Primo volo di Starship e Super Heavy: ecco perché è stato un successo
Il 20 aprile del 2023, SpaceX ha lanciato per la prima volta la navicella Starship in cima al vettore Super Heavy. Le aspettative erano molto alte, Elon Musk parla da anni dell’esplorazione e colonizzazione di Marte: il primo volo di Starship e Super Heavy rappresenta il primo passo verso il raggiungimento di quell’obiettivo. Erano le 13:33 a Cape Canaveral quando la Starship è decollata. Ed erano le 15:33 in Italia, quando guardavamo il lancio attraverso la diretta YouTube. All’inizio tutto sembrava andare bene e il razzo è partito senza troppi problemi. Dopo qualche minuto, la Starship e Super Heavy perdono il controllo e ruotano in modo incontrollato. Cosa è andato storto?
Starship: il veicolo che ci porterà su Marte
Per capirlo, per prima cosa dobbiamo conoscere il razzo che è stato lanciato. Il veicolo di lancio che viene chiamato Starship è in realtà composto da due stadi di accensione. Il primo stadio è il booster Super Heavy sempre di SpaceX, un lanciatore pensato appositamente per la conquista di Marte composto da 33 motori Raptor.
Il secondo stadio che completa il veicolo è la navicella Starship, la soluzione della SpaceX per portare i primi uomini sul Pianeta Rosso. La Starship è stata pensata per essere completamente riutilizzabile e riesce a portare un carico utile di 150 tonnellate in orbita LEO. L’obiettivo della missione era proprio quello di raggiungere l’orbita terrestre bassa grazie a questi due stadi, obiettivo che però non si è raggiunto.
Primo volo di Starship e Super Heavy: i primi problemi
I problemi si sono avvertiti già al decollo: almeno tre motori del Super Heavy erano fuori uso prima del lancio, e altri tre si sono spenti durante il volo. Questo ha portato il veicolo ad iniziare una rotazione incontrollata intorno al suo asse e impedendo un corretto distacco dei due stadi.
A questo punto il razzo non era più controllabile da terra, e in più stava iniziando a virare in direzione del suolo terrestre. Vedendo la pericolosità del mezzo, la SpaceX ha dovuto prendere una decisione difficile e la Starship è stata fatta esplodere a 30 chilometri di altezza.
Ma questo non ha certo scoraggiato Elon Musk che ha subito dichiarato:
“Il risultato è stato più o meno quello che mi aspettavo, e forse ha leggermente superato le mie aspettative […]”.
Questa è la filosofia di Musk, fallire per imparare. Ma cerchiamo di capire più nel dettaglio cosa la SpaceX ha imparato dal lancio.
La rampa di lancio
Sicuramente il primo passo dopo il lancio sarà lavorare sulla rampa di SpaceX. Per il lancio della Starship la SpaceX non ha lanciato da Cape Canaveral, sito di lancio storico americano, ma da Boca Chica in Texas.
Questo sito di lancio è relativamente nuovo; nel 2014 è stato ufficialmente scelto il luogo per supportare i lanci di prova del Falcon 9 e del Falcon Heavy, ma solo nel 2019 si sono effettuati i primi test di volo con motori a razzo.
Quindi possiamo affermare che gli ingegneri di Boca Chica stiano ancora cercando di capire come ottimizzare il la costruzione delle rampe per i nuovi razzi della SpaceX. Al contrario di Cape Canaveral, dove i primi errori risalgono agli anni ’60, Boca Chica ha avuto poco tempo per imparare dai propri errori.
Infatti, riguardando la live del lancio, nella prima del volo si vede uno scostamento della rampa che non era voluto da SpaceX. Musk ha successivamente affermato che:
“Una delle spiegazioni più plausibili è che… potremmo aver compresso la sabbia sotto il calcestruzzo a tal punto che il calcestruzzo si è effettivamente piegato e poi si è incrinato”.
Sembra che la decisione di utilizzare una piastra d’acciaio raffreddata piuttosto che un “flame trench” come a Cape Canaveral abbia ulteriormente danneggiato i motori Raptor del Falcon Heavy.
Un “flame trench” è essenzialmente una rampa di lancio rialzata dove sono state create delle aperture attraverso le quali il calore e le fiamme possono defluire autonomamente. In questo modo, le fiamme generate dai motori vengono reindirizzate lontane dal motore, impedendo indesiderate esplosioni.
Comunque, il CEO di SpaceX ha assicurato che la rampa di lancio non ha subito ingenti danni e che verrà sistemata in un periodo tra le 6 e 8 settimane, quindi vedremo prestissimo i prossimi lanci!
Primo volo di Starship e Super Heavy: i motori non partiti
Un altro grande problema della Starship è stato il malfunzionamento dei motori. All’inizio del volo si vede chiaramente che almeno tre dei 33 motori del Super Heavy erano spenti. Musk assicura che quei tre motori erano rimasti spenti volontariamente, in quanto non ancora pronti al decollo. Comunque, il limite per il lancio era di 30 motori, dunque SpaceX non era preoccupata.
Il vero problema è iniziato a 27 secondi dalla partenza: SpaceX ha perso le comunicazioni con un altro motore e un’esplosione, di cui si deve ancora accertare la causa, “ha messo fuori uso gli scudi termici dei motori 17, 18, 19 o 20”, afferma Musk.
La perdita di questi motori ha portato il razzo a generare quello che Musk chiama un “rock tornando”, un tornado di metallo. La notizia positiva è che questo “tornado di metallo” non sembra aver danneggiato i motori o gli scudi termici in alcun modo.
Il futuro di Starship e della SpaceX
SpaceX deve ancora decidere cosa fare nei prossimi voli, ma le aspettative di Elon Musk sono di raggiungere l’orbita entro la fine dell’anno con una probabilità dell’80%, o entro 12 mesi con una probabilità del 100%.
Sicuramente il prossimo volo, di cui ancora non si ha una data, sarà una replica della missione del 20 aprile dove verranno sistemati i problemi riscontrati in quest’ultima missione. Nel prossimo lancio l’obiettivo sarà superare con successo il distacco dei due stadi ed evitare di perdere il controllo del razzo.
Dunque, Starship: un fallimento o un successo? Secondo Elon Musk nulla è un fallimento, ma solo un’occasione per imparare. Ed è grazie a questa filosofia che SpaceX è riuscita in pochi anni a fare passi da gigante. Alla fine, potremmo dire che la Starship è un piccolo fallimento per la SpaceX, ma un grande successo per la futura conquista di Marte!
A cura di Michela Carrossa