Erickson Aircrane S-64: come si è evoluta la “gru volante” nel tempo?
Esapala di notevole grandezza, si libra nei cieli di tutto il mondo, svolgendo missioni impossibili per la maggior parte delle macchine concepite e realizzate dall’uomo. Caratterizzato da capacità multitasking: dal Firefighting al trasporto di carichi pesanti, fino al supporto nello smontaggio/montaggio di apparati voluminosi. Non è il classico elicottero che ci aspetteremmo, con la sua fusoliera molto ridotta nel volume, concentrato nella parte sottostante al rotore, tutto a vantaggio del payload. Sì, parliamo dell’Erickson Aircrane S-64.
Le origini dell’Erickson Aircane S-64
Derivato direttamente dall’S-60, negli anni ’50 nasceva il bisogno di un aeromobile che possedesse elevate capacità di carico. Sikorsky concepì un modello relativamente semplice basato solamente sugli elementi essenziali per il controllo e la sostentazione dell’elicottero.
Nacque così S-64 che trovò dapprima spazio nel comparto militare per poi approdare anche nel mercato civile. L’ultimo passo avvenne negli anni ’90 quando Erickson, azienda che ne faceva largo utilizzo, decide di acquistare il type certificate dalla Sikorsky, diventandone poi il costruttore. Oggi si è arrivati alla versione S-64F, nella quale sono presenti miglioramenti ed integrazioni.
Non un qualunque elicottero
Concepito per essere utile e funzionale, presenta una fusoliera ridotta al minimo dalla quale si diramano i due bracci che costituiscono l’ancoraggio delle due gambe del carrello posteriore. Quest’ultime sono dotate di sospensioni idrauliche per permettere il sollevamento e l’abbassamento durante le operazioni di carico/scarico. Completa l’interfaccia con il terreno il carrellino anteriore.
Sei pale nel rotore principale (diametro di 22 m!) e 4 nel rotore di coda ne fanno uno degli elicotteri con il più alto numero di pale in circolazione. Per quanto riguarda il rotore di coda, c’è la presenza di un baffo retraibile per assorbire l’energia di eventuali urti con il terreno. Il sistema propulsivo dell’ultima versione è equipaggiato con due turbine Pratt & Whitney JFTD12-5A.
Capacità operative
“Move power with power”, così recita la frase di promozione della Erickson per descrivere la capacità di trasporto dell’elicottero. L’elicottero viene impiegato per il supporto alla costruzione e al trasporto dei tralicci delle linee aeree, al trasporto di legname, montaggio sistemi HVAC (per il trattamento dell’aria) e supporto in situazioni d’emergenza.
Nel panorama mondiale probabilmente la caratteristica che lo esalta maggiormente è la capacità antincendio. Il serbatoio montato dietro il cockpit è capace di contenere fino a 10.000 litri, immagazzinati in meno di un minuto attraverso un tubo flessibile –Hover snorkel- che aspira il fluido attraverso una pompa idraulica oppure attraverso un tubo rigido –Sea snorkel- che sfrutta la pressione dinamica conferita dal moto dell’elicottero. Lo scarico può essere controllato in base alle condizioni contingenti. La versione F presenta anche una lancia a prua per permettere un getto localizzato.
Uno sguardo al futuro dell’Erickson Aircrane S-64
S-64F+, questo è, per ora, il nome della prossima versione. Monterà un nuovo motore che ne incrementerà il range chilometrico, nuove pale in composito e un ammodernamento del cockpit, in linea con il trend moderno dell’integrazione e del multitasking.
Particolare attenzione sarà dedicata alla lotta antincendio con l’introduzione di sistemi che permettano una gestione e un’analisi digitale dell’ambiente interessato dall’incendio. In questo modo verranno superate le difficoltà come la bassa visibilità in condizioni di fumo oppure per le operazioni notturne. Abilità rese possibili grazie anche alla collaborazione con Sikorsky e la sua tecnologia MATRIX™. Questa consiste in un secondo pilota virtuale che coadiuva la componente umana nella gestione della missione.
Una macchina volante sempre più necessaria, in un contesto mondiale caratterizzato da cambiamenti ambientali repentini e imprevedibili che spesso concorrono a mettere a repentaglio la vita delle persone e sempre più sicura per gli operatori che vi interagiscono ogni giorno.
Articolo a cura di Davide De Iuliis