Don’t Look Up, il film dell’anno come grande metafora del mondo di oggi
Don’t Look Up è l’ultimo film di Adam McKay approdato su Netflix lo scorso dicembre. La pellicola ha avuto un grande successo, lasciando riflettere tutti gli spettatori sulle problematiche dei giorni d’oggi. Il regista statunitense ha potuto contare su un cast eccezionale composto da Leonardo Di Caprio, Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Timothée Chalamet e Jonah Hill. McKay affronta tematiche importanti e particolarmente delicate utilizzando una commedia complessa che si divide tra fantascienza, satira e tragedia.
La trama catastrofica di Don’t Look Up
La natura catastrofica del film appare chiara sin dall’inizio quando Di Caprio e Jennifer Lawrence si ritrovano a dover comunicare al mondo intero una situazione di emergenza planetaria. I due attori vestono i panni di due astronomi, rispettivamente il dottor Mindy e la dottoranda Dibiasky, i quali scoprono la presenza di una spaventosa cometa diretta proprio verso la Terra. Nonostante gli sforzi dei due scienziati e l’importanza della scoperta effettuata, la notizia non riceve la giusta attenzione da autorità e media.
La cometa Dibiasky viene scoperta dal dipartimento di astronomia del Michigan, allarmando di conseguenza la presidenza degli Stati Uniti e l’agenzia spaziale nazionale NASA. Tuttavia, la presidentessa Janie Orlean, interpretata da Meryl Streep, è decisamente concentrata sui sondaggi elettorali che la vedono in vantaggio per restare alla Casa Bianca. La pericolosa traiettoria della cometa Dibiasky passa in secondo piano sovrastata dall’urgenza della campagna elettorale. Tutto ciò nonostante il corpo celeste sia targato come planet-killer per le sue dimensioni e per le potenziali conseguenze di un suo impatto col pianeta.
Le metafore pesanti di Don’t Look Up
La riunione nella stanza ovale mette in evidenza la leggerezza con cui la massima autorità politica affronta l’emergenza planetaria. Così, mentre si sta discutendo del diametro e della probabilità di impatto con la cometa c’è anche l’occasione di ridere delle più grandi problematiche attuali. Tra queste: crisi economica, inquinamento atmosferico, epidemie, crescita demografica, buco nell’ozono. Insomma, una metafora pesante come un macigno che vuole raffigurare l’impegno insufficiente adottato dai governi per affrontare l’emergenza climatica, tematica che sta molto a cuore al dottor Mindy sia nel film che nella realtà (Leonardo Di Caprio).
Da una parte i maggiori esponenti della politica non affrontano l’emergenza con attenzione. Dall’altro lato, l’intera popolazione mondiale non riesce a credere all’evidenza scientifica e da questo nascono i primi scontri sociali. Si affrontano tra loro i sostenitori del dottor Mindy del #justlookup e quelli del presidente Orlean del #dontlookup che urlano al complotto. La gente impazzisce per le strade e sui social network, chiunque improvvisamente ha qualcosa da ridire sull’esattezza delle effemeridi della cometa Dibiasky e sul metodo più efficace per poter deviare un corpo celeste in corsa. (Scopri di più sulla missione DART partita a novembre 2021 per testare la fattibilità di deviazione della traiettoria di un asteroide). Insomma, uno scenario abbastanza familiare ai nostri occhi che ricalca fedelmente il caos mediatico generato dall’emergenza pandemica da Covid-19.
I numeri della commedia di McKay
Don’t Look Up di Adam McKay è stato finanziato dal colosso Netflix che ha utilizzato il canale dello streaming per un film di una tale potenza. La pellicola è infatti uscita il 10 dicembre nelle sale cinematografiche americane. Tuttavia, l’esplosione del successo con gli spettatori e il confronto tra fan e critici è arrivato dopo la pubblicazione sulla piattaforma streaming il giorno di Natale.
I tre protagonisti principali, Di Caprio, Lawrence e Streep, si sono divisi la scena del film regalando delle prestazioni eccezionali. Da un lato Di Caprio ha incassato un cachet di 30 milioni di dollari, ben 5 milioni in più della PhD candidate Kate Dibiasky. Jennifer Lawrence si sarebbe accontentata del fatto che il suo nome fosse scritto prima di quello del premio Oscar Di Caprio. Entrambi gli attori si sono inoltre presi cura della figura della grande Meryl Streep. Di Caprio si è infatti battuto affinché Meryl non girasse la scena di nudo finale facendo così utilizzare una contro-figura. Invece la Lawrence ha più volte definito l’attrice come GOAT durante le riprese, definendola così come la più grande di tutti i tempi.