La scorsa settimana con un comunicato ufficiale, Viasat ha richiesto alla Federal Communication Commission (FCC) che intervenisse a favore dello stop ai lanci di satelliti Starlink da parte di SpaceX.
Viasat (un operatore di servizi satellitari) ha accusato la FCC di non aver valutato accuratamente, in fase di approvazione, l’impatto ambientale legato all’espansione della costellazione di Starlink, in particolar modo per quello che riguarda i satelliti situati nell’orbita più bassa.
A creare motivo di discussione, è stata la richiesta di modifica degli accordi sulla distribuzione in orbita dei satelliti Starlink inviata da Space X. La FCC aveva approvato questa modifica lo scorso 27 Aprile scatenando le ire di Viasat.
In particolare, stando agli accordi precedenti, SpaceX era autorizzata al lancio di un numero complessivo di 4409 satelliti suddivisi in 2825 esemplari su un’orbita tra i 1100 e i 1300 km e 1584 esemplari su un’orbita di 550 km.
La necessità di modificare questi accordi è sorta poichè SpaceX aveva già quasi interamente “consumato” i posti a disposizione alla quota di 550 km e si apprestava a effettuare nuovi lanci verso questa orbita. Pertanto SpaceX ha richiesto e ottenuto che la FCC riducesse il totale di satelliti autorizzato di un’unità (da 4409 a 4408) ma che l’intera flotta potesse sistemarsi sull’orbita più bassa, a 550 km di quota.
Al sì della FCC è seguito il lancio dello scorso 15 Maggio che ha di fatto portato SpaceX a sfondare il precedente muro dei 1584 satelliti (tutti alla quota di 550 km).
Ciò che preoccupa Viasat, sono i possibili effetti ambientali che una costellazione così ampia può portare ad orbite così basse. In particolare, le preoccupazioni si concentrano sulla possibile interferenza tra la presenza dei satelliti Starlink e le missioni che attraversano la loro orbita. Inoltre preoccupa il già noto problema dell’inquinamento luminoso, che sin dai primi lanci ha interessato la comunità astronomica.
John Janka, un esponente della società Viasat che si occupa degli aspetti legali e regolamentari dell’attività satellitare dell’azienda, ha dichiarato:
Crediamo che la Federal Communication Commission, prima di autorizzare il lancio di migliaia di satelliti Starlink in orbita bassa, non sia riuscita a condurre una revisione adeguata dal punto di vista legale rispetto alle linee del NEPA (National Environmental Policy Act) e non abbia onorato l’impegno preso con l’amministrazione Biden-Harris volto a un approccio nella protezione dell’atmosfera, del clima del nostro pianeta, dello spazio e del benessere ambientale dei cittadini degli Stati Uniti d’America basato sulla scienza
Attualmente nessun provvedimento è stato preso dalla FCC. In particolare la Federal Communication Commission ha già illustrato le sue ragioni per giustificare il proprio mancato intervento. Per quanto riguarda la questione dell’inquinamento luminoso, parrebbe che il NEPA non contempli questa specifica fattispecie tra gli oggetti di tutela ambientale. In più, rispetto ai potenziali pericoli per il traffico spaziale, la FCC ha rimandato alla Federal Aviation Administration qualunque eventuale revisione dei protocolli.
Viasat, dal canto suo ha fatto sapere che se entro il 1 Giugno non saranno state prese le necessarie contromisure si rivolgerà alla Corte d’Appello del Distretto della Columbia.
SpaceX, invece, non ha ripotato alcun tipo di dichiarazione o commento continuando a programmare i prossimi lanci dei satelliti Starlink, nonostante la richiesta di stop da parte di Viasat.