.
Dai primi calcoli effettuati sulle lunghezze d’onda dei raggi-X, sembrerebbe che il pianeta abbia dimensioni simili a quelle di Saturno ed orbiti attorno a un buco nero (o una stella di neutroni) ad una distanza circa doppia rispetto a quella tra Saturno e Sole. Insomma, si tratta di una scoperta affascinante, il primo esopianeta al di fuori della nostra galassia è stato rivelato nel 2021. Così lontano che, come affermato da una co-autrice, dovremo aspettare decenni solo per attendere un altro transito del pianeta nei pressi della sua stella per poter ottenere una conferma o una smentita.