Il budget assegnato alla NASA dal governo americano per l’anno 2020, proposto lo scorso marzo, era stato al quanto deludente. I numeri indicavano 500 milioni di euro meno rispetto al 2019, cifra incompatibile con le ambizioni di raggiungere la Luna nel 2024 come annunciato dal presidente statunitense, Donald Trump, poco dopo la proposta.
Il 13 maggio scorso, però, è arrivato l’emendamento che prevede 1,6 miliardi di dollari in più rispetto a quello già annunciato. Questa cifra servirà anche a finanziare la missione Artemis, il ritorno con equipaggio umano sulla Luna nel 2024. A dare la conferma è stato Jim Bridenstine, amministratore della NASA, in un video messaggio:
La notizia è arrivata il giorno prima della conferenza annuale Humans to Mars, dedicata all’esplorazione umana di Marte. Quest’anno, l’incontro è stato incentrato sul ruolo dell’esplorazione lunare come primo passo per arrivare al pianeta rosso.
Nonostante l’aggiunta significativa al budget, sono stati anche annunciati dei tagli ad altre missioni NASA. L’obiettivo è concentrare gli investimenti nella missione che riporterà l’uomo sulla Luna, prevista nel 2024. I restanti tagli, annunciati lo scorso marzo, sono rimasti inalterati.
La maggior parte del budget aggiuntivo è previsto per la realizzazione del lander lunare. In questo modo, potrebbe essere anche costruito 3 anni prima del previsto. Esso sarà costruito da un’azienda privata come annunciato lo scorso anno.
Il progetto Space Launch System e la capsula Orion hanno ricevuto, con questo emendamento, altri 651 milioni di dollari per far diminuire i tempi di produzione, oggetto di molto dibattiti. Altre cifre sono state assegnati ad aspetti chiavi: 90 milioni per l’esplorazione delle regioni polari della Luna e 132 milioni per lo sviluppo di tecnologie come la propulsione solare.
La vittima di questo emendamento è la Gateway, la base in orbita lunare che farà da trampolino alle future missioni umane su Marte. Infatti, come si può leggere nel documento ufficiale, la base è stata ridimensionata e ha subito un taglio di 321 milioni, delegando lo sviluppo di aspetti secondari a missioni future.
Per raggiungere l’obiettivo del 2024, la NASA sta pensando a un Gateway multi-modulo realizzati dall’equipaggio per includere solo le parti di base necessarie per supportare un atterraggio iniziale. Il supporto per una presenza lunare sostenibile a lungo termine, come era stata la priorità della NASA, è stato posticipato al 2028.
Oltre all’aumento del budget, è stato anche annunciato il nome della prossima missione che vedrà l’uomo sulla Luna.
“Si scopre che Apollo ha avuto una sorella gemella, Artemis, che sembra essere la dea della Luna”, ha detto Bridenstine, riferendosi alla mitologia greca. “Il nostro ufficio di astronauti è molto vario e altamente qualificato, penso che sia molto bello che a 50 anni di distanza da Apollo, il programma Artemis porterà il prossimo uomo – e la prima donna – sulla Luna.”
Nella mitologia greca, Apollo e Artemide erano i gemelli di Zeus e Latona. Oltre ad essere la dea della Luna, Artemide era anche la dea della caccia, con Orione il suo compagno in molte battute.
Il programma Artemis (in italiano Artemide) iniziò nel 2017 quando il presidente Donald Trump firmò la direttiva sulla politica spaziale, indirizzando la NASA a riportare astronauti alla Luna. All’inizio, la missione era indicata solo con i nomi dei componenti – incluso lo SLS, il veicolo dell’equipaggio Orion e l’avamposto lunare Gateway. Due anni dopo, nel marzo 2019, il vicepresidente Mike Pence definì ulteriormente il programma annunciando una scadenza di cinque anni per il primo sbarco lunare con equipaggio.
Prima di essere assegnata all’attuale programma di sbarco sulla Luna, la NASA ha usato Artemis per riferirsi a un paio di sonde lunari che studiavano le interazioni lunari con il sole. Artemis è stata anche selezionata da un team in competizione per il contratto CLS (Commercial Lunar Payload Services) della NASA. Il nome è stato anche utilizzato per un satellite europeo delle comunicazioni (ritirato nel 2017) ed è stato il titolo fittizio dato alla prima città sulla luna nel romanzo di fantascienza “The Martian”, dell’autore Andy Weir. C’è anche un piccolo cratere con questo nome in Mare Imbrium, o il Mare degli Acquazzoni, sulla Luna.