Il colosso americano ha annunciato, Lunedì 16 Dicembre, che la produzione del Boeing 737 MAX sarà interrotta da Gennaio 2020. L’ annuncio ha portato ad un crollo dei titoli in borsa della compagnia: nella stessa giornata la quotazione Boeing ha perso oltre il 4%.
Il modello in questione è quello tristemente diventato famoso per i due incidenti mortali che lo hanno visto coinvolto: il primo in Indonesia (Ottobre 2018) ed il secondo in Etiopia (Marzo 2019).
I due disastri hanno causato la morte di 346 persone e, sebbene solo dopo il secondo, hanno portato al fermo di tutti i velivoli presenti nelle flotte delle varie compagnie internazionali che lo hanno acquistato.
Ad inizio Dicembre, durante un congresso aeronautico americano, è emersa la voce che, oltre a Boeing, anche l’ente normativo nazionale FAA (Federal Aviation Administration) fosse al corrente dei potenziali rischi di un altro schianto: a valle del primo incidente, le stime di FAA prevedevano altre dozzine di failure del sistema, se la compagnia non ne avesse modificato il software di bordo.
Le analisi svolte sulle scatole nere dei due velivoli avevano infatti evidenziato come potenziale colpevole di entrambi gli incidenti il MCAS (Maneuvering Characteristics Augmentation System), un sistema atto ad abbassare rapidamente la prua in condizioni di potenziale stallo.
Il Boeing 737 Max è un velivolo nato dal progetto dello storico 737, modificato per montare dei motori più efficienti e più grandi. Non volendo discostarsi radicalmente dal design del 737, per limitare i costi di progettazione, i nuovi motori dovevano essere collocati più avanti rispetto ai precedenti, rendendo il velivolo soggetto a rapidi incrementi dell’angolo di beccheggio.
Il software di bordo MCAS è stato introdotto proprio per prevenire eventuali stalli del velivolo in queste condizioni e poter adottare, quindi, il design del vecchio 737.
A valle di una progettazione che non rispecchia gli standard di sicurezza, due sono stati gli errori fatali: principalmente il MCAS si affidava ad unico sensore per il rilevamento dell’angolo d’attacco, precludendo la possibilità di verificare la validità della misurazione; in secondo luogo nessuna compagnia, o ente normativo, aveva ricevuto informazioni sulla presenza di questo software.
Dopo l’ultimo incidente, Boeing ha continuato la produzione di 737 Max al ritmo di 42 velivoli al mese: ad oggi sono circa 400 gli esemplari pronti per la consegna, tutti già con la livrea della compagnia acquirente, parcheggiati nei depositi.
Considerando sia che l’azienda con sede a Seattle riceve la maggior parte del profitto dopo la consegna e sia che FAA non sembra prevedere una re-certificazione del 737 Max in tempi brevi, l’amministrazione Boeing ha annunciato:
Il ritorno in sicurezza del Boeing 737 Max è la nostra priorità numero 1. Al fine di mantenere valido il sistema di produzione a lungo termine e sano l’intero indotto di industrie aeronautiche, il programma 737 MAX viene temporaneamente sospeso per dare precedenza alla consegna dei velivoli già pronti.
Questa decisione avrà serie ripercussioni su tutti i partners di Boeing e sull’intera economia americana, di cui l’azienda rappresenta l’indiscusso motore trainante (per numero di esportazioni). Fortunatamente, però, la solidità della compagnia consente, almeno per ora, di non dover procedere con gli esuberi, distribuendo temporaneamente i dipendenti in altri progetti.
Oltre alla parziale perdita di fiducia da parte dei suoi clienti, i problemi della compagnia sono anche, e soprattutto, economici.
Tra i fondi stanziati per le vittime degli incidenti, le perdite dovute alla mancata consegna, ed ora il fermo della produzione del 737 Max, le perdite della compagnia si aggirano intorno ai 18-20 miliardi di dollari americani.