Chi non si è mai fermato ad ammirare un cielo pieno di stelle bellissime, oppure non ha mai sognato, da piccolo, di fare l’astronauta? Lo spazio da sempre affascina l’essere umano: la vastità del cosmo ci mette di fronte ai nostri limiti e alla nostra piccolezza, ma allo stesso tempo esalta il nostro ingegno e ci sprona a vincere sfide apparentemente impossibili. I grandi dubbi sull’Universo hanno dato vita ad alcuni dei più accesi dibattiti dell’umanità, attraversando le epoche storiche e smuovendo le coscienze di interi popoli. ma cosa pensano gli italiani della corsa allo spazio nell’era Covid?
Da un anno a questa parte la pandemia di Covid-19 ha stravolto le nostre vite: tuttavia, la corsa allo spazio non si è fermata, anzi. Dal “trenino” dei satelliti Starlink al lancio di Crew Dragon, fino all’atterraggio di Perseverance, le missioni spaziali sono state tra le poche notizie a farsi largo in una cronaca fatta di contagi, ricoveri e decessi. Ma come hanno percepito gli italiani questi progressi? Per rispondere ci affidiamo a un sondaggio condotto dall’istituto SWG nell’ultima settimana di marzo 2021.
Partiamo da un quesito molto generico: quali emozioni suscita in noi la parola spazio? Stando al sondaggio, la maggioranza assoluta degli italiani (57%) la associa a una sensazione positiva. In particolare, l’emozione maggiormente diffusa è la curiosità (28%), seguita dal fascino (18%); più staccate invece l’attrazione (6%) e la pace (4%).
Un terzo degli italiani, al contrario, prova sensazioni negative pensando al cosmo: solitudine (10%) e angoscia (9%) la fanno da padrone, ma sono presenti anche paura (6%) e freddo (5%). Infine, un 13% non si esprime.
E veniamo alla più classica delle domande: è giusto investire nelle missioni spaziali? I risultati sono decisamente variegati. La maggioranza relativa (29%) si dichiara favorevole, al fine di supportare il progresso scientifico-tecnologico: tuttavia, pur trattandosi della risposta più diffusa, resta molto lontana dal raggiungere un intervistato su due.
Sei punti percentuali più indietro, al 23%, troviamo chi si dichiara sì favorevole alla ricerca spaziale, ma che richiede, allo stesso tempo, un taglio dei fondi per questo settore, ritenuto non essenziale. Praticamente la stessa quota (22%) di chi sostiene che in questo tempo di crisi, causato dalla pandemia, le missioni spaziali andrebbero sospese e riprese solo in un futuro più o meno prossimo. Infine, l’8% si dichiara fermamente contrario mentre il 18% non si esprime.
Insomma, emerge un quadro in chiaroscuro: se da un lato una buona parte dell’opinione pubblica continua a credere nelle grandi prospettive di sviluppo offerte dal settore spaziale, dall’altro quasi un italiano su due ritiene tali investimenti più un costo che un beneficio.
Altro argomento di grande interesse sono le missioni spaziali in capo alle aziende private, di fatto l’anticamera del turismo spaziale. Se già oggi fosse possibile viaggiare come “turisti dello spazio” – indipendentemente dai costi – il 33% si mostrerebbe interessato. Percentuale che addirittura raggiunge la maggioranza assoluta tra i 18 e i 24 anni (55%) e tra i 35 e i 44 anni (51%).
Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda gli investimenti dei privati nel settore: in questo caso prevalgono i pareri positivi (44%) mentre gli indecisi (38%) superano di gran lunga i contrari (18%). Notevoli, però, le differenze tra le diverse fasce d’età: si passa da un 60% di favorevoli tra i più giovani, al prevalere addirittura dei disinteressati nella cosiddetta “generazione X”, ovvero uomini e donne compresi tra i 40 e i 60 anni. Tra gli anziani, curiosamente, si osservano risultati in analogia con i giovani. Solo i pareri del tutto negativi si mantengono pressoché costanti all’interno delle diverse generazioni.
Il sondaggio, in fin dei conti, sembra dirci come il tema dei privati nello spazio appassioni maggiormente le persone al di fuori dell’età lavorativa e quindi, forse, con più tempo a disposizione per l’approfondimento personale. Viceversa, buona parte di chi si trova nel pieno della propria carriera professionale semplicemente si mostra, per lo più, disinteressato alla questione.
L’ultimo quesito riguarda colui che ormai è diventato il simbolo della corsa allo spazio negli ultimi anni: il fondatore di SpaceX, Elon Musk. Un’ampia maggioranza lo descrive con opinioni altamente positive: un imprenditore di successo, un innovatore e un genio visionario, per un totale del 58% del campione. Segue quasi un terzo di indecisi, mentre il 22% esprime un parere negativo. Curioso notare come, mentre i giudizi positivi siano strettamente legati ai progressi tecnologici compiuti dalle sue aziende, quelli negativi si basino esclusivamente su aspetti relativi al carattere della persona.
Ma le opinioni rilevate mettono in evidenza anche altri due punti non proprio esaltanti. In primis, la parità di genere: si passa dal 68% di risposte positive degli uomini al solo 49% delle donne. Un crollo che deve far riflettere su come ancora oggi il settore spaziale sia troppo spesso percepito come un’esclusiva del mondo maschile. Il secondo tasto dolente riguarda la risposta per scolarizzazione del campione: puntualmente, il picco delle risposte negative si registra nella fascia con un titolo di studio più basso.
Un risultato, quest’ultimo, che cogliamo al volo per proiettarci verso una riflessione più ampia, a conclusione della carrellata di opinioni sin qui mostrate. Non va mai dimenticato che ogni singola missione spaziale è un’opera ingegneristica estremamente complessa, frutto della ricerca tecnologica in svariati ambiti scientifici, in grado a sua volta di generare enormi ricadute positive per la nostra vita quotidiana. Solo una conoscenza minimamente approfondita del settore può far risaltare in modo adeguato l’importanza che gli investimenti in campo aerospaziale rivestono per la nostra società, anche (e forse soprattutto) in tempo di pandemia.
A cura di Alessandro Aimasso