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L’aereo della NASA che sembrava una vasca da bagno su un triciclo e non aveva le ali

Sapevi che è esistito un aereo, sviluppato dalla NASA, che non aveva le ali? Ebbene sì, ed è stata il precursore degli SpaceShuttle. Il successo del programma M2-F1, un progetto innovativo di veicolo spaziale senza ali, ha avuto un impatto significativo nel campo dell’aeronautica e dell’astronautica. L’M2-F1, sviluppato dalla NASA, ha funto da pietra miliare per la concezione di nuovi modelli di corpi portanti, tra cui il M2-F2 e l’HL-10, realizzati dalla Northrop Corporation. Questi veicoli, ispirati dai risultati ottenuti nei centri di ricerca Ames e Langley della NASA, hanno rappresentato una tappa cruciale nell’evoluzione tecnologica che ha portato alla creazione degli Space Shuttle.

L’aereo della NASA che non aveva le ali: innovazioni tecniche e test

aereo non aveva ali

L’M2-F1, il primo corpo portante con equipaggio al mondo, rappresentava una svolta radicale nel design dei veicoli spaziali. Costruito in legno, con una struttura interna di tubi d’acciaio e privo di ali, aveva l’aspetto di una vasca da bagno su un triciclo, come descritto testualmente sul sito della NASA. Il progetto, concepito presso il Centro di Ricerca Ames della NASA vicino a San Jose, in California, mirava a offrire un’alternativa ai veicoli spaziali a capsula, proponendo un atterraggio su pista piuttosto che un rientro sospeso a un paracadute.

I modelli successivi al M2-F1, come il M2-F2, l’HL-10, X-24A, M2-F3 e X-24B, hanno introdotto significative innovazioni tecniche. A differenza del M2-F1, che era un prototipo leggero e privo di motorizzazione, questi nuovi modelli erano dotati di motori a razzo XLR-11, lo stesso tipo utilizzato nel Bell X-1.

Il design rivoluzionario di questi corpi portanti era focalizzato sul concetto di un veicolo capace di rientrare dall’orbita e atterrare con la precisione di un aereo in un sito predefinito. Questa visione, unita alle loro caratteristiche aerodinamiche non convenzionali, ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del programma dello Space Shuttle.

I primordi del volo: sfide e successi dell’aereo della NASA che non aveva le ali

I primi test di volo furono caratterizzati da difficoltà, con il veicolo che rimbalzava senza riuscire a decollare. Dopo ulteriori modifiche e test in galleria del vento presso il Centro di Ricerca Ames, il veicolo migliorò in termini di controllo e prestazioni. Nei tentativi successivi, Thompson, il pilota di ricerca della NASA, riuscì a completare voli trainati dall’auto, raggiungendo altitudini e velocità maggiori.

L’idea di un veicolo spaziale senza ali inizialmente incontrò scetticismo tra gli ingegneri. Tuttavia, R. Dale Reed del Centro di Ricerca sui Voli della NASA, ora Centro di Ricerca sui Voli Dryden, vide il potenziale di questo concetto e iniziò a testare modelli in scala di corpi portanti. Reed riuscì a generare interesse per il progetto, portando alla costruzione dell’M2-F1, un corpo portante “fai da te”.

Costruzione del precursore dello Space Shuttle

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Concepito dagli ingegneri della NASA presso il Centro di Ricerca Ames vicino a San Jose, in California, il corpo portante era inteso come un’alternativa alla capsula spaziale, che rientrava sulla Terra appesa a un paracadute. Un corpo portante non era un aereo convenzionale con ali, ma piuttosto utilizzava l’aria che scorreva sulla sua fusoliera per generare portanza. Questo design gli permetteva di rientrare nell’atmosfera e atterrare su una pista come un aereo convenzionale.

Il costruttore di alianti Gus Briegleb fu incaricato di costruire la fusoliera dell’M2-F1. La struttura interna fu realizzata con un budget limitato, grazie al supporto volontario del personale del centro. Walter “Whitey” Whiteside, appassionato di hot-rod, fu responsabile per l’acquisto e la modifica di un veicolo per il traino, un elemento fondamentale per i test iniziali del veicolo non motorizzato.

L’eredità dell’M2-F1 e il suo impatto sugli Space Shuttle

Nonostante il concetto di corpo portante fosse stato in seguito scartato per il design dello Space Shuttle, l’M2-F1 e i suoi successori fornirono dati preziosi sull’aerodinamica e sulla controllabilità dei veicoli non motorizzati. Queste informazioni furono fondamentali per il design degli Space Shuttle, influenzando in modo significativo la loro configurazione e capacità operative.

Eredità dell’aereo della NASA che non aveva le ali: rivoluzionare il rientro e l’atterraggio degli aeromobili

Il programma M2-F1 e i suoi successori hanno lasciato un’eredità indelebile nella storia della tecnologia spaziale. La loro capacità di dimostrare che un veicolo senza ali poteva manovrare e atterrare in sicurezza dopo un rientro atmosferico ha segnato una svolta nel settore. Le ricerche condotte su questi veicoli hanno fornito una base di dati essenziale per lo sviluppo degli Space Shuttle, rivoluzionando completamente il concetto di rientro dallo spazio e l’atterraggio degli aeromobili. Questo lascito tecnologico continua a influenzare i moderni programmi spaziali e rappresenta un capitolo significativo nella storia dell’esplorazione spaziale.