Artemis 1 è alle porte, – 5 giorni alla partenza
La data di partenza della missione Artemis 1 è stata ufficializzata: lunedì 29 agosto prenderà vita una delle missioni più importanti degli ultimi anni e sicuramente la principale del 2022. Artemis 1 inaugurerà il programma d’allunaggio e rappresenterà un test fondamentale per capire se i lavori di sviluppi dell’SLS (Space Launch System) e della capsula Orion siano stati efficaci.
Artemis 1: il lancio
La data stabilita dalla NASA è il 29 agosto. Quando in Italia saranno le 14:33, la finestra di lancio si aprirà per poi chiudersi alle 16:33. Al centro spaziale Kennedy in Florida decollerà l’enorme vettore SLS per la missione Artemis 1 che porterà la capsula Orion, senza uomini a bordo, intorno alla Luna. Benché il nostro satellite naturale non sarà toccato con questa prima missione, sarà comunque il primo passo per il ritorno dell’esplorazione umana del nostro satellite.
Il trampolino di lancio
La missione decollerà dal Pad 39B del Kennedy Space Center in Florida, sullo stesso trampolino di lancio utilizzato dalla missione Apollo 10 per orbitare intorno alla Luna nel 1969, così come dalle missioni Skylab e Apollo-Soyuz. Il trasporto che in passato ha trasferito dal Vab ai Pad di partenza, tramite il mezzo cingolato i razzi Saturno e gli Space Shuttle, è previsto per i prossimi giorni.
Space Launch System: la novità di Artemis 1
Lo Space Launch System (SLS) della NASA è il razzo più potente e capace che la NASA abbia mai costruito. SLS, insieme al veicolo spaziale Orion, sono la spina dorsale dell’agenzia per l’esplorazione dello spazio profondo e il programma lunare Artemis. SLS è l’unico veicolo di lancio in grado di inviare Orion, astronauti e rifornimenti sulla Luna in una singola missione. Per la prima missione di SLS e Orion, Artemis 1, il razzo è in grado di inviare più di 27 tonnellate metriche sulla Luna. Man mano che l’SLS si evolve, avrà ancora più potenza e sarà in grado di sollevare carichi utili ancora più pesanti in orbita.
Il motore principale
Durante il volo di prova di lunedì, sarà utilizzato come propulsore principale per l’Interim Cryogenic Propulsion Stage (ICPS) un singolo motore RL10B-2 alimentato a idrogeno liquido e ossigeno liquido che produrrà 110 kN di spinta. Il motore a razzo è stato sviluppato da Pratt & Whitney alla fine del 1950 ed è stato utilizzato per la prima volta nel 1963. Da allora, più di 500 motori RL10 hanno volato nello spazio. L’RL10 è prodotto dall’appaltatore capo dello Space Launch System (SLS) Aerojet Rocketdyne a West Palm Beach, FL. Con Artemis, una versione aggiornata della RL10 invierà le persone più lontano dalla Terra di quanto gli umani abbiano mai viaggiato.
Le ore dopo il lancio
Dopo la partenza il razzo SLS raggiungerà la massima pressione dinamica entro novanta secondi raggiungendo la seconda fase e avendo sganciato via i booster. I pannelli dei moduli di servizio, il sistema di interruzione del lancio e i motori dello stadio centrale si spegneranno. Mentre il veicolo spaziale compirà un’orbita attorno alla Terra, dispiegherà i suoi pannelli solari e l’Interim Cryogenic Propulsion Stage (ICPS) fornirà alla navicella Orion la spinta necessaria per abbandonare l’orbita terrestre dirigendosi verso la Luna.
Il compito di Orion in Artemis 1
Dopo circa due ore dal lancio Orion si separerà anche dall’ICPS e procederà verso la Luna. Il principale sistema di propulsione e alimentazione del veicolo spaziale sarà fornito da un modulo di servizio fornito e realizzato dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea). Orion passerà attraverso la fascia di Van Allen, sorvolerà la costellazione di satelliti del Global Positioning System (GPS) e successivamente quelli di comunicazione posizionati in orbita terrestre. Per mantenere il dialogo con il Mission Control a Houston, Orion passerà attraverso il sistema di monitoraggio e trasmissione dati della NASA e comunicherà attraverso la Deep Space Network.
L’Italia in Artemis 1
La partecipazione italiana a questo programma si sviluppa grazie al fondamentale contributo e l’importante lavoro di cooperazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana, l’industria italiana e le numerose piccole e medie imprese. In particolare Leonardo e Thales Alenia Space hanno realizzato diversi componenti del modulo di servizio europeo (European Service Module) di Orion. Il coinvolgimento alla missione si ritrova anche in Argomoon, cubesat realizzato dalla torinese Argotec. Il compito di ArgoMoon sarà quello di fornire alla NASA le immagini significative a conferma della corretta esecuzione delle operazioni del vettore SLS, che al momento del rilascio dei CubeSat non potrà inviare segnali verso Terra. Altra finalità tutta italiana sarà quella di validare tecnologie per applicazioni su nanosatelliti ed in particolare sui sistemi di telecomunicazione e di controllo di assetto e orbitale nello spazio profondo.