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Marte, stupore per le apparizioni momentanee | Grazie all’Italia ora sappiamo che l’acqua affiora periodicamente

Il pianeta Marte (Depositphotos foto)

Il pianeta Marte (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

Marte, nuove incredibili sorprese dal pianeta rosso: l’Italia firma una scoperta sorprendente che cambia tutto.

Marte ha sempre avuto questo alone di mistero intorno a sé, no? Quando pensiamo al Pianeta Rosso, ci vengono in mente paesaggi polverosi, temperature glaciali e un’atmosfera così sottile da sembrare quasi irreale. Eppure, è proprio questa sua natura estrema che lo rende così affascinante. Marte non smette mai di farci sognare.

Da anni ormai, gli scienziati cercano tracce d’acqua lassù. Piccoli indizi, segnali sparsi, ma niente che abbia mai dato certezze vere. L’idea che in passato potesse esserci stata acqua è sempre piaciuta a tutti, ma trovare prove di attività recente è tutta un’altra storia. E qui le cose iniziano a farsi davvero interessanti. Le prove concrete sono sempre state poche, troppo poche.

Ogni piccola scoperta su Marte è un pezzo di puzzle in più. Anche una minuscola variazione nella sabbia o una strana formazione rocciosa può voler dire tantissimo. Per questo motivo, ogni nuova immagine catturata dalle sonde orbitali viene passata al microscopio. Cercare di capire cosa succede sulla superficie marziana è come leggere un libro antico, consumato dal tempo.

E poi c’è la tecnologia, ovviamente. Senza di lei, saremmo ancora fermi ai telescopi da Terra. Grazie agli strumenti che viaggiano intorno al pianeta, possiamo scovare dettagli che ad occhio nudo sarebbero semplicemente impossibili da notare. E non parliamo di dettagli da poco: fenomeni rapidi, minuscole variazioni di luce e colore che possono cambiare tutto.

Un’occhiata più da vicino alle dune marziane

La svolta questa volta arriva tutta dall’Italia. I ricercatori Antonio Nardi e Antonio Piersanti dell’INGV hanno analizzato alcune immagini ad altissima risoluzione scattate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter della NASA. Ed è qui che hanno notato qualcosa che non quadra — o meglio, qualcosa di straordinario.

Guardando da vicino i cosiddetti linear gullies (praticamente dei canaletti sulle dune marziane), hanno visto che qualcosa cambia con l’arrivo della primavera. Secondo loro, in certi momenti precisi, complice un mix di vento forte, pressione atmosferica più alta e un pizzico di tepore, l’acqua potrebbe addirittura affiorare allo stato liquido. Solo per poco, intendiamoci, ma comunque abbastanza da lasciare il segno prima di sparire. Ma come funzionerebbe questo processo?

I crateri analizzati (Geosciences foto)
I crateri analizzati (Geosciences foto) – www.aerospacecue.it

Acqua su Marte?

Queste osservazioni vengono direttamente dalla duna Russell, uno dei posti più affascinanti del pianeta. Qui la sabbia sembrerebbe “bere” l’umidità durante le notti più fredde, formando un sottile strato di brina. Poi, appena spunta il sole, la sabbia si scalda e l’umidità evapora quasi all’istante. Una trasformazione rapidissima che, a quanto pare, lascia delle tracce visibili sui canaletti.

Se tutto questo sarà confermato — e qui va detto che serviranno ancora un bel po’ di dati — allora avremmo davanti una scoperta enorme. Non solo cambierebbe il modo in cui pensiamo all’acqua su Marte, ma si riaprirebbe anche il discorso sulla possibilità che qualche forma di vita minuscola e resistente possa essersi adattata a vivere lì, sfruttando questi piccoli momenti di umidità.