Agenzie spaziali

Agenda ESA 2025: come cambia il volto dell’Europa spaziale

Esa pubblica gli obiettivi a breve termine che l’agenzia si è prefissata nei prossimi 4 anni. Non rivolge lo sguardo solo al futuro, ma si sofferma anche sulle scommesse tecnologiche che l’hanno vista protagonista negli ultimi anni. La rotta è tracciata dall’agenda ESA 2025: serve una programmazione precisa dei passi futuri, considerando che lo spazio sarà sempre più centrale nel complesso panorama mondiale.

I numeri dell ESA: un bilancio

Qualche numero dell’Agenzia Spaziale Europea: circa 2200 lavoratori direttamente dipendenti dell’agenzia, un indotto per il settore che tocca i 230.000 posti di lavoro, tra i quali in maggioranza ingegneri, scienziati, informatici e personale amministrativo. Sono invece 22 gli stati membri che le garantiscono il 16% del finanziamento pubblico globale dello spazio. Il bilancio del 2019 è stato di 5.72 miliardi di euro: ma quanto effettivamente costa ad ognuno di noi?

Control centre ESA Credit: ESA

L’agenzia ha stimato il contributo annuo procapite europeo: ognuno di noi contribuisce per un importo pari circa il costo di un biglietto del cinema (negli Stati Uniti è il quadruplo). Gli investimenti degli ultimi anni hanno dato i loro frutti: a fronte di un primo investimento (upstream) di 9 miliardi, il ritorno (downstream) è calcolato intorno ai 70 miliardi di euro. Ciò indica che, all’interno del cinema ci ritroviamo servizi con valore 7 volte maggiore rispetto a quanto inizialmente acquistato.

L’agenzia è sì europea, ma sono i singoli stati che ne costituiscono le fondamenta. In generale ogni nazione contribuisce ai programmi principali in base al proprio PIL: l’Italia è il terzo contribuente dopo Francia e Germania. Ogni Pease è poi libero di scegliere di aderire ai programmi opzionali che ritiene opportuni; ciò provoca un indotto nelle rispettive aziende nazionali, che diventano contractor di ESA.

Agenda 2025: le cinque priorità di ESA

Concept Satellite Galileo Credit: ESA
  • Rafforzamento della cooperazione con gli enti politici UE ed individuazione di nuovi programmi rivolti all’interesse comune dei cittadini europei. Esempio principale è la costellazione di satelliti Galileo: una rete di satelliti per la geolocalizzazione di ultima generazione.
  • Sviluppo di tecnologie apripista nel campo green e digitale. Capostipite del progetto è certamente il programma Copernicus: attraverso le generazioni dei satelliti Sentinel, l’Esa fornisce dati di rilevamento ambientale, utili ad esempio, alla prevezione di calamità.
  • Impegno con la NASA per portare il primo/a cittadino/a europeo/a sulla Luna. Il programma Artemis rappresenta la rinnovata volontà di tornare sulla Luna nei prossimi anni e l’Europa avrà un ruolo fondamentale.
  • Ambiente e cultura del lavoro moderno: attenzione particolare alle pari opportunità, all’equilibrio di genere, sia nel campo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), sia in ruoli dirigenziali. L’obiettivo green invece ha l’ambizione di dimezzare le emissioni registrate nel 2019 entro il 2030.
  • Accelerazione dell’analisi dei dati provenienti dallo spazio a supporto sia dei processi decisionali sia per la modellazione avanzata. Risultati e tecniche saranno utili per migliorare i processi logico-decisionali anche per attività terrestri, come ad esempio quelle sanitarie.
Concept missione lunare Credit: NASA

L’agenda 2025 dell’ESA nel contesto socio-economico

Coma già anticipato, l’agenda 2025 proietta l’ESA sempre più vicina al cittadino europeo: rispondere alle esigenze sociali e catturare l’attenzione su quanto accade oltre l’atmosfera. Una delle missioni più ardue da compiere è proprio rivolta alla diffusione di una “coscienza spaziale” nella società: le conquiste tecnologiche nello spazio hanno un riflesso nel quotidiano di ciascuno.

Altro ostacolo da superare è la pesantezza burocratica che spesso accompagna l’attività dell’ESA. L’agenda 2025 vuole riformulare le strategie degli appalti adottate fino ad oggi: ad esempio ridurre entro il 2022 il tempo medio necessario per le gare d’appalto inferiori a 1 milione di euro. L’obiettivo è creare una space economy più salda, inclusiva e veloce, in modo da poter toccare molteplici settori produttivi.

Concept artistico del lanciatore Vega Credit: ESA

In un contesto che vede un profondo cambiamento degli equilibri del mondo spaziale, l’agenda 2025 esorta ad un cambiamento radicale: i nuovi attori, spesso privati, hanno abbattuto i costi di lancio. Chiaro riferimento ai Falcon 9 di SpaceX; ecco, L’ESA non può rimanere a guardare, è necessario definire nuove strategie di lancio competitive e affidabili.

L’agenda 2025 vede di buon occhio il trend degli ultimi anni: lanciare più satelliti piccoli con poche funzioni al posto di un unico sistema che integra più funzioni. L’era dei CubeSat ha consentito l’accesso allo spazio a numerosi enti grazie al relativamente basso costo di lancio. Quindi, anche lo spazio comincia a diventare alla portata di ogni cittadino europeo. Si stanno gettando le basi per una futura civiltà spaziale?