I dati della sonda Cassini aprono ad una possibile vita batterica su Encelado
La missione spaziale Cassini-Huygens continua a riservare sorprese: un recente studio analizza la possibilità dell’esistenza di vita batterica su Encelado. La ricerca è stata compiuta grazie ai dati ottenuti durante alcuni flyby che hanno permesso la determinazione della composizione chimica dell’atmosfera della luna di Saturno. I risultati riescono a spiegare la presenza di vita batterica nascosta sotto la superficie?
Cassini ci ha aperto gli occhi sul sistema di Saturno
La missione, conclusa nel 2017, ci ha fornito un’innumerevole quantità di dati sul sistema di Saturno, costituito dai classici anelli ma anche dai numerosissimi satelliti orbitanti: ad oggi se ne contano 82. Durante i 13 anni di osservazioni e rilevamenti, ha permesso di rispondere alle domande degli studiosi di tutto il mondo, aprendo anche la strada ad ipotesi sulla presenza di vita extraterrestre.
In particolare, l’attenzione cade su Encelado, uno dei satelliti più grandi di Saturno; studiato durante alcuni flyby affettuati dalla sonda. Abbiamo capito molto riguardo la sua conformazione e le sue caratteristiche fisiche. Infatti, le osservazioni hanno portato a determinare che sotto la superficie della luna è presente un oceano sotterraneo di acqua liquida, probabilmente salata.
Ma ciò che maggiormente caratterizza questa luna è l’intensa attività di criovulcanismo. Il fenomeno è simile al vulcanismo terrestre, dal quale differisce per l’emissione di acqua e gas al posto della lava. Il risultato visibile sono gli alti pennacchi che sparano nello spazio getti di materiale a velocità altissime. Sulla superficie invece si possono osservare le “strisce di tigre” dal quale partono questi geyser.
La quantità di metano come indizio di vita batterica su Encelado
La missione Cassini ha transitato nelle scie dei getti dovuti al criovulcanismo di Encelado, rilevando la presenza di idrogeno molecolare, anidride carbonica e metano. L’idrogeno conferma l’attività idrotermale della luna; ma le quantità eccezionalmente alte di metano hanno spiazzato gli scienziati, che hanno voluto approfondire per individuarne possibili cause.
Basandoci sull’esperienza terrestre, sappiamo che uno dei meccanismi che genera metano è la serpentinizzazione. Sostanzialmente un processo geologico che, sotto opportune condizioni di temperatura e pressione, favorisce la formazione di metano partendo da idrogeno e anidride carbonica. Le quantità rilevate dell’idrocarburo non sono però compatibili con il solo sviluppo di questo processo.
Probabilmente c’è altro che si nasconde sotto la superficie di Encelado: la genesi del metano, derivato dalla presenza di vita batterica, colmerebbe il gap rimanente rispetto alle rilevazioni sulla concentrazione del gas. Sostanzialmente il processo di metanogenesi vede coinvolti gli stessi reagenti del processo non biologico: idrogeno e anidride carbonica.
Prove a sostegno della vita batterica su Encelado, ma nessuna certezza
Pur ammettendo la presenza di questi batteri, riuscirebbero questi a trovare il sostentamento di cui avrebbero bisogno? Il processo di metanogenesi batterica richiede idrogeno molecolare, quindi il team di ricercatori della University of Arizona e della Université Paris Sciences et Lettres si è chiesto se ce ne fosse nelle giuste quantità per spiegare il fenomeno.
I ricercatori si sono basati su un modello statistico bayesiano associato allo studio di un eventuale popolazione batterica. Per lo studio si sono sfruttati i parametri caratteristici degli organismi presenti sulla Terra, in termini di sopravvivenza a un determinato range di temperatura e sotto opportune condizioni energetiche. I risultati hanno ammesso la possibilità di una vita negli oceani nascosti di Encelado.
«Ovviamente non stiamo concludendo che nell’oceano di Encelado esista la vita. Piuttosto, volevamo capire quanto fosse probabile che le sorgenti idrotermali di Encelado potessero essere abitate da microrganismi simili a quelli presenti sulla Terra: secondo i nostri modelli, i dati di Cassini ci dicono che questa probabilità è alta»
Regis Ferriere , ricercatore della University of Arizona
Il ricercatore è ben lontano dal gridare alla scoperta di vita extraterrestre. Lo studio mostra che da un’attenta analisi dei dati di Cassini è emersa la possibilità che su Encelado sia presente una forma di vita batterica. La sua presenza spiegherebbe l’anomala quantità di metano nelle emissioni della luna di Saturno. Probabilmente la certezza non si avrà finchè non si riuscirà a rilevare direttamente tracce di vita, ma come spesso accade, è stato compiuto solo un primo passo.