Astronomia

9° pianeta del Sistema Solare: la caccia prosegue con nuovi indizi!

I più ricorderanno la precedente classificazione del Sistema Solare comprendente anche il piccolo Plutone. Altri si saranno già imbattuti nel famigerato 9° pianeta del Sistema Solare: parecchie leggende, spesso anche legate ad eventi catastrofici, lo hanno accompagnato nel corso degli anni. Oggi nuove prove sono state pubblicate a sostegno della sua esistenza. Ma dove potrebbe nascondersi?

Quali caratteristiche potrebbe avere il misterioso pianeta 9?

Già nel passato alcune previsioni avevano avanzato l’ipotesi dell’esistenza di un nono pianeta oltre l’orbita di Nettuno. All’origine del nuovo studio ci sarebbero anomalie riscontrate in alcuni dati provenienti da misurazioni orbitali: sembra che un campo gravitazionale perturbi alcuni asteroidi ai confini del Sistema Solare. Parliamo infatti della della Fascia di Kuiper (KBO), una regione che ospita gruppi di oggetti minori.

Rappresentazione artistica Sistema Solare Credit: NASA/JPL

L’ipotesi arriva direttamente dalla Caltech, dove gli astronomi Mike Brown e Konstantin Batygin si dicono quasi certi che la scoperta sia imminente. In particolare, sono 11 gli oggetti di studio analizzati dal team americano. Per quanto riguarda il pianeta invece sono state avanzate alcune ipotesi tra le quali una riferita al suo periodo di rivoluzione intorno al Sole: ben 7.400 anni!

La sua conformazione potrebbe vederlo come una super-Terra rocciosa oppure un mini-Nettuno gassoso, per una massa che non dovrebbe superare 10 volte quella terrestre. Lo studio riporta l’ottimistica percentuale del 99.6% riferita alla probabilità che sia proprio il misterioso 9° pianeta del Sistema Solare a perturbare gli oggetti della KBO.

Questo nuovo studio scatenerà la caccia al pianeta 9 del Sistema Solare?

Per rimanere nel campo semantico dei Sette mari, i due ricercatori hanno realizzato una vera e propria mappa del tesoro. Il loro studio li ha portati ha definire delle porzioni di cielo dove è più probabile individuare il misterioso pianeta. Certo, l’annuncio non è molto incoraggiante visto che i due hanno già alle spalle una previsione simile nel 2016, rivelatasi poi errata. Ciò di certo non li ha scoraggiati:

“Ora sappiamo davvero dove cercare e dove non cercare. Questo dovrebbe bastare – a meno che non abbiamo fatto qualcosa di sbagliato”.

Mike Brown, California Institute of Technology
Telescopio Subaru Credit: subarutelescope.org

Un altro indizio arriva direttamente dai sistemi stellari a noi vicini che presentano pianeti simili. Molti studiosi ritengono però queste prove poco credibili e dubitano della sua esistenza. Il fatto che ancora non sia stato individuato certamente non gioca a favore del team californiano. Se esiste però, sicuramente si trova nella porzione più lontana della sua orbita.

Anche le condizioni di luminosità sono un’incognita: non conoscendo la sua composizione è difficilmente stimabile la sua magnitudine. Vari telescopi in tutto il mondo scandagliano il cielo continuamente: i due studiosi stanno utilizzando il telescopio Subaru in cima al Mauna Kea nelle Hawaii. L’impresa sembra più difficile di quanto si pensi ma spesso l’Universo ci regala sorprese, quindi non ci resta che attendere.

I precedenti tentativi e la scoperta di Plutone

Già da un secolo alcuni scienziati portano avanti la caccia al 9° pianeta del Sistema Solare: famosa fu la ricerca dell’astronomo Percival Lowell intenzionato a trovare il pianeta X, come da lui soprannominato. La sua convinzione riguardo la sua esistenza lo spinse a lasciare 1 milione di dollari in testamento per finanziare la ricerca dopo la sua morte nel 1916.

Plutone, immagine ricolorata Credit: NASA/JHUAPL/SwRI

Il caso ha voluto che nel 1930 Clyde Tombaugh scoprì Plutone proprio dal Lowell Observatory. I più nostalgici ricorderanno con piacere come fino al 2006 era lui a fregiarsi del ruolo di 9° pianeta. L’Unione Astronomica Internazionale ha deciso però di declassarlo a pianeta nano, considerate le sue ridotte dimensioni e la sua similarità con altri oggetti ai margini del Sistema Solare.

Il dibattito rimane aperto e gli occhi degli osservatori continuano a scrutare il cielo. Se nel 2023 la caccia non avrà ancora portato risultati, un potente alleato si schiererà con gli studiosi: l’osservatorio Vera C. Rubin. Attualmente è in fase di costruzione in Cile a più di 2500 metri di altitudine. Questi studi ci ricordano come anche le cose che ci sembrano conosciute, come il nostro Sistema Solare, possono riservare sorprese: sarà questo il caso?