Anche l’inquilino del Cremlino può usufruire di un particolare Air Force One “russo”, forse meno famoso della controparte americana. Si tratta di una versione modificata dell’Ilyushin 96: l’Il-96-300PU, progettato e costruito in Russia. Vediamo cosa caratterizza quella che è in realtà la flotta di velivoli presidenziali russi e, soprattutto, se è possibile azzardare dei paragoni con l’iconico Air Force One USA.
Nonostante la casualità, il PU finale indica il modello del velivolo e non ha nulla a che fare con il Presidente russo Vladimir Putin. L’acronimo deriva da “punkt upravleniya”, che in russo vuol dire “punto di comando”. Proprio come la controparte a stelle e strisce, rappresenta una vera e propria fortezza volante, dalla quale poter gestire le comunicazioni verso le linee di comando della Federazione Russa. Per quanto riguarda il nominativo la fantasia non è stata la protagonista, si chiama infatti: “Plane No. 1”.
Dall’esterno appare come un normale quadrimotore a fusoliera larga: raggiunge i 55 metri di lunghezza, con un’apertura alare che tocca i 60 metri. In realtà ne esistono 5 di velivoli simili deputati al trasporto del Presidente della Federazione Russa. Secondo alcune fonti non confermate, ad ogni viaggio, l’attuale presidente Putin sceglie casualmente su quale esemplare volare. Imitando le precauzioni americane, sono sempre almeno due gli esemplari che accompagnano i trasferimenti presidenziali.
La scelta è ricaduta sull’Il-96-300PU proprio perchè rappresenta la Nazione russa, anche se il progetto risale all’epoca sovietica. Questo è sufficiente, secondo Il Maggiore – Generale Vladimir Popov a confermare la bontà del progetto. Nel 2021 infatti, i modelli in uso sono stati aggiornati alla quinta versione. Il compito di far volare e gestire la flotta è affidato allo Squadrone di volo speciale Rossiya, un distaccamento di Aeroflot a servizio del Governo russo.
Esternamente appare molto sobrio: una livrea bianca attraversata da un fascio con il Tricolore russo accompagnata da una Bandiera russa sull’impennaggio verticale. All’interno invece, un concentrato che oscilla tra lussosi ambienti e tecnologie all’avanguardia. Gli apparati di bordo dell’Air Force One russo permettono una comunicazione criptata verso qualsiasi parte del mondo, a prescindere dalla posizione dell’aereo.
Controllo e difesa sono le parole chiave che contraddistinguono questi modelli: a bordo sono presenti sofisticati sistemi radar, di controllo elettro-ottico e visivo, tutto ridondato. Tra questi c’è anche il famoso “pulsante nucleare”, il sistema dal quale possono essere attivate le testate nucleari possedute dalla Russia. Il pacchetto difensivo dovrebbe essere costituito da schermature fisiche contro radiazioni nucleari ed elettromagnetiche che si sommano ai canonici chaff e flare.
Gli interni sono estremamente curati, in particolare spiccano le rifiniture con oro e gemme dell’artista russo Ivan Glazunov. Il Presidente ha a disposizione un ufficio privato, diverse sale riunioni, una sala conferenze da nove posti e una sala relax. Il pacchetto comprende anche una palestra, un bar e un’unità medica. Sembra però che il modello russo sia stato superato dal Boeing americano: Il-96 non possiede una vera e propria cucina, è quindi costretto a caricare a bordo pasti preconfezionati, scaldati all’occorrenza.
Sui costi del “Cremlino volante” sono state fatte molteplici speculazioni: testate giornalistiche occidentali hanno messo in dubbio le somme diffuse dall’Ufficio del Presidente della Federazione russa. Quest’ultimo ha pubblicato dati secondo cui un modello è costato intorno ai 70 milioni di dollari; il “DaIly Mail” ha invece stimato costi maggiori che si aggirano intorno ai 500 Milioni di dollari. Probabilmente, considerando il livello tecnologico del velivolo e i prezzi del mercato aeronautico, la seconda stima sembra essere quella più veritiera.
Non solo anche i costi operativi non sono trascurabili: è consuetudine inviare due aerei di riserva a seguito del principale, ciò per scongiurare ogni possibile evenienza. Infatti nel 1977, il volo su un modello Il-62, sul quale Leonid Brezhnev voleva ospitare Richard Nixon, ha richiesto ben 3 aerei a causa di guasti meccanici ai primi due velivoli selezionati. Oggi deve funzionare tutto all’interno del velivolo, persino un sedile reclinabile può compromettere l’operatività dell’aereo.
Non solo, per il principio di autonomia, l’Air Force One russo deve poter essere riparato e manutenuto solamente da una squadra addestrata per tale scopo. Questi operatori devono essere presenti a bordo di tutti i velivoli del corteo presidenziale, pronti a intervenire ovunque si trovi l’aereo. Una logistica molto efficiente si cela dietro ogni movimento dell’aereo, ma ciò presuppone costi elevati. Basti pensare che la controparte americana arriva a costare più di 200.000 dollari all’ora!