Virgin Galactic torna a volare con la Unity dopo due anni
Virgin Galactic completa un test di volo importante con la VSS Unity. Il test condotto lo scorso 22 maggio ha permesso di completare il primo di una serie di step fondamentali che puntano verso il turismo spaziale. Purtroppo, il successo è arrivato in ritardo, dopo circa 2 anni di “inattività” della compagnia di Richard Branson. A causare il rallentamento degli esperimenti di volo sono state innanzitutto le difficoltà dettate dalla pandemia, ed in secondo luogo le problematiche incontrate con delle interferenze elettromagnetiche lo scorso dicembre.
Il test di volo perfetto di Virgin Galactic
Il test di volo effettuato in data 22 Maggio è stato storico anche per un secondo motivo. Infatti, si è trattato del primo lancio di astronauti verso lo spazio da uno spazioporto situato nel territorio del New Mexico. Dunque, lo Spaceport America diventa il terzo luogo americano a permettere il lancio di esseri umani in orbita terrestre.
Come accade in tutti i test targati Virgin Galactic, il volo ha avuto inizio con un decollo convenzionale della VMS Eve. Alla navicella madre, Virgin Mother Ship Eve, è inizialmente attraccato la Spaceship chiamata VSS Unity. Una volta raggiunta la quota di circa 13 km, la Unity si distacca dal velivolo madre per dare inizio alla fase di volo indipendente sfruttando il propulsore ibrido Rocket Two. La navicella ha continuato a guadagnare altitudine viaggiando ad una velocità 3 volte superiore quella del suono.
Alla quota di circa 90 km, alle porte della famosa linea di Karman, la navicella si è esibita in una manovra di backflip. A quel punto la VSS Unity ha dato inizio alla fase di rientro con una planata morbida ed un atterraggio allo stesso Spaceport America.
I piloti della VSS Unity, CJ Sturckow (record, primo astronauta a raggiungere lo spazio partendo da 3 diversi stati!) e Dave Mackay, hanno potuto godere di viste mozzafiato. Dalle sfumature di azzurro dell’atmosfera terrestre, all’oscurità dello spazio, fino alla luce brillante proveniente dalle sabbie bianche del parco del New Mexico. A pilotare invece il velivolo madre, poco meno fortunati, c’erano questa volta Kelly Latimer e Michael Masucci.
Prossimi step programmati per Virgin Galactic
Questo test di volo costituisce un ulteriore passo in avanti nei programmi della compagnia di Branson. La VSS Unity, così come la sorella di terza generazione VSS Imagine, è progettata per ospitare fino a sei passeggeri paganti insieme a 2 piloti. Virgin Galactic avrebbe già riservato circa 600 prenotazioni per i primi voli, con il prezzo che oscilla tra 200 e 250 migliaia di dollari per posto.
Inoltre, la compagnia statunitense ha sfruttato il volo ai confini dello spazio del 22 maggio per effettuare alcuni esperimenti in microgravità commissionati dalla NASA. Così facendo è stato possibile ammortizzare i costi della missione, come affermato dal CEO di Virgin, Mr Colglazier. I dati raccolti dall’ultimo test saranno attentamente studiati per analizzare tutti i dati della missione.
A questo punto, gli occhi sono puntati sulle ultime due pietre miliari da conquistare per ottenere la licenza di volo da parte della Federal Aviation Administration. Infatti, il programma per i prossimi mesi prevede lo svolgimento di almeno altri 3 voli spaziali per la Unity Spaceship. In particolare, il secondo volo dovrebbe portare in orbita un equipaggio di 6 persone, in maniera da testare tutto il comparto legato al modulo passeggeri. Mentre, il terzo volo dovrebbe ospitare a bordo una persona speciale, proprio il primo fondatore Richard Branson!