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Osservazione amatoriale della Luna: come scegliere il telescopio?

La Luna ha da sempre affascinato studiosi e non nel corso della storia. È stata oggetto di miti e leggende e fonte di ispirazione per tanti artisti. Ha da sempre proiettato l’immaginario umano verso più ampi orizzonti, facendoci volare con la fantasia, lì tra le stelle, di fianco a lei. Perciò l’osservazione amatoriale della Luna con il telescopio è un’attività molto diffusa tra grande e piccoli.

La sua influenza su di noi, tuttavia, non è solo “platonica” ma reale e misurabile. Basti considerare che la Luna, avendo una massa pari circa ad un sesto di quella terrestre, riesce ad influenzare in maniera considerevole le masse liquide terrestri, creando i fenomeni che comunemente conosciamo come maree.

L’osservazione amatoriale della Luna

Un esperto, dotato di una buona vista, è in grado di riconoscere le macro caratteristiche della geografia lunare ad occhio nudo, ed un binocolo è sicuramente un ottimo strumento per un’osservazione facile e diretta. Lo strumento più congeniale ed affascinante allo stesso tempo, per osservare il nostro satellite, rimane, però, il telescopio.

Il telescopio, inventato da Galileo nel 1609, è uno strumento in grado di produrre un’immagine ingrandita di un oggetto distante, sfruttando la luce proveniente dallo stesso. Per applicazioni amatoriali, il più comune è sicuramente il telescopio rifrattore. Questo collima tramite un sistema di lenti, la luce entrante nell’obiettivo in un punto detto fuoco, ovvero il nostro punto di osservazione.

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Struttura interna del telescopio rifrattore.

Tale tipologia di telescopio permette di avere immagini molto nitide e definite, essendo quindi la scelta migliore per l’osservazione della Luna e degli altri pianeti del nostro Sistema Solare.

Caratteristiche principali di un telescopio e dei suoi apparati ottici

Le caratteristiche fondamentali di un telescopio possono essere sintetizzate in diametro e lunghezza focale. Avendo come riferimento l’immagine precedente, possiamo identificare il diametro principale rispettivamente al punto di ingresso dei raggi di luce nel telescopio. La lunghezza focale invece altro non è che la distanza il punto focale, o fuoco, e l’obiettivo.

Ad accompagnare il telescopio sono poi presenti due tipologie fondamentali di lenti: la Lente di Barlow e la lente oculare. L’oculare è un dispositivo ottico da porre tra il fuoco e l’occhio dell’osservatore. Ne esistono di vario genere ma sono generalmente classificati in base al campo visivo che offrono ed al loro ingrandimento che sarà tanto maggiore quanto più piccola è la loro lunghezza focale.

Come si può intuire, per l’osservazione lunare non è necessario disporre di oculari che offrono un grande campo visivo ma quelli con un buon ingrandimento. Un’altra tipologia di lente è quella di Barlow. Questa lente è in grado di aumentare l’ingrandimento ottenuto con l’oculare di un fattore moltiplicativo che dipende dalla sua tipologia, ma che può essere anche pari a 3.

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Consigli per l’osservazione amatoriale della Luna con il telescopio

Elencati i principali elementi e caratteristiche per l’osservazione amatoriale, di seguito si vuole elencare una serie di consigli pratici a chi si avvicina a questo mondo per la prima volta. È importante, in base alla lunghezza focale del proprio telescopio, scegliere in maniera accurata la dotazione ottica da utilizzare.

Come consiglio tecnico da tener presente è importante ricordare che l’ingrandimento massimo di un telescopio, permettendo una chiarezza ottimale dell’immagine, è pari circa al doppio del suo diametro, espresso in millimetri. Tenendo invece presente la lunghezza focale dell’oculare, espressa in millimetri, esso fornisce un ingrandimento pari al rapporto tra la lunghezza focale del telescopio e quella dell’oculare stesso. Questa può essere eventualmente aumentata con una lente di Barlow.

Ad esempio, considerando un telescopio rifrattore di medie dimensioni, con una lunghezza focale di 700 mm e diametro 60 mm, il massimo ingrandimento possibile sarà pari a 120. Considerando un oculare di fascia economica, detto di Huygens, con una lunghezza focale di 8 mm, è possibile raggiungere un ingrandimento di 87 circa. Questo può essere aumentato con un’opportuna lente di Barlow si riesce ad ottenere un ingrandimento soddisfacente per osservare la superficie lunare.

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Un consiglio pratico che mi sento di dare al lettore, contrariamente a quanto si possa pensare, per un’osservazione ottimale della Luna è da evitare la fase di Luna piena, la quale riflette una maggiore quantità di luce e non permette una chiara osservazione dei dettagli lunari. Invece il miglior periodo per l’osservazione della Luna è quando essa è al primo quarto, permettendo una visibilità spettacolare dei suoi “mari”, montagne e crateri.

Cosa vedere durante l’osservazione amatoriale della Luna con il telescopio?

Ora che conosciamo tutta la teoria, è ora di passare alla pratica. Siamo in una bella serata estiva, magari sul terrazzo della nostra casa delle vacanze, o in una tranquilla zona collinare, magari con poco inquinamento luminoso. Abbiamo approntato la nostra postazione per l’osservazione, montato le nostre lenti in base all’ingrandimento desiderato… ma cosa guardiamo?

La Luna, fin dalla sua formazione, miliardi di anni fa, è stata plasmata dalla caduta di meteoriti di diverse dimensioni. Data la sua massa ridotta, essa non esercita abbastanza forza gravitazionale da permettersi un’atmosfera, come invece accade sulla Terra, per nostra fortuna. I meteoriti che si trovavano sulla sua traiettoria, non venendo distrutti da un’atmosfera, impattavano con inimmaginabile potenza sulla sua superficie, creando migliaia di crateri. A seguito di questo impatto, a causa del movimento generato, al centro di ogni cratere si formava un cosiddetto cono.

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Cratere lunare con tipico cono centrale

Nel corso dei milioni di anni, il cono centrale dei crateri più antichi veniva coperto da materiale fuoriuscito dalle eruzioni vulcaniche che si susseguivano sulla superficie lunare. Infatti, ai nostri giorni sono presenti crateri che possono o non possono presentare il suddetto cono, permettendoci così di identificare quali sono i più antichi. Con fenomeni analoghi, sulla superficie lunare si è dato vita a vere e proprie catene montuose che si estendono per centinaia di chilometri, i cui tratti formano ombreggiature spettacolari.

Non resta altro che porre l’occhio al nostro telescopio, cercare i numerosi mari e catene montuose in bibliografia, tentando di identificarle noi stessi, lanciandoci in uno degli spettacoli più belli che la “natura spaziale” possa regalare.

A cura di Alessio Ianniello