Home » DuAxel: il rover NASA in grado di conquistare luoghi irraggiungibili

DuAxel: il rover NASA in grado di conquistare luoghi irraggiungibili

Nel Jet Propulsion Laboratory della NASA (JPL) si sta sviluppando DuAxel, un nuovo rover per l’esplorazione di terreni accidentati, con l’intenzione di vederlo operativo in differenti scenari, da Marte alla Luna, fino a possibili utilizzi su asteroidi. DuAxel è capace di trasformarsi staccando dal corpo centrale uno solo dei due assi, il quale è in grado di esplorare in autonomia luoghi fino ad ora inaccessibili come crateri, pietraie o caverne.

Rover DuAxel
DuAxel durante il test nel deserto del Mojave. Credits: NASA/JPL-Caltech/J.D. Gammell

Com’è fatto il rover DuAxel

Come suggerisce il nome, DuAxel è l’evoluzione a due assi del sistema Axel, già sviluppato dal JPL, ovvero una famiglia di rover a singolo asse, progettati per missioni su terreni accidentati. Il DuAxel si compone, quindi, di una coppia di assi muniti di ruote in metallo; ognuno di questi assi si àncora ad un telaio centrale per mezzo di un cavo di collegamento, così da formare un robot a 4 ruote motrici. Il cavo non garantisce solamente la connessione alla struttura, ma permette la trasmissione di potenza e le comunicazioni. Con questa configurazione il rover è in grado di spostarsi su quasi ogni tipo di terreno, sfruttando il suo sistema di navigazione integrato che gli permette di evitare gli ostacoli maggiori.

La vera forza di DuAxel è la versatilità: la configurazione a 4 ruote motrici gli permette di coprire distanze ragguardevoli anche su terreni accidentati, senza rinunciare alla possibilità di trasportare un carico utile di tutto rispetto, stivato perlopiù nel telaio centrale. Inoltre, grazie alla capacità di staccare in modo indipendente un asse motrice, è in grado di esplorare luoghi particolarmente ostici, che sarebbero impossibili da raggiungere per i rover attualmente utilizzati, come ad esempio Curiosity o anche il nuovissimo Rover Mars2020 Perseverance.

Rover DuAxel in azione
L’Axel posteriore e il telaio fungono da àncora per l’asse anteriore che si stacca e inizia le attività di esplorazione. Credits: NASA/JPL-Caltech/J.D. Gammell

Scendere in un cratere in “corda doppia”

Quando trova un cratere, una fossa o una scarpata, DuAxel si ferma, abbassa telaio e asse posteriore creando una sorta di àncora. L’Axel anteriore si stacca dalla struttura in modo autonomo e prosegue verso il suo obiettivo. Le due ruote motrici gli permettono di muoversi con facilità e il sistema di navigazione integrato analizza il terreno davanti a sé per indirizzare il piccolo rover sul percorso più agevole. Raggiunto il punto di interesse, la metà anteriore compie rilevamenti e raccoglie campioni grazie agli strumenti di cui è fornita. Completata la missione, il ritorno in sicurezza è garantito dal cavo di collegamento che viene riavvolto fino a quando l’asse motorizzato non si riconnette al telaio centrale, ricostituendo il DuAxel.

Nell’autunno 2020 gli scienziati del JPL hanno condotto un test nel deserto del Mojave, in California, ritenendosi soddisfatti delle capacità messe in campo dal rover:

“DuAxel si è comportato estremamente bene sul campo, dimostrando con successo le sue abilità nell’affrontare un terreno insidioso, ancorarsi a terra e scollegare il rover Axel. Questo è disceso autonomamente lungo una ripida scarpata, dispiegando le sue strumentazioni senza necessità di un braccio robotico.”

ISSA NESNAS, PRINCIPAL TECHNOLOGIST PRESSO JPL ROBOTICS SECTION

Se vuoi vedere il piccolo rover DuAxel in azione nel deserto del Mojave, clicca qui

rover DuAxel
Axel può affrontare terreni con asperità, ostacoli e pendenze significative, inimmaginabili per i rover attualmente in uso. Credits: NASA/JPL-Caltech/J.D. Gammell

Un progetto che parte da lontano

Il test di ottobre 2020 è stato il risultato di anni e anni di sviluppi: già dagli anni ‘90 la NASA aveva iniziato ad esplorare ipotesi di rover modulari e trasformabili. Da allora Issa Nesnas ha lavorato al progetto di Axel con il suo team, progettandolo essenzialmente come un sistema modulare: due assi potevano essere attaccati ai lati di un payload, tre Axel avrebbero garantito il trasporto di due payload e così via, fino a creare un “treno” di Axel. Successivamente invece il team dei JPL ha capito di poter sfruttare il proprio Axel per missioni di esplorazione e rilevamenti scientifici. Inizialmente si era anche pensato di caricare gli Axel a bordo di un lander che potesse atterrare vicino ai luoghi di interesse individuati dal centro di controllo. Questa soluzione è stata abbandonata perché avrebbe richiesto una precisione di atterraggio difficile da garantire in missioni planetarie, come ad esempio Marte.

Ad oggi DuAxel non è stato ancora inserito ufficialmente in nessuna missione e non è in programma nemmeno un test in ambiente spaziale. Il team del JPL però, continua a sviluppare questo interessante progetto in modo da poter essere impiegato in futuro per l’esplorazione di luoghi fino ad ora inaccessibili per gli altri rover “convenzionali”.