La Cina lancia il primo modulo della nuova stazione spaziale
Sopra le nostre teste, a circa 400 km di altitudine orbita la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) nata dalla collaborazione di diversi paesi. Gli Stati Uniti, la Russia, il Giappone, il Canada e i paesi europei con l’ESA (European Space Agency) hanno cooperato per costruire la ISS. La Cina per non essere da meno costruirà una propria stazione scientifica orbitante chiamata Tiangog, ovvero ‘Palazzo celeste’. Lo scorso 29 aprile comincia il lungo processo di assemblaggio e la Cina lancia il primo modulo della nuova stazione spaziale.
La Cina lancia il primo modulo Tianhe
Sono le 11.23 al Wenchang Space Launch Center nella provincia di Hainan, quando i 10 motori del Long March 5B si accendono. Il razzo inizia la sua ascesa oltre le nuvole per portare il suo carico in orbita: il nuovo modulo Tianhe (Armonia dei cieli). Questo lancio è stato il secondo volo per la Long March 5B, il razzocinese più potente in termini di capacità di carico. Un razzo con un peso totale al decollo è di 849 tonnellate, dato da uno stadio centrale e quattro ripetitori laterali. Così, la Cina lancia il primo modulo della nuova stazione spaziale. Questo sarà, appunto, il primo pezzo di un progetto che dovrebbe terminare nel 2022. Questo primo modulo pesa 22.5 tonnellate e rappresenta la più grande impresa fin ora realizzata dall’agenzia spaziale cinese (CNSA). La stazione spaziale sarà composta da tre parti, un modulo centrale collegato a due laboratori scientifici dal peso totale di quasi 70 tonnellate. La capsula centrale, proprio la Tianhe, è lunga 16.6 metri con un diametro di 4.2 metri ed è formata da tre parti. La nuova stazione spaziale, proprio come la ISS, ospiterà esperimenti e ricerche scientifiche. Tutte queste attività saranno controllate e articolate dagli astronauti che vivranno nel modulo centrale.
I moduli della nuova stazione spaziale
Con la Cina che lancia il primo modulo della nuova stazione spaziale, si aprono nuove possibilità e orizzonti. Il modulo Tianhe immesso in orbita è solo il primo passo verso la completa costruzione della stazione Tiangog. Proprio in questa sezione centrale, i primi astronauti cinesi, i taikonauti, lavoreranno portando avanti esperimenti e studi scientifici. I primi tre astronauti potrebbero arrivare già all’inizio di giugno per una prima missione di tre mesi, mentre le missioni future dovrebbero durare sei mesi. La forma di questo modulo ricorda quella della prima sezione Mir della vecchia stazione spaziale russa, ormai dismessa. Non solo sistemi vitali e utili per gli esperimenti, ma anche altre sezioni compongono il modulo principale. Un modulo di comando e la camera di decompressione per le passeggiate spaziali faranno parte del Tianhe. L’azienda cinese China Aerospace Science and Technology ha portato avanti l’intero progetto, essendo il primo contraente del programma governativo. Non è da escludere che si occuperà anche degli altri due moduli. Il modulo Wentian e Mengtian sono pensati per ospitare esperimenti e sono solo due dei dieci lanci rimanenti per completare la costruzione entro il 2022. Altri quattro lanci saranno lanci cargo con materiali e rifornimenti vari, mentre, gli ultimi quattro saranno navette degli equipaggi.
Dalla Stazione Spaziale Internazionale alla stazione spaziale cinese
Questo lancio rappresenta senza dubbio un’impresa degna di nota. La Cina lancia il primo modulo della nuova stazione spaziale, una stazione orbitante che durerà almeno per i prossimi dieci anni. È progettata per lavorare in orbita bassa a circa 400 km, come la ISS, e avrà un volume complessivo di 110 metri cubi. La Tiangog sarà, dunque, più piccola rispetto alla Stazione Spaziale Internazionale di 388 metri cubi. Anche per quest’ultima sono previsti miglioramenti. Un nuovo segmento si aggiungerà alla stazione, Axiom la prima parte della futura stazione spaziale commerciale. Questa nuova stazione spaziale sarà composta da tre moduli pressurizzati e da una finestra panoramica, e si prevede di completarla nel 2024. Inoltre, quando la ISS arriverà a fine vita operativa, questa nuova stazione si staccherà e diventerà autonoma.