Astronomia

Inizia un nuovo ciclo solare: il prossimo futuro della nostra Stella

Il Sole si sta risvegliando: dopo la pausa dovuta alla transizione tra due cicli, ecco i primi sintomi di una nuova attività. Nuovi brillamenti emessi dalla nostra Stella hanno provocato effetti anche sulla Terra. Il numero di regioni attive sta aumentando e con esse cresce tutta una serie di fenomeni elettromagnetici associati. Cosa comporterà il nuovo ciclo solare nel prossimo futuro?

Risultato osservazioni Soho ESA-NASA Credits: Soho NASA/ESA

Panta rei: anche per il Sole passa il tempo!

A circa un anno dall’inaugurazione del 25° ciclo solare (molti modelli forniscono il 2020 come data di inizio) il Sole è entrato nel vivo della nuova fase. La nostra Stelle è soggetta ad una attività ciclica che dura all’incirca 11 anni, durante la quale variano i fenomeni solari. Inizio e fine di ogni fase sono generalmente caratterizzati da una scarsa presenza di regioni attive.

Al contrario, le fasi centrali sono caratterizzate da un’intensa formazione di regioni attive, come le macchie solari. Durante queste fasi vi sono intensi brillamenti che causano l’emissione di massa dagli strati più superficiali del Sole per poi propagagarsi per tutto il Sistema Solare. Il fenomeno interessa quindi anche il nostro Pianeta che si ritrova letteralmente inondato da questi fenomeni ad alto contenuo energetico.

Il brillamento del 3 luglio osservato dalla sonda Sdo della Nasa. Crediti: Sdo/Nasa

L’inizio dell’estate 2021 sembra essere stato accompagnato da questi primi brillamenti. In particolare, il 3 luglio il satellite Goes della NASA ha rilevato il primo brillamento di classe X (cioè di intensità elevata), durato 16 minuti. A questo erano preceduti eventi di intensità minore: i brillamenti di classe M. Ora rimane da capire in che modo la terra è influenzata dall’attività solare.

Conoscere i cicli solari è importantissimo per la vita sulla Terra

Il nuovo ciclo solare porterà con sè fenomeni che possono influenzare pesantemente le attività umane, specie quelle satellitari. Conoscere, e in qualche modo cogliere, le avvisaglie di questi fenomeni può rappresentare un’ottima strategia per prendere le opportune contromisure. Un altro tassello fondamentale è conoscere le direzioni di propagazione delle particelle ad alta energia Sep.

Le Sep sono veicolate secondo le direzioni imposte dalla spirale di Parker, il campo magnetico interplanetario che domina il Sistema Solare. La studio di questo complesso campo viene ricostruito quotidianamente dal progetto Swelto, attraverso una simulazione numerica della magnetodinamica. Il progetto sfrutta il modello Rimap, sviluppato all’interno di una collaborazione Inaf Torino, Università di Torino e Università di Palermo.

Ricostruzione spirale di Parker del 3 luglio 2021 Credits: Swelto/Inaf Torino

I risultati sono riportati nell’immagine in alto, dove viene riprodotto il piano dell’eclittica. Al centro è riprodotta la posizione del Sole, mentre sul lato destro viene mostrata la Terra. La gradazione cromatica riproduce gli andamenti della densità delle particelle e della loro velocità radiale. Con le due informazioni sulla sorgente di origine e sul percorso verso Terra si riesce a ricostruire l’impatto sulla supeficie terrestre.

Come il nuovo ciclo solare influenzerà la Terra?

Sono sostanzialmente due gli effetti che derivano dai brillamenti: un burst di emissione nelle onde radio e un disturbo del campo geomagnetico terrestre. Quest’ultimo chiamato magnetic crochet si verifica nell’arco di pochi minuti dal brillamento: i fotoni ad alta energia impattano sulla ionosfera intensificando il campo elettromagnetico terrestre.

Segnale radio rilevato dal Sid monitor di Torino Credits: Crediti: Swelto/Inaf Torino

Proprio analizzando il comportamento della ionosfera è stato possibile rilevare le tracce dei movimenti della nostra Stella. Il Sid (Sudden ionospheric disturbance) ha prodotto il picco nella frequenza di 23.4 kHz poco prima delle 15 del 3 luglio, assente il giorno prima (riportato nell’immagine in alto). Questi fenomeni possono impattare in maniera più o meno distruttiva sull’elettronica a bordo dei satelliti compromettendone il funzionamento

Guardando al lungo periodo nei prossimi anni è previsto un incremento dell’intensità e della frequenza di tali fenomeni. Infatti, per metà decennio è previsto il picco di attività di questo ciclo solare appena iniziato. Lo studio di questi fenomeni risulta quindi vitale per assicurare i servizi satellitari diventati sempre più essenziali.