Tempo di confronto in Airbus: il Summit svoltosi il 22 e 23 settembre 2021 traccia la roadmap verso il futuro. La chiave sembra essere determinata: aerospazio green! L’Airbus Summit si pone l’obiettivo di progettare il futuro grazie al confronto tra i vari attori aerospace, e non solo, coinvolti. Ma di cosa si è parlato nello specifico e quali sono le innovazioni aerospaziali che caratterizzeranno il futuro?
La grande casa aerospaziale europea si è fermata per una due giorni di confronto e dibattito sul prossimo futuro dell’industria. I temi cardine sono stati quelli che coinvolgono sempre di più la vita di ognuno: sostenibilità e decarbonizzazione. Anche il mondo aerospace si deve adeguare ai nuovi dettami per il rispetto ambientale e la salvaguardia climatica.
L’aviazione globale produce il 2% della CO2 prodotta dall’uomo, può sembrare poco ma si tratta di circa 915 milioni di tonnellate l’anno (dato del 2019)! Per questo motivo sono le aziende costruttrici i primi attori a essere chiamati in causa, ossia coloro che maggiormente hanno influenza nel settore. Un ambiente che si dirama attraverso molteplici interfacce: compagnie aeree, istituti di ricerca, clienti e enti governativi.
Sono molti i progetti coinvolti in questa campagna Airbus, ognuno caratterizzato da innovazioni aerospaziali specifiche, vediamone alcune:
L’obiettivo per Airbus è assicurarsi che le innovazioni aerospaziali rispettino i limiti imposti, in modo da permettere all’aviazione di raggiungere un impatto netto pari a 0 nel 2050. Varie alternative sono già state sondate: la prima è l’utilizzo dei SAF (Sustainable Aviation Fuel), solitamente combustibili derivati da biomasse. Un altro tipo di SAF è rappresentato dai syntetic fuel: questi combustibili vengono sintetizzati artificialmente attraverso la cattura di CO2 atmosferico.
Per quest’ultimo processo è però necessario l’utilizzo di corrente elettrica: quindi per assicurare un processo ecocompatibile è necessario che questa energia derivi da fonti rinnovabili. Infine, troviamo l‘utilizzo dell’idrogeno. La sua densità energetica lo rende particolarmente adatto a generare soddisfare il bisogno energetico di un velivolo. Il problema è rappresentato dal suo immagazzinamento che necessita di volumi elevati.
Sempre nel contesto dell’Airbus Summit, la multinazionale ha rivelato il nuovo concept del CityAirbus, velivolo destinato ad entrare nel mercato della futura mobilità aerea urbana. Anche in questo caso l’impronta green non manca: le otto eliche hanno un’alimentazione elettrica che assicura 80 km di autonomia ad una velocità di 120 km/h. La novità rispetto alla precedente generazione e l’utilizzo di ali fisse per la generazione della portanza.
L’inquinamento in città ha un ulteriore componente da ponderare: il livello acustico. In un ambiente urbano ci sono vincoli da rispettare: per questo motivo Airbus ha assicurato un’emissione acustica sotto i 65 dB in crociera e sotto i 70 dB nell’atterraggio. Ora comincia la fase di dettaglio del progetto, ma in Airbus si dicono ottimisti di testare il prototipo nel 2023. La certificazione è inceve prevista per il 2035.
“Stiamo cercando di co-creare un mercato completamente nuovo che integri in modo sostenibile la mobilità aerea urbana nelle città, affrontando al contempo le preoccupazioni ambientali e sociali. Airbus è convinta che le vere sfide riguardano tanto l’integrazione urbana, l’accettazione pubblica e la gestione automatizzata del traffico aereo, quanto la tecnologia dei veicoli e i modelli di business. Ci basiamo su tutte le capacità per fornire alla società un servizio sicuro, sostenibile e completamente integrato.”
Bruno Even, CEO di Airbus Helicopters