È stato effettuato il 18 Dicembre, ma solo nei giorni scorsi Airbus ha reso pubblico con un video su Twitter il successo del test di decollo automatico del proprio A350 avvenuto all’ aeroporto di Tolosa-Blagnac.
I sistemi di atterraggio con pilota automatico sono già largamente diffusi ed anche in fase di decollo il supporto elettronico ha già un ruolo fondamentale. Ciò che rende peculiare questa tecnologia, è il fatto che sia basata solo su sistemi ottici interamente situati a bordo del velivolo; tali sistemi sono in grado, grazie alla tecnologia di image recognition, di guidare l’aeromobile in tutte le fasi del decollo: questo significa che non è necessario il supporto satellitare del GPS, né di quello delle onde radio del ILS ( Instrument Landing System ) con un notevole sgravio di costi. Ha commentato il successo del test il capitano Yann Beaufils:
Abbiamo semplicemente spostato la leve di accelerazione alle posizioni di decollo e abbiamo monitorato l’ aeromobile. Ha iniziato a muoversi e accelerare mantenendo automaticamente la linea centrale della pista.
[…]La prua ha iniziato a cabrare al valore di decollo richiesto e alcuni secondi dopo eravamo in volo.
L’ Autonomous Taxi, Take-Off and Landing (ATTOL) fa parte di un progetto più ampio di AirBus denominato UpNext program, che racchiude tutte le ricerche nel campo dell’ innovazione aeronautica di Airbus.
La compagnia ritiene cruciale il ruolo dell’ automazione in tutte le fasi del volo perchè oltre a permettere una riduzione del personale necessario a bordo, permette di supportare i piloti lasciando loro la libertà di concentrarsi meno sulle operazioni di bordo e di più sul decision-making e sulla gestione di missione.
È per questo che l’ azienda è già a lavoro per poter utilizzare la tecnologia di image recognition anche per la gestione delle fasi di crociera e atterraggio.
Insomma Airbus con il test di decollo automatico dell’ A350 e tutte le altre innovazioni in cantiere, continua a stupire come ha già fatto con il Beluga o il Bird of prey dei quali vi avevamo già parlato