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Varcare i confini dell’eliosfera: il progetto di una sonda interstellare

La sonda andrà nello spazio interstellare locale sconosciuto, dove l’umanità non è mai arrivata prima. Per la prima volta, scatteremo una foto della nostra vasta eliosfera dall’esterno, per vedere come appare la nostra casa nel sistema solare”. È con queste dichiarazioni che Elena Provornikova, responsabile eliofisico della sonda interstellare del Johns Mopkins Applied Physics Lab (APL), nel Maryland, ha suscitato la curiosità di tutti.

Da cosa nasce il desiderio di voler svolgere questa missione?

Occorre risalire a ben più di 2000 anni fa, epoca in cui l’umanità era già pervasa dall’irrefrenabile curiosità, causata dall’infinito mistero che regna oltre i confini del nostro pianeta. Con il passare del tempo, grazie alla notevole evoluzione umana, diversi dubbi sono stati chiariti, e compiute nuove scoperte. Ma ancora oggi diverse domande risultano sprovviste di risposte. Fin dove l’uomo può spingersi nello spazio inesplorato? Da questo dilemma nasce l’idea, portata avanti dalla stessa Provornikova, appoggiata da un gruppo di circa 500 scienziati, di inviare una sonda nello spazio, con l’intento di percorrere la più vasta distanza mai percorsa.

Che cos’è la sonda interstellare “interstellar probe”?

L’interstellar probe è una sonda spaziale, ideata al fine di raggiungere una distanza dalla Terra di circa 1000 unità astronomiche, 1000 volte superiore alla distanza Sole-Terra. Il termine “unità astronomica” indica un’unità di misura che è pari alla distanza media che c’è tra la Terra e il Sole. Questo equivale a circa 150 milioni di chilometri, parlando di 1000 UA si intendono quindi 150 miliardi di chilometri, circa. L’oggetto sarebbe in grado di coprire in soli 15 anni la strada che le due gemelle Voyager hanno percorso in ben oltre 35 anni. Una sonda capace di inviare dati sulla Terra, almeno per mezzo secolo, riuscendo a fornire informazioni preziose sull’inesplorato.

Qual è lo scopo di raggiungere una distanza così grande?

Lo scopo principale sarà quello di varcare l’eliosfera, la bocca magnetica che racchiude i pianeti del nostro sistema solare. Un’enorme bolla di plasma che nasconde da sempre segreti a noi celati. I suoi confini sono segnati dall’eliopausa e sono stati raggiunti dalla coppia Voyager 1 e 2, rispettivamente nel 2012 e nel 2018. Attualmente Voyager 2 si trova a 127 UA dal Sole, mentre Voyager 1 ha già abbondantemente raggiunto le 150 UA. Ma per addentrarsi nei meandri dello spazio ed osservare l’eliosfera dall’esterno, occorre spingersi molto più in là, almeno a 1000 UA dal Sole.

Questo è lo scopo della sonda; perfezionare il lavoro compiuto da Voyager, così da arricchire il repertorio scientifico, ricavando molte più informazioni possibili. Uno degli obiettivi sarà scoprire le interazioni che può avere il Sole con la galassia locale, e come esso influenza l’eliosfera. Inoltre servirà a capire come il gas interstellare agisce con il plasma solare.

Quando avrà inizio e quanto durerà il progetto della sonda interstellare?

Alla fine dell’anno solare il team di scienziati consegnerà il progetto alla Nasa. Il programma è chiaro, così come la destinazione e la sonda è ben assestata. Spetterà all’agenzia spaziale confermare la missione e in caso di risposta positiva dovrebbe prendere vita nel 2030, circa. Per quanto riguarda la durata dovrebbe essere di minimo metà secolo, così da ottenere il maggior numero di informazioni possibili.

Articolo a cura di Victor Magliano