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Odissea 2014: Il tricolore è il protagonista assoluto dello spazio

Da Rosetta al caffè nello spazio: l’Italia, nel 2014, ha fornito contributi molto rilevanti al settore aerospaziale

Italia nello spazio, Close-up Engineering, Credits: Gruppo Astrofili Legnano

Italia nello spazio, Close-up Engineering, Credits: Gruppo Astrofili Legnano

Non poteva esserci un’immagine più appropriata per rappresentare il ruolo dell’Italia nel settore aerospaziale durante il 2014. La foto, pubblicata su Facebook dal gruppo “Astrofili Legnano”, è opera del fotografo professionista Aaron W. Harris appassionato di astrofotografia, ed ha un messaggio chiaro e deciso. Harris ha immortalato il passaggio della ISS (International Space Station) per poi colorarlo, grazie a Photoshop, con il tricolore della bandiera italiana. Si tratta certamente di un omaggio alla nostra Samantha Cristoforetti, in orbita già dal mese scorso.
Nel corso dell’anno il contributo scientifico italiano è stato molto intenso nel settore e in alcuni casi di notevole importanza. Ecco di seguito una classifica con gli interventi più rilevanti e i personaggi che ne hanno fatto parte.

1. LA SONDA ROSETTA

ESA

La sonda europea Rosetta è senza dubbio la missione spaziale più importante dell’anno.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, una sonda comandata dall’uomo è atterrata su una cometa per analizzarne la composizione, facendo così chiarezza su alcune incognite alla base dell’origine circa la vita del cosmo e la presenza di acqua sul nostro pianeta. Fondamentale è stato il contributo italiano nella creazione di alcuni strumenti essenziali come:

Solar Array: celle che costituiscono i pannelli solari.  Di alta efficienza, sono in grado di garantire la potenza elettrica necessaria anche alle distanze dal Sole, superiori a 2 Unità astronomiche (UA): proprio quelle raggiunte da Rosetta. Le celle sono state fornite dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e da Galileo Avionica di Milano.

– Il Laboratorio Scientifico: destinato a studiare la composizione della cometa, è quasi interamente tricolore ed è composto da: VIRTIS, un potente spettrometro il cui compito è risalire alle caratteristiche termiche del nucleo; GIADA, uno strumento in grado di analizzare le polveri e i piccoli grani di materiale presente nella chioma della cometa; OSIRIS/WAC, lo strumento principale per la raccolta delle immagini della cometa. Questo strumento, di totale responsabilità italiana, è il più importante dell’intera missione. Infatti è progettato per lo studio accurato delle emissioni gassose della cometa sia nel visibile che nella banda UV e le immagini acquisite da questo canale saranno utilizzate per selezionare la zona di atterraggio del lander. Anche questa in questo caso la costruzione del laboratorio scientifico è dovuto ad un finanziamento dell’ASI ed è stato realizzato da Galileo Avionica (oggi chiamato Selex Es) di Milano, gruppo Finmeccanica.

– La SD2: una trivella (SD2: Sample Drill & Distribution) sviluppata dal Politecnico di Milano. Pesa appena 4 Kg ed è in grado di resistere alle condizioni ambientali proibitive in cui si troverà ad operare mentre cercherà di penetrare il nucleo della cometa sino a 20 cm di profondità.

2. SAMANTHA CRISTOFORETTI

repubblica.it

Aviatrice, ingegnere e astronauta italiana, “Astrosam” è in orbita da appena un mese: è la prima donna italiana nello spazio ed è già entrata nel cuore di tutti. Laureata in ingegneria meccanica presso l’Università tecnica di Monaco, in Germania, è capitano dell’Aeronautica Militare. Parla ben cinque lingue (italiano, tedesco, inglese, francese e russo, utilizzato nelle comunicazioni tra la stazione spaziale e il centro di controllo a terra presso il cosmodromo di Bajkonur). A maggio 2009 è selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto risultando tra le sei migliori di una selezione a cui presero parte 8.500 candidati. La sua prima missione è denominata ISS Expedition 42/43 Futura. Nel programma della missione vi sono esperimenti sulla fisiologia umana, analisi biologiche e la stampa di oggetti 3D in assenza di peso in modo da sperimentare anche la possibilità di stampare pezzi di ricambio per la stazione stessa senza dover dipendere dagli invii da terra.

 3. ANGIOLETTA CORADINI

inaf.it

Scomparsa circa tre anni fa, è stata un’astrofisica italiana. Ha preso parte a diverse missioni NASA ed

ESA come P.I. (Principal Investigator) di diversi spettrometri di massa. A lei si deve il perfetto funzionamento (nonostante la lunga fase di ibernazione) del VIRTIS, strumento della sonda Rosetta utilizzato nel corso dell’anno.

 4. CIBO SPAZIALE

lettera35.it

Argotec è un’azienda aerospaziale italiana, con sede a Torino, che punta molto su ricerca, innovazione e sviluppo in diversi settori. Ha sviluppato in modo indipendente una nuova area di ricerca per lo studio degli alimenti pensati appositamente per gli astronauti, il cosiddetto Space Food Lab. Per Luca Parmitano (Volare Mission), Argotec ha preparato le lasagne spaziali, il risotto al pesto, la caponata, la parmigiana di melanzane e il tiramisù. Successivamente, il lavoro dell’azienda si è concentrato sui piatti del tedesco Alexander Gerst (Blue Dot Mission) e su quelli di Samantha Cristoforetti (Futura Mission) che ha scelto come “food bonus” (opportunità di scegliere alcuni piatti preferiti) il pesce azzurro e carne bianca. Si tratta di un cibo di grande qualità, con alle spalle anni di studi, che rappresenta anche un importante supporto psicologico per i membri dell’equipaggio. Da quest’anno sulla ISS gran parte del cibo è made in Italy, fra cui le mele essiccate del Trentino ed il caffè, di cui parleremo nel prossimo punto.

