Estrarre risorse da altri corpi celesti: l’Europa ha accettato la sfida
A cura di Manuel Contini.
Proprio al cinquantesimo anniversario del primo uomo sulla Luna, ESA (European Space Agency) ha siglato un contratto con Arianegroup e altre due start up per lo studio sulla fattibilità dell’estrazione di risorse al di fuori del pianeta Terra. La rivoluzionaria missione garantirà non solo una prolungata presenza umana ma anche la spedizione di altre missioni esplorative a lungo raggio.
Si parte dalla Luna
Entro il 2025 dovrà essere effettuata la prima missione. L’obiettivo primario sarà estrarre dalla regolite (materiale presente sul suolo lunare) acqua e ossigeno.
La missione sarà svolta dall’Arianegroup, che fornirà i lanciatori per il raggiungimento del suolo lunare, insieme alla Tedesca PTScientists, che procurerà il lander, e la Belga SMS (Space Application Services) che progetterà il rover e tutta la parte di comunicazioni. Un consorzio 100% europeo, che si occuperà di ogni parte delle future missioni lunari.
Regolite: soluzione a tanti problemi
La regolite è un materiale sciolto e di granulometria eterogenea che ricopre totalmente il suolo lunare e gran parte del suolo marziano, asteroidi e di tutti i pianeti di tipo terrestre.
La possibilità di un’estrazione di acqua e ossigeno attraverso tale materiale risulta fattibile. Attraverso la regolite sarà, inoltre, possibile ricavare energia e combustibile per ulteriori missioni spaziali: infatti, da essa si può ricavare Elio-3, un isotopo dell’elio composto da due protoni e un neutrone; questo risulta abbastanza raro sulla Terra, mentre sulla luna abbonda in quanto su di essa si riversa costantemente una grande quantità di vento solare (da cui il pianeta terra è protetto grazie al campo magnetico che ci circonda). L’Elio-3 risulta, infatti, di fondamentale importanza per i processi di fusione nucleare.
Il rover è già pronto
Il LUVMI (Lunar Volatiles Mobile Instrumentation), o rover, è stato progettato per esplorare la regione polare del suolo lunare, lavorando nel lato oscuro della luna.
Un rover innovativo ed economico, che raggiunge un peso di appena 40 kg, sarà in grado di analizzare le rocce più velocemente di un rover tradizionale grazie a un pacchetto di analisi miniaturizzato che permetterà di minimizzare la contaminazione dei campioni.
La prima fase di test si è conclusa con successo in Olanda a Gennaio 2019. La seconda fase (LUVMI-X), che servirà allo studio del trasporto di ulteriore carico pagante e attrezzatura utile sul suolo lunare, inizierà a Febbraio 2019.
Nuovi lanciatori per nuove missioni
L’Arianegroup si occuperà del lancio di queste missioni. La versione scelta per questo compito è l’Ariane 64, predisposto con 4 booster a propellente solido. Al decollo peserà circa 860 tonnellate e permetterà di completare missioni con carico utile di 11 tonnellate in orbita geostazionaria.
Andrè Hubert Roussel, CEO di Arianegroup, non ha tardato a esprimere la sua motivazione riguardo questo progetto:
Questo primo contratto con la ESA è una pietra miliare per la nostra azienda, che da anni si occupa di migliorare le soluzioni logistiche per il volo spaziale. Il vettore Ariane 64 ci darà l’occasione di dimostrare ai nostri clienti le capacità di questo lanciatore per le future missioni lunari. Arianegroup sosterrà tutti i progetti Europei attuali e futuri, in linea con la sua missione di garantire l’accesso indipendente e sovrano allo spazio per l’Europa
Dopo la missione Chang’e 4 da parte della Cina e i continui progressi della Statunitense Space-X, anche l’Europa vuole garantirsi una fetta di questo importante mercato. Come affermato da David Parker, direttore ESA dell’esplorazione umana e robotica:
La capacità di utilizzare le risorse di altri corpi celesti (come quelle della Luna), potrebbe essere la chiave di volta per uno sviluppo sostenibile dell’esplorazione lunare e spaziale in generale. Sottoporremo ai nostri ministri questo piano per prendere una decisione entro fine anno, in quanto il nostro obiettivo è quello di rendere la ESA uno dei principali partner mondiali nell’esplorazione spaziale del prossimo decennio