Home » JWST scopre quattro esopianeti insieme in un sistema

JWST scopre quattro esopianeti insieme in un sistema

Exoplanets in foreign solar system with sun star. Distant cosmos exploration. Planets, moons, sun and nebula galaxy clouds in background.

Il Telescopio Spaziale James Webb (JWST) è un strumento di osservazione astronomico progettato per esplorare e analizzare l’universo nel suo complesso. Dotato di un impressionante specchio principale di 6,5 metri di diametro, il JWST rappresenta un significativo passo avanti rispetto ai suoi predecessori, permettendo di scrutare le profondità del cosmo con una precisione senza precedenti. Oltre a ciò, il JWST ha fatto una scoperta straordinaria: ha individuato quattro esopianeti all’interno di un unico sistema planetario, offrendo un affascinante spunto di studio per la comunità scientifica.

Gli esopianeti cosa sono?

Gli esopianeti, noti anche come ‘pianeti extrasolari’ o ‘pianeti alieni’, sono pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal nostro Sole, al di fuori del sistema solare. La loro scoperta ha rappresentato una delle rivoluzioni più significative nell’ambito dell’astronomia moderna. Spesso, gli esopianeti vengono individuati attraverso metodi di rilevamento indiretto, tra cui il metodo del transito, la misurazione della velocità radiale e l’immagine diretta.

L’interesse degli scienziati per gli esopianeti è alimentato dalla possibilità che possano offrire condizioni favorevoli alla vita come la conosciamo. Pertanto, la ricerca di pianeti situati nella ‘zona abitabile’ di una stella è cruciale nel contesto della ricerca di vita extraterrestre.

Gli esopianeti presentano una notevole diversità nelle loro caratteristiche. Alcuni potrebbero essere giganti gassosi simili a Giove, mentre altri potrebbero essere pianeti rocciosi simili alla Terra. Inoltre, esistono anche pianeti denominati ‘Super-Terra‘, che sono più grandi del nostro pianeta ma comunque prevalentemente rocciosi.

Dal momento della scoperta del primo esopianeta confermato nel 1992 (51 Pegasi b), sono stati identificati migliaia di esopianeti. Alcuni di essi sono di particolare interesse per motivi scientifici o per la possibilità di ospitare forme di vita. La ricerca sugli esopianeti continua a rappresentare una delle aree più dinamiche e promettenti dell’astronomia moderna.

I quattro esopianeti

Il Telescopio Spaziale James Webb (JWST) ha recentemente condotto nuove ricerche che hanno portato alla scoperta di un sistema planetario straordinario. Grazie all’utilizzo dello strumento MIRI e del suo avanzato coronografo, il JWST è stato in grado di eseguire imaging ad alto contrasto, fornendo una visione dettagliata di questo sistema.

Credits – Astro: Immagini coronagrafiche grezze (in alto, orientamento del rilevatore) e stella di riferimento sottratta (in basso, il Nord in alto, l’Est a sinistra) nei quattro filtri (a sinistra a destra: F1065C, F1140C, F1550C, F2100W). I quattro pianeti sono etichettati b, c, d ed e nel pannello 1), così come l’oggetto di sfondo nei pannelli 3) e 7). La firma del disco interno è cerchiata con una linea tratteggiata nei riquadri 3) e 4). La scala 50 au indica la distanza fisica prevista. Il campo visivo è 12 × 12”. La scala di intensità è adattata in ciascun pannello a scopo di visualizzazione

Dalle prime analisi, è emerso che la stella HR 8799, intorno alla quale orbitano quattro esopianeti (identificati come HR 8799 b, c, d ed e), è 1,5 volte più massiccia del nostro Sole e quasi cinque volte più luminosa. È circondata da dischi di detriti risalenti a circa 30 milioni di anni fa.

Questi quattro esopianeti, con masse comprese tra 5,7 e 9,1 masse gioviane, si trovano appena al di sotto del punto in cui avviene la fusione del deuterio, caratterizzandosi come nane brune. Occupano distanze che vanno da 16 a 71 unità astronomiche dalla stella e impiegano da circa 45 a circa 460 anni per compiere un’orbita completa. Inoltre, hanno raggi di circa 1,2 volte quello di Giove.

Ulteriori analisi condotte tramite il MIRI hanno rivelato che i quattro esopianeti presentano temperature che oscillano tra 900 e 1300 gradi Kelvin e hanno atmosfere contenenti sia acqua (H2O) che monossido di carbonio (CO), fornendo importanti indizi sulla loro composizione e storia evolutiva.