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Prisma: una missione tutta italiana

Alle 02:50 ore italiane di ieri, venerdì 22 marzo, è stato lanciato con successo il satellite italiano PRISMA a bordo del lanciatore, anch’esso italianissimo, VEGA. La missione, dal valore di 126 milioni di euro, avrà come obiettivo quello di monitorare il nostro pianeta grazie ad una innovativa tecnologia iperspettrale.

Una missione che parla italiano

Trasporto del secondo stadio del VEGA contenente la missione PRISMA. Credits: ASI

La realizzazione del PRISMA (PRecursore IperSpettrale della Missione Applicativa) è stata resa possibile grazie a una collaborazione di imprese interamente italiana, guidata dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), da OHB Italia, e da Leonardo e Telespazio. Così l’industria aerospaziale italiana torna a essere protagonista, ma non solo in Europa.

Infatti, il satellite monitorerà l’ambiente, traccerà i livelli di inquinamento, la qualità dell’acqua e sarà incaricato di tenere d’occhio la crescita di foreste e svariate colture, il tutto a livello globale.

Diventerà pienamente operativo tra tre mesi, e insieme alla costellazione Cosmo Sky-Med dell’ASI, creeranno una rete senza precedenti, destinata all’osservazione della Terra come non era mai stata fatta finora. L’acquisizione e l’elaborazione dei dati avverrà dal Centro Spaziale di Matera.

Una tecnologia innovativa

Hardware del satellite PRISMA. Credits: ASI

Erede del progetto HypSEO, PRISMA conserva l’idea originale di un satellite di imaging iperspettrale ma la tecnologia è stata interamente rivisitata, al punto di essere completamente diversa da quella del suo predecessore.

La tecnica di imaging iperspettrale acquisisce immagini nel vicino infrarosso (NIR) combinando i vantaggi della spettroscopia e dell’imaging, consentendo di ottenere una sorta di “fotografia chimica” del campione in cui si evidenziano aspetti difficilmente visibili o non visibili ad occhio nudo. Queste immagini possono essere considerate come “le impronte digitali spettrali” degli elementi della Terra.

PRISMA scomporrà la luce riflessa dal nostro pianeta in 240 bande (239 bande spettrali più il canale pancromatico) per ricavare dati importantissimi come il livello di salinità del mare, l’erosione del terreno, i versamenti di petrolio e la salute delle foreste.

Allo strumento iperspettrale (costruito interamente dall’azienda italiana Leonardo) è stata affiancata una fotocamera in bianco e nero di una risoluzione di 5 metri che che aiuterà a individuare la zona da cui provengono i dati destinati all’analisi.

La potenza di questo satellite risiede nell’estensione su cui realizzerà le proprie indagini, pari a 30 metri. Ciò permetterà una mappatura molto dettagliata e definita del terreno sottostante.

Satellite PRISMA. Credits: PRISMA Satellite on Twitter

Ogni giorno verranno raccolte circa 223 immagini, ciascuna delle quali copriranno un area di 30 per 30 Km, con la capacità di manovrare e puntare la telecamera fino a 1.000 Km di distanza in entrambe le direzioni lungo la sua proiezione orbitale sulla superficie della Terra.

PRISMA sarà interamente alimentato da energia solare grazie ai pannelli situati sul corpo del satellite e lavorerà lungo un’orbita di 615 Km al di sopra della superficie terrestre, inclinata di 97,8° rispetto all’equatore. La sua strumentazione pesa circa 90 Kg rispetto alla massa del satellite al lancio di 879 Kg.

Un altro successo per il VEGA

PRISMA è il seicentesimo satellite lanciato da Arianespace e il settantesimo, tra quelli creati per l’osservazione della Terra, a essere portato in orbita dalla famiglia di lanciatori europei. Un’altra importante caratteristica di questo lancio è che costituisce il quattordicesimo successo per VEGA, il lanciatore realizzato da Avio, l’azienda europea leader nella propulsione e nel trasporto spaziale di carichi.

VEGA, costruito grazie alla collaborazione tra l’ASI e l’Agenzia Spaziale Europea, è un vettore senza booster laterali, con tre stadi a propellente solido P80, Zefiro 23, Zefiro 9 e uno stadio per le manovre orbitali a propellente liquido, l’AVUM.

Famiglia di lanciatori VEGA. Credits: ESA

Questo vettore può portare in orbita circa 1.500 Kg di carico utile in un’orbita polare di 700 Km. Il VEGA-C, l’upgrade della configurazione attuale del razzo, sarà capace di portarne fino a 2.200 Kg. Il nuovo propulsore P120C (che saranno impiegati anche nei booster del nuovo vettore Ariane 6) sarà l’incaricato di alimentare il primo stadio del nuovissimo VEGA-C. Il secondo stadio, invece, avrà un motore Zefiro 40, che manderà in pensione i più piccoli P80 e Zefiro 23 dell’attuale VEGA.

Come parte della strategia AVIO di diventare un punto di riferimento nel lancio di piccoli satelliti, il lancio di giovedì è stato il primo dei quattro che il VEGA ha in programma per quest’anno. A giugno partirà con il satellite Falcon Eye 1 degli Emirati Arabi Uniti. Ad agosto sarà il turno di 42 nano-satelliti e a novembre quello del satellite Falcon Eye 2, gemello di Falcon Eye 1.

Per ulteriori approfondimenti:

-http://www.telespazio.com/it/-/asi-prisma-telespazio

https://www.asi.it/it/attivita/osservare-la-terra/osservazione-della-terra/prisma