Virgin Galactic: verso un futuro supersonico
Negli ultimi anni sono stati numerosi i progetti che promettevano di creare dei velivoli in grado di farci percorrere oltre otto mila chilometri in due ore. La realtà è, che a oggi, ne abbiamo visto pochissimi avvicinarsi a una realtà palpabile. È il caso di Virgin Galactic che, lo scorso 5 aprile, ha portato a termine con successo il primo volo supersonico di una nuova serie, raggiungendo Mach 1,87.
La navetta, il secondo velivolo SpaceShipTwo e denominata VSS Unity nel febbraio 2016, ha raggiunto una quota di circa 14 mila metri insieme all’aereo WhiteKnightTwo VMS Eve, per poi staccarsi. Questa volta, però, non si è limitata a planare: provvista di un proprio propulsore, un motore ibrido (composto HTPB) costruito dalla Spaceship Company, la navicella ha continuato a salire con una pendenza di circa 80 gradi, e grazie a un spinta durata 30 secondi, ha raggiunto una velocità massima di Mach 1,87 e un’altitudine di 25.686 metri.
Dopo il volo, la VSS Unity ha attivato il feathering system: un “sistema di piume” laterali sulla struttura a doppia trave di coda, e con una angolazione della coda rispetto alla fusoliera di circa 60 gradi, ha iniziato la discesa che ha consentito un rientro planato sicuro verso il Mojave Air and Space Port in California.
Il successo dopo un passato turbolento
Il 31 ottobre 2014, durante il quarto volo della Virgin Galactic, ci fu la tragedia in cui perse la vita il co-pilota Michael Alsbury e in cui rimase ferito il pilota Peter Siebold. In quell’occasione, la navetta andò in pezzi pochi secondi dopo l’accensione. Le indagini successive stabilirono che Alsbury avesse innestato l’apertura del feathering system troppo in anticipo rispetto al tempo stabilito, causando un cedimento strutturale del velivolo. Anche lo sviluppatore della navetta, la Scaled Composite, aveva avuto delle responsabilità nell’incidente in quanto aveva realizzato componenti strutturali sottodimensionati, proprio in relazione alla mancata previsione di quanto accaduto in seguito all’azionamento del sistema di rientro.
Il volo del 5 aprile scorso è stato il primo a essere realizzato utilizzando un propulsore da due anni a questa parte. Infatti, da dicembre 2016, erano stati condotti solo dei voli planati, l’ultimo dei quali era stato effettuato l’11 gennaio scorso. Il volo della VSS Unity ha raggiunto una spinta più lunga di quelli effettuati nel 2014: nel gennaio 2014, la precedente navetta SpaceShipTwo aveva raggiunto la velocità di Mach 1,4 e un’altitudine di 21 mila metri.
Ambiziosi programmi per il futuro
Il successo di questo test non può che aumentare le aspettative dell’azienda di Richard Branson che ha come obiettivo quello di vedere la VSS Unity condurre voli commerciali, indirizzati sia al turismo spaziale, sia alla ricerca in micro-gravità.
Tra i principali progetti della Virgin Galactic, figurano la sperimentazione di voli suborbitali in accordo con Altec e Thales Alenia Space e la costruzione di uno spazioporto sul suolo italiano. Il magnate inglese pianifica anche l’inserimento della sua Virgin Orbit nel mercato riguardante la fornitura di servizi di lancio per piccoli satelliti.