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C’è vita su Marte? Scoperte le prime tracce di materia organica

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La questione della vita su Marte è da tempo dibattuta tra gli scienziati. Il 5 novembre 2021, il rover Perseverance della NASA ha catturato immagini che potrebbero contenere le firme della vita nelle rocce marziane. Questa scoperta è avvenuta grazie alla ricerca condotta da un team internazionale, che include anche ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature. Le tracce di sostanze organiche si trovano all’interno del cratere Jezero, un’area che un tempo ospitava un lago. Nonostante non forniscano una prova definitiva dell’esistenza di vita passata o presente su Marte, queste scoperte aprono nuove speranze e stimolano ulteriormente la ricerca di vita extraterrestre.

La scoperta del rover Perseverance

Le tracce di sostanze organiche sono state individuate analizzando una serie di 8 fotografie scattate dalla camera Watson, posizionata all’estremità del braccio robotico del rover Perseverance. Si tratta di evidenze rilevanti per l’esistenza di elementi all’interno di ambienti sedimentari che potrebbero essere favorevoli per la vita. Gli autori della ricerca ipotizzano che queste molecole organiche a base di carbonio potrebbero derivare da un’antica vita microbica o avere un’origine geologica.

La presenza di queste tracce insieme alla loro rilevazione in minerali legati ai processi acquosi suggerisce che i processi legati all’acqua abbiano avuto un ruolo chiave nella formazione, nel trasporto o nella conservazione di questo materiale organico. Nonostante non sia la prima volta che si individuano molecole organiche su Marte, questa scoperta nel cratere Jezero è particolarmente significativa. La risoluzione spaziale dello strumento Sherloc ha permesso di osservare le variazioni nella conservazione organica all’interno delle rocce marziane. Questo ha fornito importanti informazioni sull’estensione e la diversità dei processi superficiali del pianeta e il loro rapporto con l’abitabilità.

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Il mosaico ottenuto a partire dalle immagini scattate dalla camera Watson.
Credits: Nasa/Jpl-Caltech/Msss

Molecole organiche e ipotesi di vita su Marte

Attualmente, i ricercatori stanno lavorando su tre diverse ipotesi sull’origine delle molecole organiche su Marte. La prima ipotesi suggerisce che queste molecole non siano di origine biologica, ma siano state sintetizzate attraverso processi geochimici in presenza di acqua. La seconda ipotesi ritiene che le molecole organiche di origine non biologica siano arrivate su Marte attraverso dei meteoriti. Successivamente, sarebbero state intrappolate all’interno di sali quando il lago presente nel cratere Jezero si è essiccato. La terza e più affascinante ipotesi suggerisce che queste molecole organiche potrebbero essere residui di molecole biologiche. In particolare, potrebbero derivare da antiche forme di vita elementari come i microrganismi. Queste, nel corso di miliardi di anni, si sono alterate a causa dei raggi cosmici che bombardano la superficie marziana.

Per ottenere una risposta definitiva sulla possibilità di vita su Marte, saranno necessarie ulteriori simulazioni e osservazioni. Il programma Mars Sample Return, che prevede il ritorno dei primi campioni di suolo marziano sulla Terra, potrebbe fornire informazioni preziose per sostenere o escludere le diverse ipotesi. Nel frattempo, gli appassionati di extraterrestri e gli scienziati continueranno a studiare le tracce della vita nelle rocce marziane, con la speranza di scoprire un giorno la verità sull’esistenza di forme di vita oltre il nostro pianeta.

L’importanza della scoperta

La scoperta del Rover Perseverance nel cratere Jezero di Marte ha generato grande entusiasmo nella comunità scientifica e negli appassionati di esplorazione spaziale. L’analisi condotta con lo strumento Sherloc ha rivelato che segni di molecole organiche sono presenti in tutti e 10 i campioni osservati. Questo fornisce un quadro più completo delle potenziali sostanze organiche presenti sulla superficie marziana. Già nel 2012, il rover Curiosity aveva fatto una scoperta simile, ma la loro origine biologica non poteva essere stabilita in modo definitivo. Nel 2018, Curiosity aveva scoperto altre molecole organiche nel cratere Gale, rafforzando l’idea che Marte potesse aver ospitato la vita in passato.

Anche il rover Perseverance ha rilevato molecole organiche in precedenza. Tuttavia, fino ad ora, non sono ancora disponibili elementi sufficienti per trarre conclusioni definitive sull’origine di queste sostanze organiche. Le molecole organiche rilevate nel cratere Jezero sono estremamente resistenti e sono presenti anche a meno di un centimetro di profondità. Ciò suggerisce che potrebbero essere presenti nella polvere marziana. Inoltre, potrebbero aver resistito alle condizioni di irraggiamento e ossidazione sulla superficie di Marte per un periodo di almeno 2,3-2,6 miliardi di anni.

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Il rover Perseverance su Marte

C’è vita su Marte? Un dibattito aperto

La possibilità che Marte abbia ospitato o potrebbe ospitare forme di vita extraterrestri ha catturato l’immaginazione delle persone per decenni e continua a suscitare interesse e discussione. Da un lato, ci sono coloro che sostengono l’ipotesi che Marte abbia potuto ospitare la vita in passato o che potrebbe ancora sostenere forme di vita microbiche nel presente. Gli argomenti a favore di questa teoria sono diversi. In particolare, includono la scoperta di antiche caratteristiche geologiche modellate dall’azione dell’acqua, la presenza di sostanze organiche e la possibilità di ambienti abitabili come laghi o sottosuolo. Inoltre, è diffusa l’ipotesi che la vita si sia originata su Marte per poi arrivare sulla Terra attraverso meteoriti.

Dall’altro lato, ci sono studiosi che ritengono che non ci siano ancora prove sufficienti per affermare in modo definitivo l’esistenza di vita su Marte. Secondo queste ipotesi, le molecole organiche rilevate potrebbero avere un’origine non biologica e le caratteristiche geologiche potrebbero essere spiegate da processi non legati alla vita. Inoltre, le condizioni estreme di Marte, come l’alta radiazione e la scarsa presenza di acqua liquida in superficie, rendono difficile l’esistenza di forme di vita complesse.