Centro spaziale del Fucino: il passaporto dell’Italia è nelle infrastrutture
Il centro spaziale del Fucino è una delle infrastruture all’avanguardia che permettono l’accesso allo spazio. Il “segmento terra” è vitale al supporto e alla riuscita delle missioni spaziali. È pronto il nostro Paese a cavalcare l’onda della nuova esplorazione spaziale?
L’Italia può staccare il suo biglietto per lo spazio?
È recente la notizia degli accordi stipulati dal nostro Paese con la NASA per i prossimi allunaggi, previsti nel programma Artemis. Il ritorno sulla Luna è previsto nel 2024 e, sicuramente, l’Italia avrà un ruolo di primo piano. Rimanendo con i piedi per Terra, il contributo italiano rivolto all’accesso allo spazio comincia proprio dentro i nostri confini. Ci sono varie infrastrutture dedicate ad ampliare la nostra conoscenza di quanto si trova oltre l’atmosfera. Siamo abituati a sentir nominare luoghi iconici come Houston, Cape Canavaral ma spesso dimentichiamo che l’intero settore è sostenuto dalle varie infrastrutture disseminate in tutto il mondo.
Centro spaziale del Fucino
Tra le montagne abruzzesi che gli fanno da cornice, sorge il centro spaziale “Piero Fanti”, situato nella conca dell’ex lago Fucino(AQ). È un centro di 370.000 mq che ospita circa 170 antenne. La gestione è affidata a Telespazio, una Joint Venture tra Leonardo e Thales. Il centro svolge tutta una serie di operazioni volte alla comunicazione con satelliti in orbita. La sua storia inizia nel 1961 quando sotto l’impulso di vari enti italiani nasce il bisogno di incrementare la capacità nazionale in termini di telecomunicazioni.
L’anno successivo arriva l’interesse della NASA che ne riconosce le potenzialità, firmando con Telespazio un memorandum d’intesa su alcuni test satellitari. Negli anni a seguire la crescita non si arresta. Il centro diventa un “teleporto” sempre più cruciale, permettendo la trasmissione di alcuni tra i più rilevanti avvenimenti storici. Dalle olimpiadi di Tokyo alla visita di Paolo VI in Uganda, sino allo sbarco sulla Luna del ’69.
Perchè il centro spaziale del Fucino è un’infrastruttura strategica per l’accesso allo spazio?
Oggi continua a mantenere un ruolo di primo piano, svolgendo attività di controllo di satelliti in orbita. Permette, infatti, la gestione dei servizi TT&C, (Telemetry, Tracking & Command) cioè attività di monitoraggio e controllo delle performance di un satellite. Attraverso le enormi parabole è possibile sia inviare che ricevere,ad esempio, i dati della dinamica del volo di satelliti che vengono immessi nell’orbita finale.
Anche il settore delle telecomunicazioni è coinvolto. Permette ai vari operatori satellitari televisivi di diffondere i segnali provenienti dai rispettivi satelliti. Le utenze coinvolte sono emittenti televisive sia nazionali che internazionali. In più, fornitori di servizi come ENAV, l’ente gestore del traffico aereo in Italia, sfruttano la capacità di trasmissione multimediale del centro del Fucino.
Fornisce un apporto fondametale alla vita i tutti i giorni: permette il controllo delle operazioni e per i satelliti delle costellazioni Galileo e COSMO-SkyMed. Il primo volto a garantire all’Europa un sistema GNSS più preciso rispetto a quello fornito dal GPS, mentre il secondo concepito per l’osservazione della Terra al fine di prevenire disastri ambientali.
Spazioporto di Grottaglie, un biglietto di accesso allo spazio
Avevamo già introdotto, tempo fa, la futura realizzazione del “Grottaglie Spaceport“. Il progetto sta progredendo giorno dopo giorno. Nel 2019 si è tenuta una conferenza “Grottaglie Spaceport for Europe” volta alla concretizzazione della cooperazione firmata qualche anno fa. L’ENAC è stato incaricato dell’elaborazione di un progetto volto alla regolamentazione del trasporto commerciale suborbitale. La cooperazione è nata dalla previsione di un incrememento degli investimenti in campo spaziale. Virgin Galactic si è mostrata subito interessata allo spazioporto italiano per operare con i suoi velivoli sub-orbitali.
Mirando alle stelle… con i piedi a terra
Spesso la nostra attenzione è rivolta alle grandi missioni spaziali come quelle di NASA, ESA e SpaceX. Ciò che trascuriamo è cosa permette l’esecuzione di tali imprese, ossia quello che, paradossalmente si trova a terra. Le infrastrutture fanno parte di quello che si chiama il “segmento terra” sono indispensabili alla riuscita di una missione. Spesso restano nascoste al clamore mediatico e agli occhi del grande pubblico passano inosservate.
L’indotto che potenzialmente generano non è da sottovalutare. Basti pensare non solo agli investimenti stranieri che possono favorire, ma anche a tutta la mole di servizi che tali strutture richiedono. Lo sviluppo di una “space economy” può essere un forte incentivo alla crescita economica del nostro Paese, ricco di talento e iniziativa.
Accesso allo spazio significa avere un potenziale accesso a risorse e a conoscenze che in un futuro non troppo lontano diventeranno sempre più necessarie al genere umano.