Lo Yemen fa causa alla NASA per l’invasione di Marte
Questa storia ha dell’assurdo! Leggendo questa storia, potrebbe venire il dubbio che sia tutto inventato, invece, tutto è realmente accaduto: lo Yemen ha fatto causa alla NASA per aver invaso Marte. Siamo nel 1997 e tutto il mondo assiste, estasiato e speranzoso, all’evento che avrebbe segnato l’inizio di una nuova epoca per l’esplorazione spaziale. Il rover Sojourner, infatti, diventa il primo rover ad arrivare sulla superficie di Marte. Finalmente l’umanità è riuscita ad arrivare su un altro pianeta: un risultato incredibile che ci permetterà di conquistare traguardi sempre più alti. Ma, mentre su Marte Sojourner comincia ad ambientarsi, sulla Terra non tutti la vedono allo stesso modo. Tre yemeniti, infatti, sono infastiditi da quest’evento è decidono di provare a far causa alla NASA.
I motivi per cui lo Yemen ha fatto causa alla NASA per l’invasione di Marte
La frase “Lo Yemen fa causa alla NASA per aver invaso Marte” non è del tutto esatta. In realtà, sarebbe più corretto dire che solo tre yemeniti hanno tentato a far causa alla NASA. La motivazione, però, rimane quella e continua ad essere assurda. I tre protagonisti di questa bizzarra storia sono Adam Ismail, Mustafa Khalil e Abdullah al-Umari. I tre yemeniti, dunque, non erano per nulla felici dell’approdo degli americani su Marte. Infatti, dichiaravano che loro possedevano Marte e avevano documenti per poterlo dimostrare. Le origini di quest’affermazione assurda risiedono nel passato, in 3000 anni fa. A detta loro, i tre yemeniti avrebbero ereditato Marte dai Sabei e dagli Himyariti, popolazioni da cui discendono e che possedevano i sette pianeti allora noti. Questa credenza, nasce dall’avere interpretato una frase delle loro divinità “Vostri saranno i cieli”, come un effettivo atto di proprietà.
Le richieste dei tre cittadini dello Yemen che fecero causa alla NASA, rivendicando Marte
Se le motivazioni della causa possono sembrare bizzarre, le richieste che i tre yemeniti fecero alla NASA lo sono di più. Credendosi, infatti, proprietari del pianeta volevano il controllo sulla missione Pathfinder appena ammartata. Pretendevano che, finché non si sarebbe giunti ad un verdetto finale, la NASA avrebbe dovuto bloccare qualsiasi attività sul suolo marziano e cedere loro il controllo. Inoltre, le successive scoperte in merito all’atmosfera, alla superficie o alla gravità marziana, prima di essere divulgate, sarebbero dovute passare dalle loro mani per un controllo e l’approvazione. Con queste richieste, tre cittadini dello Yemen provarono a far causa alla NASA, rivendicando Marte. È bene sottolineare che ci fu solo un tentativo, in quanto nessun giudice accolse la causa. I tre yemeniti non furono soddisfatti di questo esito e, così, l’anno dopo si crearono degli atti di proprietà. Non contenti cominciarono anche a vendere appezzamenti di terreno marziano a 2 dollari al metro quadro.
Questo pianeta è mio! La proprietà legale dei corpi celesti
Con lo Yemen che fa causa alla NASA per l’invasione di Marte, si presenta la possibilità di approfondire un’interessante argomento. Si può possedere un pianete o una luna? Esiste mio o tuo nello spazio? No. Un trattato internazionale sulla proprietà nello spazio del 1967, afferma che nessun governo o individuo può possedere un oggetto extraterrestre. Ciò significa che, anche se gli americani furono i primi ad arrivare su Marte, questo non fa di loro i proprietari. Allo stesso modo, una presunta antica eredità non può rivendicare la proprietà di un pianeta.
Dal 1967 ad oggi, però, il mondo è cambiato, l’esplorazione spaziale è andata avanti e non accenna a fermarsi. Dunque, con le future conquiste nello spazio sarà necessario definire meglio il concetto di proprietà nello spazio.
La missione Pathfinder: lo Yemen e la causa dello scontro con la NASA per la prioprietà di Marte
Come detto prima, i tre cittadini dello Yemen provarono a far causa alla NASA per l’invasione di Marte da parte della missione Pathfinder. La missione Mars Pathfinder partì il 4 dicembre 1996 ed arrivò su Marte, sul Mars Ares Vallis, il 4 luglio 1997. Questa missione portò il primo rover sul Pianete Rosso e grazie ad esso riuscì a collezionare una notevole quantità di dati. Sia il lander che il rover trasportavano strumenti per osservazioni scientifiche sull’atmosfera marziana, sul clima e sulla geologia. La riuscita della missione fu resa possibile anche da un nuovo metodo di entrata in atmosfera. Mars Pathfinder, infatti, utilizzò un paracadute per rallentare la discesa attraverso l’atmosfera marziana e sfruttò un gigantesco sistema di airbag per attutire l’impatto.