A cura di Antonio Di Felice
Data la recente scomparsa di Paul Allen, fondatore dell’azienda aerospaziale Stratolaunch Systems, i piani aziendali sono cambiati. Sin da subito c’è stato il sentore che il progetto principale con cui il magnate fondatore voleva irrompere nel mercato dei lanciatori, sarebbe stato accantonato.
Il fondatore di Stratolaunch System, Paul Allen, era l’ex co-fondatore di Microsoft, un grande informatico che ha ben pensato di investire le sue risorse su un progetto che avrebbe rivoluzionato i voli ad orbita bassa. Il grande sogno era quello di produrre una famiglia di lanciatori, che con l’ausilio dello Stratolaunch (in foto), avrebbe messo in orbita più satelliti su diverse orbite e a varie inclinazioni con una singola missione.
Il vantaggio di utilizzare un aereo come un lanciatore è l’indipendenza dalle condizioni meteo, dato che il veicolo sarebbe dovuto partire da un aeroporto e il lancio del payload avvenuto ad una quota di 10.000 metri. Inoltre, l’obiettivo dell’azienda è ovviamente quello di una radicale riduzione dei costi collegata all’assenza di costi di ritardo del lancio. Anche la possibilità di condurre le operazioni ovunque ci sia una pista di decollo che garantisca all’aereo di alzarsi in volo, è una prerogativa di massima flessibilità per qualsiasi azienda che necessiti di mettere in orbita i propri satelliti.
Un progetto ammirevole, ma dopo la scomparsa del fondatore, l’azienda ha confermato le voci di un possibile ritiro dal progetto della propria famiglia di lanciatori.
L’ormai ex rivale, Steve Jobs, ha lasciato numerosi progetti ad Apple dopo la sua scomparsa. Mr. Allen ci riserverà le stesse sorprese?
Nel 2016 c’è stato un accordo tra Stratolaunch Systems e Northrop Grumman sull’utilizzo del vettore Pegasus XL. Tale lanciatore può vantare tre stadi a solido e un quarto, opzionale, a liquido. Il massimo payload trasportabile sarà di 430 kg, largamente inferiore a quello per cui Paul Allen ha lavorato negli anni.
Lo Stratolaunch può trasportare addirittura fino a tre Pegasus XL, motivo per cui l’azienda crede di poter ritagliarsi una fetta importante di mercato, in quanto potrà immettere in orbita intere costellazioni di satelliti.
Tuttavia, le tecnologie sono in continuo sviluppo e tutte le aziende stanno cercando di abbattere i costi dei lanci. SpaceX e RocketLab sono concorrenti ben attrezzate da questo punto di vista, ecco perché tutt’oggi la soluzione di backup dell’azienda con sede a Seattle, non sembra ancora vantaggiosa economicamente.