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OSIRIS-REx: arrivano le immagini dell’impronta sull’asteroide Bennu!

Immagini asteroide Bennu da OSIRIS-REx Credits: wikiwand.com

OSIRIS-REx, Bennu, NASA, sonda, asteroide Credits: wikiwand.com

Quando si è stati bene in un posto ci si ritorna: questo sembra valere anche per la sonda OSIRIS-REx su Bennu. Dopo il successo della missione di raccolta dei campioni il team dietro alla missione ha voluto completare quanto realizzato. Ed ecco che abbiamo a disposizione le prime immagini che documentano la “zampata” della sonda della NASA.

OSIRIS-REx: la chiave per osservare la formazione del sistema solare

8 Settembre 2016: inizia la missione di OSIRIS-REx che viaggerà per 2 anni con destinazione l’asteroide Bennu. Si tratta di un asteroide di origine molto antica, motivo che ha suscitato l’interesse degli scienziati. Non solo, uno degli scopi è quello di fornire maggiori informazioni sulle caratteristiche fisiche, decisive per il calcolo delle probabilità di impatto.

Sistemazione dei campioni prelevati nel SRC Credit: NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin
Sistemazione dei campioni prelevati nel SRC Credit: NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Dopo un lungo processo di mappatura, il 20 ottobre 2020 la sonda si è avvicinata alla superficie in modo tale che il braccio robotico equipaggiato potesse raccogliere campioni dalla superficie. Operazione riuscita perfettamente tanto da spingere il team ad andare oltre: capire quale influenza ha avuto OSIRIS-REx sulla topografia di Bennu.

OSIRIS-REx compie il Flyby di Bennu!

Dopo il Touch-and-Go (TAG), che ha fatto penetrare la testa di campionamento di 48.8 cm, la sonda si è avvicinata abbastanza per capire quali segni ha lasciato la manovra. Il flyby è avvenuto a 3.7 km dall’asteroide, distanza sufficiente a fornire immagini dettagliate sugli effetti del campionamento.

Concept del flyby di OSIRIS-REx su Bennu  Credits: University of Arizona
Concept del flyby di OSIRIS-REx su Bennu Credits: University of Arizona

Il 7 Aprile 2021 la sonda scatta le foto durante la manovra di flyby non inizialmente pianificata e comincia a inviare i dati verso la Terra, grazie alle antenne del Deep Space Network. Il totale dei dati raccolti ammonta a circa 4 Gb: la distanza dalla Terra di circa 185 milioni di miglia limita la velocità di downlink, prossima a 412 kilobit/s.

In più va ricordato che OSIRIS-REx non è l’unica missione che utilizza il DSN (vedi Perseverance); quindi in un totale di 24 ore, lo slot disponibile per la sonda su Bennu è di 4-6 ore. Ecco il motivo di tanta attesa: sono stati necessari alcuni giorni prima di avere a disposizione le immagini!

Ecco le immagini dell’intervento umano su un asteroide!

Sul sito della NASA si possono vedere gli effetti del TAG grazie ad un’immagine interattiva: risulta molto evidente la depressione lasciata dalla penetrazione del braccio. Anche cromaticamente, si nota come l’area intorno al sito Nightingale appaia più scura rispetto a quella circostante.

Foto del terreno del sito Nightingale dopo il campionamento Credits: NASA/Goddard/University of Arizona
Foto del terreno del sito Nightingale dopo il campionamento Credits: NASA/Goddard/University of Arizona

L’azione del campionamento mostra anche la presenza di rocce più grandi nei pressi del sito, queste risultano più riflettenti rispetto allo sfondo scuro. Le azioni volte all’allontanamento della sonda hanno probabilmente contribuito a questo nuovo assetto. La NASA parla di tre momenti di alterazione del satellite:

  • avvicinamento del veicolo spaziale sulla superficie di Bennu;
  • campionamento invasivo, realizzato grazie a gas rivolti verso il filtro di raccolta;
  • azionamento dei quattro propulsori di back away per allontanare in sicurezza la sonda.
Video rilasciato dalla NASA riasussuntivo Credits: NASA

Ora la parola tocca alle future analisi scientifiche

In attesa di ricevere sulla Terra il prezioso carico, sono già cominciate le prime stime su masse e distanze, grazie ai file ricevuti: ad esempio il coordinatore della missione scientifica Dante Lauretta stima che un masso di circa una tonnellata possa essere stato spostato di circa 12 metri.

Spostamento del masso dovuto a OSIRIS-REx Credits: NASA/Goddard/University of Arizona
GIF sullo spostamento del masso dovuto a OSIRIS-REx Credits: NASA/Goddard/University of Arizona

Il 10 maggio 2021 OSIRIS-REx lascerà Bennu per cominciare il lento viaggio di ritorno verso casa. Per saperne di più riguardo al nostro sistema solare non ci resta che aspettare il 24 settembre 2023, giorno in cui è previsto l’atterraggio con paracadute del Sample Return Capsule (SRC) nello Utah. É già stato deciso che il 75% del materiale raccolto sarà conservato per le generazioni future che lo potranno studiare con nuove tecnologie; il resto sarà distribuito nei vari centri di ricerca in tutto il mondo.

Sempre più un’esplorazione che mira prima ad esaminare sul posto le varie caratteristiche chimiche e fisiche del soggetto. L’obiettivo è, poi, programmare estrazioni di campioni extraterrestri per poi riportarli sulla Terra, come per Perseverance. Missioni che simboleggiano la continua sete di conoscenza che caratterizza tutta l’umanità, anche con un occhio al futuro.