Chiunque abbia viaggiato più volte su un aereo è ormai abituato alla cerimonia di rito pre-partenza in cui il personale di bordo spiega il comportamento da osservare in caso di emergenza. Ci viene quindi mostrato il corretto funzionamento delle cinture di sicurezza, dei giubbotti salvagente e delle maschere d’ossigeno ma, proprio durante questa prassi, forse a molti è sorta una domanda più che lecita. Perché gli aerei di linea non hanno paracadute? La risposta è tanto semplice quanto banale: perché è……inutile!
Procediamo per gradi. Nonostante sia l’incubo di diversi passeggeri che temono di precipitare da un momento all’altro, la fase di volo in crociera ad alta quota è paradossalmente la più sicura dell’intero viaggio. Quasi tutti gli incidenti aerei avvengono infatti nelle cosiddette fasi terminali, ossia nei primi minuti di decollo o, ancora più spesso, all’atterraggio, ossia laddove si hanno rapide variazioni di quota e possono intervenire fattori esterni quali cedimento del carrello, malfunzionamento dei freni o, solitamente, forte vento laterale che contribuisce a modificare la traiettoria.
A tal proposito, è possibile consultare le statistiche raccolte dall’Aviation Safety Network in merito al numero di incidenti fatali avvenuti ogni anno a partire dal 1942, suddividi in categorie per ciascuna fase di volo. Oltre ad una progressiva diminuzione del numero di incidenti aerei, testimone dei passi da gigante compiuti nell’ambito della sicurezza aeronautica nel corso dei decenni, è chiaramente visibile come le fasi di volo più “pericolose” siano quelle di partenza e di avvicinamento a terra. Premesso che anche tali eventualità sono piuttosto rare, tanto da rendere l’aereo il mezzo più sicuro al mondo nella classifica stilata dal DETR Research and Analysis Bureau, nel momento in cui la maggior parte delle problematiche avviene a bassa quota, un eventuale paracadute a bordo sarebbe comunque inutilizzabile.
Mezzo di trasporto | Morti ogni miliardo di km |
---|---|
Aereo | 0,05 |
Autobus urbano | 0,4 |
treno | 0,6 |
Camion | 1,2 |
Nave | 1,6 |
Auto | 3,1 |
Bicicletta | 44,6 |
A èiedi | 54,2 |
Moto | 108,9 |
Passiamo ora a questione più pratiche. Purtroppo, a differenza di quanto ci è capitato di vedere nei film, anche il semplice fatto di indossare correttamente il paracadute e l’attrezzatura annessa è tutt’altro che un’operazione banale, figuriamoci il successivo utilizzo e tutto ciò che ne consegue: dalla postazione di salto alla corretta postura da mantenere in fase di caduta libera, passando ovviamente per la gestione di scenari di emergenza o eventuali malfunzionamenti.
Basti pensare che un qualsiasi corso di addestramento da paracadutismo prevede dalle 4 alle 6 ore di lezione teorica a terra prima di una qualsiasi prova pratica. Quanti di noi sarebbero disposti ad andare in aeroporto molte ore prima del volo per prendere appunti? In tutto ciò non si è ancora considerato un altro elemento fondamentale, ossia la postazione di lancio.
In assenza di un’ampia rampa di lancio, i circa 200 passeggeri di un comune volo di linea dovranno accontentarsi di fare ordinatamente la fila lungo lo stretto corridoio, per poi lanciarsi in serie dai portelloni d’uscita, il tutto dopo aver estratto il paracadute da sotto il sedile e averlo indossato in modo appropriato. A ciò va aggiunto il fatto che l’utilizzo stesso del paracadute è possibile solamente se l’aereo è mantenuto in un assetto stabile (volo rettilineo e in assenza di turbolenze), il che non è ovviamente possibile in caso di grave avaria, anche perché se così fosse il pilota sarebbe chiamato a fare un atterraggio di emergenza, manovra sicuramente meno rischiosa di far paracadutare 200 inesperti. L’impresa sembra piuttosto ardua, soprattutto se si considera che non abbiamo ancora messo piede fuori dall’aereo.
Pur ammettendo che si riesca miracolosamente ad evitare l’intreccio di un numero così elevato di paracadute lanciati quasi contemporanemente, purtroppo non è ancora arrivata la parte peggiore. Un velivolo di linea nella fase di crociera viaggia ad oltre 800 km/h e tocca circa 10 km di quota, il che significa che esternamente si ha una pressione molto più bassa rispetto all’interno della fusoliera, adeguatamente pressurizzata per mantenere condizioni vivibili per i passeggeri.
Tornando al corso di addestramento, ai principianti vengono proposti lanci da circa 1000 m, che raggiungono quota 3000 m per i più esperti o comunque anche oltre (fino a 4500 m) se si è provvisti di ossigeno supplementare ed eventualmente anche di tute apposite. Ciò perché la bassa pressione di queste quote comporta minore ossigeno e quindi difficoltà respiratorie che possono compromettere manovre correttive o addirittura l’apertura del paracadute stesso. Inutile dire che a 10 km la situazione sarebbe insostenibile, senza contare che date le velocità elevatissime chi si lancia verrebbe immediatamente ucciso all’impatto con l’aria. Come se non bastasse, il rischio di saltare dal portellone per poi impattare contro le ali, gli stabilizzatori di coda o peggio ancora finire nei motori è piuttosto elevato.
Passiamo ai numeri. Qualora nonostante i motivi elencati sopra qualcuno continuasse a sostenere che il paracadute per ciascun passeggero garantirebbe una maggiore sicurezza, c’è comunque da fare i conti con le compagnie aeree. Un paracadute ha infatti un costo che oscilla intorno ai 7000 euro e può raggiungere un peso di 10 kg. La dotazione di tale attrezzatura, che come detto prevede anche tuta protettiva e ossigeno supplementare, per ciascuno dei circa 200 passeggeri di un comune volo di linea costerebbe alla compagnia aerea circa 1.400.000 euro, oltre che una maggiorazione di peso di 2000 kg, a cui andrebbero aggiunti costi e tempistiche legate alla manutenzione regolare della stessa.
Particolarmente gravoso sarebbe l’incremento di peso, visto che, come accade anche nel caso delle automobili, a parità di distanza da percorrere ciò significherebbe maggior carburante consumato durante il viaggio. Inutile dire che tale aggravio di costo verrebbe immediatamente “recuperato” aumentando il prezzo del biglietto. Per concludere, l’attrezzatura occuperebbe non poco spazio sotto ai sedili, il che andrebbe nuovamente a discapito del passeggero, visto che ridurrebbe ulteriormente, per quanto possibile, il poco spazio a disposizione nelle compagnie low cost. Quindi ecco spiegato perché gli aerei di linea non hanno paracadute!
A cura di Antonio Lerose