Guasto al telescopio Hubble: individuata la causa del malfunzionamento?
Dal 13 Giugno il telescopio spaziale Hubble è offline a causa di un guasto ai sistemi di bordo. Dopo svariati tentativi la soluzione sembra essere più lontana di quanto ci si aspettava all’inizio. La NASA sta svolgendo numerosi test diagnostici per individuare le cause del problema al telescopio spaziale Hubble al fine di riportarlo al più presto nel suo nominale stato operativo.
Cosa è successo al famoso telescopio spaziale Hubble
Il più famoso telescopio spaziale mai costrutito è andato in ferie: purtroppo ferie forzate a causa del guasto di metà Giugno 2021 che ha costretto l’interruzione della sua intensa attività scientifica. Il computer principale, non rilevando il “keep alive” dal payload, ha provveduto ad attivare la funzione “Safe Mode” che pone i fondamentali strumenti scientifici in stand-by in attesa di risolvere il problema.
In questo modo saranno conservati in maniera sicura fino a quando il telescopio tornerà al suo stato di funzionamento ottimale. Vi abbiamo già aggiornato in un precedente articolo sui primi tentativi senza successo del team del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland. Il guasto riguarda il computer del payload: il NASA Standard Spacecraft Computer-1 (NSSC-1).
La sua funzione prevede la gestione degli strumenti scientifici del telescopio spaziale e risale ad una tecnologia degli anni ’80. Un ulteriore computer di backup è installato per ridondanza ed entrambi possono comunicare con 4 slot di memoria indipendenti (CMOS): da uno di questi sembrava inizialmente scaturito il guasto. Purtroppo i tentativi di passare ad un altro slot di riserva sono stati vani.
I nuovi tentativi di risolvere il guasto del telescopio spaziale Hubble
Test diagnostici sulle memorie hanno mostrato che c’è del sommerso e che il loro malfunzionamento era solamente un sintomo. L’attenzione si è spostata su 2 componenti principali: lo STINT (Standard Interface), che collega il modulo elaborativo del computer agli altri componenti, e proprio quest’ultima unità, la CPM (Central Processing Module).
Fortunatamente anche di questi due equipaggiamenti è inclusa una ridondanza nel computer posto come backup. Il team ha quindi svolto dettagliate analisi abilitando poi la prima accenzione spaziale di questo computer. Anche con il secondo computer la situazione non si è sbloccata: l’accesso alla memoria rimane ancora negato. Il problema non sembra quindi trovarsi nei due equipaggiamenti.
Come dei detective, il team ha ingrandito il campo di indagine alla Command Unit/Science Data Formatter (CU/SDF): la prima responsabile della trasmissione di dati all’interno dello spacecraft, la seconda formatta i dati per l’invio a Terra. Se le analisi del team risulteranno corrette le operazioni di ripristino potrebbero essere molto più complesse e lunghe.
Infine, l’ultimo indiziato è un regolatore di potenza contenuto all’interno della Power Control Unit. Ha lo scopo di fornire potenza ad una tensione costante ai diversi strumenti presenti a bordo. Se per qualche ragione la tensione fornita si è discostata da quella nominale potrebbe aver compromesso qualche componente elettronico del payload.
L’indagine prosegue, ma il passato lascia ben sperare!
Già nel passato abbiamo assistito ad operazioni di manutenzione, anche spettacolari, come quelle operate per mezzo dello Space Shuttle (SM 1 2 3A 3B 4). Tutte le missioni si sono concluse nel migliore dei modi ed hanno permesso al telescopio di regalarci immagini fantastiche per oltre 31 anni.
La prossima settimana sarà decisiva per il telescopio spaziale Hubble: tutti speriamo che questo guasto non comprometta le sue funzioni, che ci hanno regalato scorci dell’Universo. Non solo, le sue indagini sono spesso risultate la prova decisiva a sostegno delle teorie avanzate dalla comunità scientifica sui segreti del cosmo!