No, se te lo stai chiedendo non puoi ancora prenotare un biglietto su Internet e partire per un viaggio con destinazione l’orbita terrestre. Nonostante ciò, c’è chi sta cercando di permetterlo nel prossimo decennio. Presto potremo soggiornare in hotel orbitanti dotati di tutti i comfort terrestri e goderci un paesaggio mozzafiato: l’alba del turismo spaziale è alle porte!
Il futuro del turismo spaziale sembra procedere spedito: già SpaceX e Virgin Galactic ci hanno annunciato le loro intenzioni di spedire al più presto turisti civili in orbita o inaugurare nuove rotte sub-orbitali. Ora, tocca alla Società californiana Gatewy Foundation che si pone obiettivi ancora più straordinari: assemblare un hotel in orbita.
Per far capire la portata di tale progetto basta richiamare alla mente la stazione spaziale già immaginata da Stanley Kubrick in “2001: Odissea nello spazio”; l’intezione di Jonh Blincow, leader della Gateway Foundation, è quella di permettere il soggiorno nella stazione spaziale simulando le condizioni presenti sulla Terra.
Il nuovo hotel si chiamerà Voyager Station, sostituendo il controverso nome “Von Braun Station” che voleva essere una dedica al padre della razzo-tecnica. Le previsioni vedevano l’inizio della costruzione nel 2026, per poi permettere le prime esperienze di turismo spaziale nel 2027. Probabilmente ci saranno fisiologici ritardi sia dovuti al Covid, sia dovuti all’innovazione dell’opera.
Il progetto prevede l’installazione di arredamento di lusso paragonabile a quello presente nei più bei resort del pianeta. L’obiettivo è quello di coniugare le comodità che sul nostro Pianeta daremo per scontate con l’esperienza unica di sperimentare gli effetti che fino ad oggi abbiamo solo potuto ammirare dagli astronauti.
La struttura prevede due anelli concentrici, uno più interno e uno esterno: la loro rotazione permetterà di simulare la gravità grazie alla forza centrifuga generata dal moto. Sarà così possibile modulare la gravità grazie alla variazione della velocità di rotazione. L’effetto sarà molto più intenso nell’anello più esterno, così in questo modo sarà possibile installare letti e docce convenzionali per il ristoro dell’equipaggio.
Gli ospiti spaziali potranno svolgere attività astronautiche nella parte più interna dello spacecraft: come provare la famosa sensazione dell’assenza di peso oppure riuscire ad effettuare salti raggiungendo altezze impensabili sulla Terra. L’azienda promette anche la presenza del gelato liofilizzato, uno dei classici cibi a disposizione dello spazio.
Come anticipato la struttura sarà sostanzialmente composta da due anelli concentrici. L’anello interno ospiterà il Docking Hub, ossia la struttura deputata ad accogliere gli spacecraft di trasporto cargo e passeggeri. Tramite apposite portè sara possibile trasferire passeggeri e merci attraverso corridoi pressurizzati.
L’anello più esterno rappresenta l’ossatura di tutta la struttura; da un lato supporta le operazioni di assemblaggio mentre dall’altro rappresenta l’alloggio di pannelli solari, radiatori e addirittura un sistema di trasporto tramite rotaia. Esternamente alla struttura troveranno alloggio i moduli pressurizzati necessari alla vita a bordo:
La sfida più ardua rappresenterà sicuramente la costruzione di questa stazione futuristica. Infatti, sarà necessario prima traportare il materiale in orbita, per poi assemblarlo in loco attraverso un GSAL automatizzato. Questa particolare fabbrica spaziale a forma di prisma permetterà la formazione di moduli quadrati e cuneiformi necessari a formare gli anelli.
Formato il modulo, alcuni Pod manovrati da astronauti, permetteranno il posizionamento nella giusta posizione dei vari moduli. Sarà necessario anche il supporto di astronauti con tute apposite derivate da attrezzature sottomarine. Terminate queste operazioni sarà possibile operare dall’interno per definire gli allestimenti.
Certamente vale il detto, tra il dire e il fare c’è di mezzo… lo spazio; esiste già il concept del progetto, ma saranno necessarie ulteriori fasi di progettazione molto più dettagliate che definiscano tutti i punti della stazione spaziale Voyager. Ulteriore complicazione è data dall’enorme sfida ingegneristica e logistica che attende l’azienda e tutti i partner coinvolti.
Vedremo fra poco meno di un decennio se potremo staccare un costosissimo biglietto con destinazione la stazione spaziale Voyager. L’unica cosa certa è che il turismo spaziale sta gettando le basi per permettere l’accesso allo spazio ad una vasta platea di persone.