Una simulazione con un supercomputer spiega l’origine della Luna
La Luna è l’unico satellite naturale della Terra e da anni gli studiosi indagano la sua origine. Quest’ultima, infatti, non è certa né univoca. Al contrario, le teorie riguardanti la nascita del nostro satellite sono più di una, ma nessuna è riuscita a essere confermata in modo assoluto. Recentemente però, grazie all’utilizzo di un supercomputer, l’Università di Durham ha effettuato delle simulazioni per provare la teoria dell’impatto gigante. I risultati ottenuti non dimostrano definitivamente che la Luna sia stata formata in seguito all’impatto descritto nella teoria, ma sono un importante passo avanti nello studio delle sue origini.
La teoria dell’impatto gigante
Riguardo l’origine della Luna, non esiste una sola teoria che tenta di spiegare il fenomeno, ma ne sono state elaborate più di una. Tra queste, la più accreditata è la teoria dell’impatto gigante, proposta da William Hartmann e Donald Davis nel 1975. I due studiosi ipotizzarono che la Luna si fosse originata in seguito ad un grande impatto tra la Terra e un corpo delle stesse dimensioni di Marte, chiamato Theia. Quest’ultimo, in seguito all’urto, avvenuto circa 34 milioni di anni dopo la formazione della Terra, si è ridotto in frammenti. In questo modo si è generata una grande quantità di materiale che è rimasto nell’orbita terrestre andando a formare la Luna.
Probabilmente il nostro satellite non è l’unico corpo che si è formato in seguito all’impatto tra Theia e la Terra, anzi, dall’aggregazione dei frammenti in orbita dopo l’urto potrebbero essersi formati altri corpi. Tuttavia le dimensioni di questi ultimi risultano essere molto più piccole di quelle della Luna e con il passare del tempo le loro orbite sono state destabilizzate dalle forze dovute alla presenza di altri corpi celesti nello spazio. La ricercatrice statunitense Robin Canup, in seguito, ha perfezionato questa teoria introducendo nel 2001 l’ipotesi di un impatto doppio. Infatti, dopo il primo impatto la quantità di materia presente non sarebbe stata sufficiente a formare la Luna. Situata su un orbita non stabile, la neonata Luna sarebbe ricaduta sulla Terra causando un nuovo impatto.
La simulazione con il supercomputer per spiegare l’origine della Luna
Per provare la teoria dell’impatto gigante, l’Università di Durham ha effettuato delle simulazioni attraverso uno supercomputer. Nel video si possono vedere vari modelli esplosivi di detriti rocciosi provenienti dal punto di impatto; questi ultimi si sarebbero poi raggruppati per formare la Luna. Facendo variare la velocità di rotazione del corpo che ha impattato la Terra si sono ottenuti risultati diversi. Ad esempio, se questa velocità fosse nulla il corpo che si genera in seguito all’impatto avrebbe una massa leggermente inferiore di quella della Luna. Con una rotazione non troppo alta invece si ottengono caratteristiche molto vicine a quelle del nostro satellite (stessa massa e stesse dimensioni).
Altre teorie sull’origine della Luna
La teoria dell’impatto gigante non è l’unica riguardante l’origine della Luna. Secondo la teoria della fissione, la Luna avrebbe avuto origine staccandosi dalla Terra primordiale a causa dell’eccessiva velocità di rotazione. Quest’ipotesi non ha avuto molto credito perché, per permettere alla Luna di staccarsi dalla Terra, la velocità di rotazione avrebbe dovuto essere troppo elevata e sarebbe stata incompatibile con il momento angolare della Terra. Un’altra teoria riguarda la possibilità che la Luna fosse un corpo celeste proveniente da lontano e già formato, catturato poi dal campo gravitazionale della Terra ed entrando così nell’orbita terrestre. Questa teoria è stata smentita dall’analisi dei materiali presenti sulla superficie lunare, i quali dimostrano che sia la Terra che la Luna si sono formate nella stessa regione di spazio.
Le ricerche riguardanti l’origine del nostro satellite sono in continuo sviluppo. La simulazione fatta presso l’Università di Durham ha portato ad avere delle prove importanti per quanto riguarda l’origine della Luna in seguito ad un impatto tra corpi celesti. Non è una prova definitiva di questa teoria, ma gli scienziati faranno ulteriori simulazioni per poter conoscere sempre meglio il nostro satellite e le sue origini.