Dopo la storica partenza dello scorso 16 novembre, quando l’SLS ha portato in orbita la missione senza equipaggio Artemis 1, la navicella spaziale Orion ha compiuto un passo avanti nel portare a termine la missione. Il flyby di Orion previsto nella giornata di oggi con la Luna è stato portato a termine con successo, portandola anche a “toccare” il punto più vicino alla superficie, a un’altezza di soli 130 km.
Alle ore 13:44, Orion ha iniziato l’accensione dei motori che l’ha portato, alle 13:57, a sfiorare il punto più ravvicinato alla superficie lunare. Questa manovra gli ha consentito di sfruttare la gravità della Luna per riuscire a posizionarsi in un orbita retrograda molto distante, nella quale il punto più lontano sarà a 70.000 km dal nostro satellite naturale. La missione Artemis 1 ha poi terminando la manovra con successo fuori dalla portata delle comunicazioni con la Terra. Questo perché Orion ha terminato la missione sul lato della Luna più lontano dal nostro pianeta, dove i segnali radio proveniente da e verso la Terra non riescono ad arrivare.
La rete “Deep Space”, gestito dal Jet Propulsion Laboratory della NASA nella California meridionale, gestisce le comunicazioni con Artemis I oltre l’orbita terrestre bassa. Questo include le correzioni di traiettoria della missione, le accensioni dei flyby e l’inserimento e l’uscita dall’orbita retrograda distante. La rete “Near Space”, invece, fornisce dati di navigazione supplementari con l’assistenza della sua costellazione di satelliti di tracciamento.
La rete Deep Space è composta da tre strutture equidistanti tra loro, a circa 120 gradi di longitudine, in tutto il mondo. Si tratta di Goldstone, vicino a Barstow, in California; di Madrid, in Spagna; e di Canberra, in Australia. La posizione strategica di questi siti consente una comunicazione costante con i veicoli spaziali durante la rotazione terrestre: prima che un veicolo spaziale lontano scenda sotto l’orizzonte in un sito, un altro sito può captare il segnale e continuare a comunicare. Orion ha inizialmente recuperato il segnale con la stazione di terra di Madrid dopo il flyby lunare, per poi passare il segnale alla stazione di Goldstone.
L’accensione ha mandato Orion abbastanza vicina alla superficie lunare in modo da sfruttare la forza gravitazionale del nostro satellite e far orbitare una volta la navicella intorno alla Luna verso l’ingresso in un’orbita retrograda distante.
Ha confermato Sandra Jones della NASA durante il livestream di Artemis 1, lunedì 21 novembre alle 14:28 ore italiane, quasi un’ora dopo l’accensione.
La navicella eseguirà la manovra di inserimento nell’orbita retrograda venerdì 25 novembre, utilizzando il modulo di servizio europeo. Orion rimarrà in quest’orbita per circa una settimana per testare i sistemi del veicolo spaziale. L’orbita retrograda lontana porterà Orion a 70.000 km dalla Luna prima di tornare sulla Terra. Questa distanza verrà raggiunta alle 22:53 ore italiane di venerdì 25 novembre. Lunedì 28 novembre alle 22:05 ore italiane, invece, Artemis 1 raggiungerà il suo punto più lontano dalla Terra: Orion andrà ben oltre 430.000 km dal suo pianeta d’origine.
Durante la diretta dell’evento offerta dalla NASA, di cui vi proponiamo il link di seguito, è stato possibile vedere la Terra eclissata dalla Luna. Queste sono immagini storiche che non vedevamo da tanto tempo e seguirle in diretta è stata un’emozione per ogni appassionato del settore.
Gli obiettivi principali di Artemis 1 sono dimostrare i sistemi di Orion in un ambiente di volo spaziale e garantire un rientro, una discesa, uno splashdown e un recupero sicuri prima del primo volo con l’equipaggio su Artemis II. Oltre alla capsula Orion, la missione aveva un carico secondario fatto da 10 CubeSat che serviranno per studiare il sole, l’ambiente spaziale e testare nuove tecnologie. Inoltre, Artemis 1 porterà introno alla Luna più di 3000 nomi di persone provenienti da tutto il mondo.
Ecco la diretta della NASA che permetterà di seguire da vicino tutte le fasi della missione.