ISS: batteri “spaziali” che potrebbero corrodere i metalli
L’uomo, sin dagli albori della sua storia, è sempre stato attratto da ciò che gli è sconosciuto. Il fascino dell’ignoto, tuttavia, è sempre compensato da un lato “terrificante” che ci coglie puntualmente impreparati. Ebbene, l’8 Aprile 2019, sulla ISS sono stati ritrovati dei microrganismi che potrebbero essere in grado di danneggiarne l’ambiente interno.
Perché così tanto interesse per batteri e funghi sulla ISS?
Attualmente, esiste una vera e propria lista di batteri e funghi presenti all’interno della Stazione Spaziale Internazionale che orbita continuamente intorno al nostro pianeta. Ha raccontato Kasthuri Venkateswaran del Jet Propulsion Laboratory della Nasa:
Alcuni microbi negli spazi chiusi qua sulla Terra possono influenzare la salute umana. Conoscere quali sono i microrganismi presenti nei voli spaziali è fondamentale, considerando che spesso gli astronauti hanno un sistema immunitario alterato e, per di più, non possono contare sugli esperti e sulle tecnologie mediche presenti a Terra. Alla luce di possibili missioni di lunga durata, è importante identificare i tipi di microrganismi che possono accumularsi negli ambienti chiusi dei voli spaziali, conoscere quanto a lungo possono sopravvivere e il loro impatto sulla salute e sulle infrastrutture delle navicelle
Questi campioni sono stati prelevati a bordo della ISS durante 3 missioni, per poi essere coltivati e analizzati in laboratorio. Tra le specie di batteri sulla ISS, possiamo attualmente ritrovare il genere Staphylococcus, Pantoea e Bacillus, mentre per quanto riguarda i funghi possiamo citare le Rhodotorula mucilaginosa e Penicillium chrysogenum.
I batteri probabilmente “corrosivi”
La maggior parte dei funghi e batteri attualmente identificati sulla ISS sono innocui per l’essere umano. Gli ultimi microrganismi ritrovati, invece, oltre a poter rappresentare un rischio per gli astronauti, potrebbero anche essere in grado di danneggiare la stazione stessa mettendone a rischio la stabilità strutturale.
La Dr.ssa Camilla Urbaniak, Jet Propulsion Laboratory della Nasa, ha dichiarato:
Alcuni dei microrganismi identificati sulla ISS potrebbero essere implicati nella corrosione microbica indotta sulla terra. Tuttavia il ruolo corrosivo che svolgono all’interno della stazione internazionale è da verificare. Oltre a comprendere l’effetto di questi microrganismi, è necessario capire il loro potenziale impatto sulle navicelle spaziali. Sarà importante studiarli per mantenere la stabilità strutturale del velivolo durante le missioni spaziali a lungo termine, quando la manutenzione interna di routine non potrà essere facilmente eseguita
Conclude, per questa vicenda, la Dr.ssa Checinska Sielaff:
È tutt’ora sconosciuto se questi batteri possano avere delle ripercussioni sugli astronauti della ISS. Ciò dipenderebbe da una serie di fattori, tra cui lo stato di salute di ciascun individuo e il modo in cui questi microrganismi si sviluppano all’interno dell’ambiente spaziale. Indipendentemente da questo, la scoperta di possibili microrganismi che causano malattie evidenzierebbe l’importanza di effettuare ulteriori studi per esaminare come questi si comportino nello spazio
Non resta che augurarsi che questi ultimi microrganismi scoperti entrino a far parte della lista dei batteri innocui. Intanto mandiamo un grande “in bocca al lupo” ai nostri eroi oltre…cielo, ne passano già abbastanza.
Fonti: galileonet.it; ilmessaggero.it; ilmattino.it