La notizia riporta dell’avvenuta rilevazione da parte degli astronomi di un segnale radio “interessante” proveniente da Proxima Centauri. Abbiamo scoperto tracce di vita nell’Universo? Potrebbe essere la prova definitiva che gli alieni esistono? Procediamo con molta cautela in questo particolare campo minato e andiamo con ordine.
Il 18 Dicembre, sul The Guardian, è venuta fuori la notizia della rilevazione di un segnale radio emesso dal nostro “vicino”: Proxima Centauri. Si tratterebbe di una rilevazione effettutata nella primavera dello scorso anno. L’allarme è scattato quando gli algoritmi del Breakthrough Listen Project hanno filtrato queste onde radio a circa 980MHz. Il protagoista del rilevamento è stato il telescopio Parkes, in Australia.
La banda di trasmissione del segnale BLC1 è stretta e varie leggermente in frequenza. Ciò significa che si possono scartare le emissoni naturali più comuni. In più, Il fatto di essere ben definito lascia presupporre un’origine non naturale. Le sue oscillazioni fanno escludere anche un’emittente sulla Terra. Rimangono le comunicazioni satellitari che raramente toccano queste frequenze.
Proxima Centauri è una nana rossa e, dopo il sole, è la stella a noi più vicina. Dista “solamente” 4.2 anni luce da noi. Ospita probabilmente due pianeti: uno gassoso, un altro roccioso chiamato Proxima b. Questo si trova a una distanza tale dalla sua stella da poter accumulare acqua liquida, quindi ha potenzialità ad ospitare la vita. Su ciò ancora non è stata data una riposta definitiva, ma il puzzle comincia a definirsi…
Le probabilità non giocano certo a farore della scoperta degli omini verdi. La nuvola di circa 2700 satelliti intorno alla Terra non rende l’analisi semplice. Nel calderone c’è anche la spiegazione che attribuisce la sorgente a fenomeni cosmici molto distanti da noi. L’ipotesi di esplosioni radio dovute a campi magnetici è la più accreditata, difficile l’attribuzioni a quasar e pulsar che emettono in un range di frequenze veriegato. Più esotica è la possibilità che l’orgine sia bene oltre Proxima Centauryi, il che aprirebbe la caccia al corpo celeste nascosto.
Sicuramente rimarremmo tutti un pò delusi scoprendo che l’origine del segnale è il microonde utilizzato durante la pausa pranzo. É quanto già accaduto cinque anni fa sempre al radioscopio di Parkes. L’ET è stato identificato, era un operatore affamato! Altra pietra miliare del programma SETI è stato il segnale WOW, di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo, anche quello caratterizzato da una banda stretta.
Gli astronomi del progetto Breakthrough Listen stanno ancora studiando il segnale per poter definire con sufficiente sicurezza la sua origine. Dovremo quindi aspettare ancora del tempo prima di conoscere un risposta, d’altronde l’inquinamento elettromagnetico antropico non facilita il compito degli astronomi. Il mondo scientifico è molto cauto a riguardo poichè un indizio non fa una prova.
Così scriveva Sir Arthur Conan Doyle nel suo giallo “Il segno dei quattro”, che narra le vicende del famoso investigatore londinese. La frase è il giusto riassunto del procedimento deduttivo che si può applicare in questo caso. Scartando tutte quelle cause non probabili, tra quelle che rimangono deve esserci quella che spiega l’origine del segnale rilevato.
Attendendo le pubblicazioni relative al segnale radio potremmo domandarci se siamo pronti ad un incontro con qualcosa di “alieno”. Se la nostra percezione della realtà è pronta a fare un salto metaforico, come reagiremmo all’eventuale notizia che l’uomo non è solo nell’Universo? L’eventualità è molto improbabile, è vero, ma la domanda offre spunti di riflessione che possono anche semplicemente portare ad un evoluzione culturale per noi abitanti del pianeta Blu.
Che questo 2020 riservi ancora sorprese? In effetti, per chiudere questo anno del tutto atipico, avere una visita da alieni sarebbe la ciliegina sulla torta.