Il “Mega Razzo” per la Luna e oltre, come lo chiama la NASA, è finalmente ultimato grazie al fissaggio della navicella Orion sulla sommità. Dalle parti del Kennedy Space Centre l’immagine rievoca qualcosa che accadde più di 50 anni fa. Oggi la prima tappa è la stessa, ma gli obiettivi sono molto più ambiziosi. Scopriamo di più su quanto si appresta a diventare una delle pietre miliari dell’esplorazione spaziale!
21 ottobre 2021, Kennedy Space Center, Florida. Un luogo che ricorda uno degli eventi chiave della storia dell’uomo: da qui partiva il 16 luglio del 1969 la missione Apollo 11 diretta sulla Luna. Un enorme successo per il programma Apollo che aveva l’obiettivo di permettere agli astronauti di raggiungere la Luna e tornare sulla Terra. Oggi gli obiettivi sono più audaci, rivolti all’esplorazione dello spazio profondo, ma la NASA ha scelto di procedere per step.
Prima di provare a raggiungere l’obiettivo finale, cioè Marte, la NASA punta a ritornare sulla Luna per testare le nuove tecnologie e permettere in futuro la permanenza dell’uomo oltre l’orbita bassa terrestre. Ecco che su queste basi nasce il connubio tra il razzo Space Launch System (SLS) e la capsula Orion, quest’ultima sviluppata per missioni oltre l’orbita bassa terrestre. Possiamo così finalmente ammirare il nuovo vettore che ci porterà verso la Luna… e oltre!
L’impilamento è stato completato all’interno del Vehicle Assembly Building (VAB), lo speciale guscio che ha permesso l’integrazione dei vari stadi e della capsula Orion. Ora il razzo, alto quasi 100 metri, entra nella fase di test pre-lancio al fine di provare i sistemi integrati e le interfacce con le attrazzature di terra. Questa fase sarà seguita dalla cosiddetta “prova generale” nella piattaforma di lancio, infine si riporterà il razzo nel VAB per gli ultimi controlli.
La NASA vuole raggiungere un nuovo obiettivo: portare la prima donna e la prima persona di colore sulla Luna. Come detto i passi saranno intermedi: infatti nella prima missione non ci saranno passeggeri all’interno della capsula Orion. Sarà comunque l’occasione per testare e acquisire dati fondamentali per la futura spedizione con astronauti a bordo. La missione prevede una durata di 3 settimane durante le quali la navicella raggiungerà i 450.000 km dal nostro Pianeta!
Dopo la separazione entrerà in gioco il modulo di servizio dell’ESA che permetterà di raggiungere l’orbita lunare designata. Arrivata sulla Luna si potranno ricevere i dati di missione essenziali per le successive imprese. Il tutto si concluderà con il rientro sulla Terra, fase critica dove il contatto con l’atmosfera a 11 km/s provocherà temperature superficiali di 2760° C. Il lancio era inizialmente programmato per Novembre 2021, ma si è optato per Febbraio 2022.
“Con l’impilamento e l’integrazione del razzo Space Launch System della NASA e della navicella Orion completati, siamo sempre più vicini a intraprendere una nuova era di esplorazione umana dello spazio profondo. Grazie al duro lavoro del team che ha progettato, prodotto, testato e ora completato l’assemblaggio del nuovo razzo e della navicella della NASA, siamo in dirittura d’arrivo nei preparativi per il primo lancio della missione Artemis I, aprendo la strada all’esplorazione della Luna, di Marte e oltre per molti anni a venire”
Bill Nelson, amministratore NASA
Seguiranno poi le missioni Artemis II con equipaggio, mentre soltanto con Artemis III si tenterà un nuovo allunaggio dopo quello dell’Apollo 17 datato 11 dicembre 1972. Così anche le nuove generazioni potranno vivere nei prossimi anni quegli emozionanti momenti in cui si è toccata la superficie di un altro corpo celeste, nell’attesa del primo ammartaggio: il vero grande obiettivo di quest’epoca spaziale.