 5. ISSPRESSO

ANSA

Si chiama Isspresso (nome ottenuto giocando con le parole ISS ed Espresso) ed è la prima macchina da caffè nello spazio tutta made in Italy. Così, nel 2014, anche gli astronauti hanno potuto gustare il sapore del caffè italiano grazie a questo dispositivo a cialde concepito appositamente per superare le difficoltà dell’assenza di gravità. Gli ingegneri hanno dovuto soprattutto affrontare i principi di fisica e meccanica dei fluidi molto diversi nello spazio. I progettisti hanno dichiarato che l’ISSpresso, avente un peso di circa venti chili e giunto sulla ISS con Samantha Cristoforetti,  è nato dalla collaborazione tra Lavazza e Argoten, la società ingegneristica italiana specializzata nella creazione di sistemi aeronautici e nella preparazione di alimenti commestibili nello spazio. Le due società hanno sottolineato che Samantha non è stata solo la prima astronauta italiana ad andare nello spazio (come se fosse roba da poco)  ma anche la primissima astronauta della storia ad aver assaporato un autentico espresso italiano in orbita. “ISSpresso è una sfida tecnologica che segue in tutto e per tutto le severe specifiche tecniche e misure di sicurezza che l’Agenzia spaziale italiana ci ha imposto”, ha dichiarato David Avino, direttore generale di Argotec, ai più titubanti a riguardo.

 6. POLARIS

newsspazio.blogspot.com

Otto studenti italiani hanno avuto l’approvazione dell’ESA per un innovativo radiatore spaziale che sfrutta attuatori a polimeri elettroattivi. POLARIS, acronimo di  Polymer-Actuated Radiator with Indipendend Surfaces, è stato selezionato dal Centro Europeo Space Research and Technology (ESTEC) per partecipare al programma studenti Rexus/Bexus coordinato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con l’Ente Spaziale Tedesco (DLR) e l’Ente Spaziale Svedese (SNSB). Si tratta di un’iniziativa concepita per consentire agli studenti delle università europee di effettuare esperimenti scientifici e tecnologici su palloni stratosferici e razzi.  Polaris è decollato nel mese di settembre 2014 dalla base Esrange (Kiruna), in Svezia settentrionale, a bordo del un pallone aerostatico BEXUS, che terrà il loro radiatore a una temperatura di 80 gradi sotto zero per cinque ore. In questo modo sarà possibile testare la tecnologia e dimostrarne le potenzialità in condizioni simili a quelle spaziali.

 7. FELDs

lastampa.it

FELDs (Flexible Electromagnetic Leash Docking system) è un esperimento che mira a costruire e a testare un innovativo sistema di aggancio per satelliti. Nello spazio, succede più volte che due satelliti/veicoli spaziali debbano agganciarsi tra di loro per varie applicazioni come il rifornimento di carburante, manutenzione, raccolta di detriti spaziali e trasferimento di astronauti. Attualmente, per fare questo aggancio, si utilizzano bracci robotici o sistemi meccanici che richiedono un notevole dispendio di energia ed un periodo di tempo particolarmente elevato. L’idea di alcuni studenti dell’Università di Padova si basa invece su un sistema flessibile (un filo) collegato ad una sfera che viene sparata da un veicolo e che viene attratta dall’altro veicolo che genera un campo magnetico. Il progetto, nato quest’anno ma ancora in fase di sviluppo, sarà testato in assenza di gravità. Se il test andrà a buon fine, si potrà pensare a soluzioni future da testare direttamente nello spazio.
Fonte: www.feldsexperiment.com

8. SPACEBIOMAT

Studiare il comportamento dei coralli in assenza di gravità potrebbe aprire la strada alla realizzazione di nuovi materiali per l’industria e la biomedicina. Con questo obiettivo è nato il progetto SpaceBioMat, selezionato dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) tra le idee migliori da portare nello spazio e ideato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Bologna. L’idea è piaciuta così tanto all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) da essere selezionata nell’ambito del programma ELIPS (European Programme for Life and Physical Sciences in Space), che si occupa di migliorare le conoscenze sulla fisica e le scienze della vita attraverso esperimenti da effettuare in assenza di gravità, all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Il nome del progetto è SpaceBioMat (Space Bioreactor for Marine Mineralization Material Research) ed il suo obiettivo è quello di analizzare il comportamento dei coralli e di altri organismi marini in assenza di gravità, per la realizzazione di nuovi materiali da impiegare in ambito biomedico e industriale.
Fonte : www.researchitaly.it

9. P80 VEGA (ARIANE 6)

ANSA

Nel 2014 la fabbrica italiana Avio (Colleferro) è stata selezionata dall’ESA per la costruzione dei motori P80 Vega, di cui sarà dotato il nuovo lanciatore ESA Ariane 6 (volo atteso per il 2020). L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) gestirà la strategia in questo settore sia nell’ambito dell’Esa sia come parte della Elv (la società costituita per il 70% da Avio e per il 30% dall’Asi).

 10. PHOS

newsspazio.blogspot.com

Tra i vincitori dell’ambito progetto REXUS/BEXUS 2014 c’è un altro gruppo di giovani italiani. Sviluppare nuovi dispositivi termici per applicazioni spaziali è l’obiettivo di PHOS, il progetto di un team di giovani ingegneri dell’Università di Pisa, selezionato dall’agenzia spaziale europea. Partirà a bordo di un razzo sonda nel marzo 2015 dalla base svedese di Kiruna.

 

 

 

A cura di Antonio Pio Piazzolla