Aviazione

Aeroporto di Linate: il più grande disastro aereo italiano

8 Ottobre 2001. Sono passati ormai quasi 20 anni da quel giorno in cui due aerei si scontravano sulla pista 36R dell’aeroporto di Linate a Milano, provocando un bilancio pesantissimo di 118 persone decedute. Cerchiamo di capire quali sono  le cause di questo incidente, se poteva essere evitato e quali insegnamenti si sono potuti trarre.

Foto aerea del disastro. (fonte L’Eco di Bergamo)

Sinossi degli eventi dell’aeroporto di Linate

È una nebbiosa mattinata d’autunno, caratteristica molto frequente nell’entroterra padano e un MD-87 della Scandinavian Airlines si appresta a decollare con 110 persone a bordo da Milano alla volta di Copenaghen, in Danimarca. Dopo aver ricevuto l’autorizzazione dalla torre comincia la corsa di decollo. Raggiunta la velocità caratteristica Vr (velocità di rotazione), i piloti alzano il muso dell’aereo che inizia a staccarsi da terra.

Improvvisamente il ventre dell’aereo si scontra con un Cessna Citation CJ2 con tutte e tre le gambe dei carrelli. Nonostante l’impatto l’MD-87 riesce a volare per alcuni secondi, arrestandosi violentemente contro una struttura adibita a deposito bagagli. Il bilancio dei morti è drammatico: in entrambi gli aeromobili muoiono tutti gli occupanti e nel deposito bagagli altre quattro persone perdono la vita. 

Cosa ha determinato l’incidente?

 In ogni incidente non c’è mai una sola causa scatenante, ma una serie di eventi che, concatenati, conducono al “punto di non ritorno”. La causa iniziale può essere individuata nell’errore dell’equipaggio del Cessna nell’imboccare la corretta pista di rullaggio. Dal piazzale Ovest di Linate si diramano due piste di rullaggio: R5, diretta verso Nord ed R6, diretta verso Sud. È proprio quest’ultima che viene erroneamente percorsa dal piccolo aeromobile, al posto della pista assegnatagli R5. La pista R6 interseca proprio la pista principale 36L, utilizzata dall’MD per decollare. Lo scontro è inevitabile. 

Schema dell’aeroporto e percorsi dei due aeromobili (Fonte: wikipedia)

La domanda sorge spontanea: perché nessuno ha fermato la corsa del Cessna? La nebbia non permetteva una visuale oltre i 50 m cosicché né i controllori né gli stessi piloti avrebbero potuto avere consapevolezza della situazione che si paventava loro dinanzi. L’unico warning arriva proprio dall’equipaggio del Cessna, che comunica alla torre di aver raggiunto il punto S4. Il controllore, non sapendo dell’esistenza di quel check point, anche perché non riportato nelle mappe a sua disposizione, autorizza incautamente la ripresa del rullaggio.

Una serie di sfortunati eventi…

La tecnologia che avrebbe dovuto aiutare a spezzare la catena degli eventi era paradossalmente disattivata. Il radar di terra (SMR -surface movement radar-) era ancora inscatolato causa problematiche burocratiche. I sensori di movimento acustici, che suonano al passaggio di un corpo che attraversa il loro campo di azione, erano disattivati per evitare l’insorgenza di falsi allarmi causati ad esempio da animali e veicoli aeroportuali di servizio. L’indagine dell’ANSV ha, inoltre, evidenziato che le stesse dinamiche occorse quella sventurata mattina si ripetevano con costanza (almeno una volta al mese) anche prima dell’incidente. In condizioni di buona visibilità era probabilmente molto semplice evitare collisioni. 

Nel rapporto finale gli esperti hanno denunciato il cattivo stato di manutenzione dell’aeroporto. I segnali dipinti a terra e i cartelli lungo le piste versavano in uno stato di degrado tale che in condizioni di bassa visibilità ne avrebbe compromesso la consultazione. Ulteriore accento è posto riguardo al ritardo nei soccorsi. Nessuno si è accorto immediatamente dell’incidente a causa della nebbia nonostante fosse avvenuto nei confini dell’aeroporto. L’allarme per l’MD-87 è stato dato dopo circa 3 minuti dello schianto, mentre per il Cessna è stata necessaria quasi mezz’ora per l’individuazione.

Come in tutti gli incidenti si è imparato molto dall’accaduto, l’aeroporto di Linate è stato successivamente adeguato secondo le normative vigenti aumentando notevolmente il fattore sicurezza. In aviazione non è permesso svolgere delle attività in maniera superficiale perché questo modo di operare porta spesso a disastri simili. Si tratta di un ambiente fortemente integrato e sinergico in tutte le sue parti, per questo le conseguenze di un’azione seppur minima si possono amplificare fortemente, sino a diventare non più controllabili.

Di Davide De Iuliis.