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Cerchi nel grano: gli alieni esistono e si chiamano Doug e Dave

An image of crop circles field Alsace France

Nel 1976, Doug Bower e il suo complice Dave Chorley crearono per la prima volta la rappresentazione di un “atterraggio di disco volante” in un campo di grano nel Wiltshire, in Inghilterra creando dei cerchi nel grano. La loro bravata da ragazzini si è presto trasformata in un vero e proprio fenomeno culturale, che ogni anno attrae migliaia di persone da tutto il mondo.

I cerchi nel grano hanno scatenato l’immaginazione

Infatti, non appena i cerchi nel grano sono diventati di dominio pubblico, hanno attirato una schiera di esperti. Si scatenò un trend di pensieri mistici e magici, ricerche scientifiche e pseudoscientifiche, teorie di cospirazione e pandemonio generale. I disegni impressi nei campi furono trattati come una lente attraverso la quale gli iniziati potevano testimoniare l’attività delle energie terrestri e degli antichi spiriti, l’angoscia della Madre Terra di fronte all’imminente sventura ecologica, le prove di test di armi segrete e, naturalmente, gli alieni.

La storia dei cerchi nel grano

cerchi nel grano

Per capire come sono nate queste risposte esoteriche, dobbiamo scavare un po’ nella storia. Prima che gli odierni creatori di cerchi entrassero in scena, c’erano state segnalazioni sparse di strani disegni apparsi nelle colture. Da opuscoli del XVII secolo a un resoconto del 1880 su Nature, fino a una lettera dell’astronomo Patrick Moore stampata nel 1963 su New Scientist.

Tra la metà e la fine degli anni Sessanta, in Inghilterra, la cittadina di Warminster, nel Wiltshire, divenne un centro di “osservazione del cielo” alla ricerca di UFO e diede vita a voci di cerchi nel grano o “nidi di dischi volanti”. Erano queste leggende che Doug aveva in mente quando, davanti a un drink una sera del 1976, suggerì al suo amico Dave di andare a creare un atterraggio di disco volante.

I due amici si armarono di assi, funi e cavi elettrici e crearono un perfetto sito di atterraggio UFO in circa un’ora, come poi dimostreranno ai giornalisti nel 1991. La spiegazione sembra perfetta, i cerchi nel grano non sono altro che il frutto della noia umana del venerdì sera. Allora perché ancora oggi moltissime persone credono negli atterraggi alieni in campi di grano?

Wiltshire: la patria dell’esoterismo

cerchi nel grano

Da quando sono apparsi i cerchi di Bower e Chorley, i disegni geometrici sono aumentati in scala e complessità, poiché ogni anno squadre di anonimi costruttori di cerchi preparano trappole per turisti New Age.

Un indizio cruciale del fascino dei cerchi risiede nel loro contesto geografico. Il Wiltshire è la patria di Stonehenge e di un cerchio di pietre ancora più esteso nel villaggio di Avebury. Le colline sono costellate di tumuli e pietre solitarie, che molti ritengono collegate da una vasta rete di “leys”, percorsi di energia che collegano questi siti incantati con altri in tutto il Paese.

Si dice che questa vasta rete sia sovrapposta sotto forma di “geometrie sacre”. La regione ha anche dato origine a un ricco folklore di cani neri spettrali, cocchieri senza testa e case infestate. Quindi, una prima spiegazione risiede nel luogo di origine di questi cerchi. Le leggende che circondano la campagna inglese e le “linee di forza” che seguono gli avvistamenti hanno contribuito non poco ad aumentare l’interesse verso gli atterraggi alieni.

Il significato dei cerchi nel grano

cerchi nel grano

I cerchi nel grano sono una lente attraverso la quale possiamo esplorare il fascino delle bufale. I falsi, le contraffazioni e le falsificazioni sono ovunque nel mondo di tutti i giorni, dalle banconote false ai Picasso contraffatti.

I motivi che spingono le persone a considerare l’irreale come reale sono facilmente individuabili: ci fidiamo della nostra moneta e molti vorrebbero possedere un Picasso. Il nebuloso mondo dell’anomalo e del paranormale è un terreno ancora più ricco per gli imbroglioni. Gran parte della popolazione crede in fantasmi, UFO e visite ET, fate, psicocinesi e altri strani fenomeni.

Queste credenze sfuggono all’esame e alla prova scientifica. Ed è proprio questa prova che il “bufalaro” porta in tavola per coloro che sono affamati di prove che le loro credenze non sono illusorie. Il fascino dell’immaginario e del soprannaturale è sempre stato presente nella storia dell’uomo; dopotutto, l’arte non è tutta un inganno?

Il fascino del falso

cerchi nel grano

Le fate di Cottingley che hanno ingannato Arthur Conan Doyle.

Le false prove destinate a corroborare una leggenda esistente sono note ai folkloristi come “ostensione”. Questo processo estende inevitabilmente la leggenda. Infatti, anche se alla fine la prova viene smascherata come falsa, essa avrà influenzato la percezione del fenomeno che doveva rappresentare. Le fotografie false di UFO, mostri di Loch Ness e fantasmi rientrano generalmente nella categoria dell’ostensione. Un altro esempio è la serie di fotografie di fate scattate da Elsie Wright e Frances Griffiths a Cottingley, nello Yorkshire, tra il 1917 e il 1920.

Queste mostrano che il motivo per produrre tali prove può derivare dalla convinzione, piuttosto che dal desiderio di ingannare o fare scherzi. Una delle ragazze ha insistito fino alla morte sul fatto di aver visto davvero le fate: le foto fabbricate erano un ricordo della sua esperienza reale. E le foto sono state considerate autentiche da luminari come Sir Arthur Conan Doyle, il grande esponente della logica nelle sue storie di Sherlock Holmes.

Il desiderio di promuovere le prove di eventi anomali e paranormali come autentiche nasce da profondi desideri umani. Uno di questi è un gesto di razionalismo: l’idea che nulla sia del tutto reale se non è supportato da argomentazioni ragionate e da prove più o meno scientifiche. Ma l’anima umana desidera l’incanto e alcune persone sono perfettamente in grado di accettare come reali le prove false di poteri ed entità inspiegabili.