Venti di guerra, gli USA si preparano alla battaglia | Ad ogni allarme risponderanno dallo Spazio: arriveranno in pochi secondi

Illustrazione di una guerra (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it
Ormai la guerra sta diventando un fenomeno “naturale”, e sono molte le nazioni che si stanno preparando. Come gli USA.
Oggi le guerre si combattono con armi che sembrano uscite da un videogioco di fantascienza. I droni, ad esempio, sono diventati protagonisti assoluti: piccoli, veloci e letali, possono fare ricognizione o sganciare bombe senza mettere a rischio una sola vita umana a bordo.
Poi ci sono i missili ipersonici, capaci di viaggiare a velocità pazzesche, cinque o sei volte quella del suono. Sono così veloci che è praticamente impossibile intercettarli una volta lanciati. Stati Uniti, Russia e Cina stanno investendo tantissimo su queste tecnologie, e non è difficile capirne il motivo.
Anche la guerra elettronica è diventata una nuova frontiera. Con strumenti invisibili, si possono bloccare radar, accecare droni nemici o mettere fuori uso intere reti di comunicazione. Insomma, vincere una battaglia oggi non significa solo avere più soldati o più carri armati, ma anche dominare il “campo” invisibile delle frequenze.
E non dimentichiamoci delle armi laser, che fino a pochi anni fa sembravano fantascienza pura. Ora esistono davvero e vengono già testate per abbattere droni e missili. Sono precise, velocissime e, soprattutto, sparano a costo quasi zero una volta installate. Il futuro della guerra, piaccia o no, è già qui.
Un’idea un po’ folle…
Sembra roba da film di fantascienza, e invece è tutto vero: la Space Force americana sta lavorando a una specie di “portaerei” per lo spazio. L’azienda Gravitics ha appena ottenuto un contratto da 60 milioni di dollari per sviluppare questo orbital carrier, una piattaforma che potrà lanciare satelliti direttamente dall’orbita, senza doverli sparare da Terra ogni volta.
L’idea è geniale, se ci pensi: invece di aspettare settimane o mesi per un nuovo lancio, potresti mandare in orbita un satellite praticamente su richiesta, pronto a intervenire in caso di emergenze. Ovviamente i dettagli sono super riservati (normale, vista la posta in gioco), ma quello che è chiaro è che gli Stati Uniti vogliono rafforzare la loro presenza là sopra. La corsa allo spazio, insomma, non è mai stata così seria.

Come funziona
Gravitics ha spiegato che l’Orbital Carrier sarà una sorta di garage spaziale, senza pressione interna, capace di ospitare uno o più satelliti e proteggerli dall’ambiente ostile dello spazio. In pratica, i satelliti se ne stanno lì tranquilli, al riparo, con le batterie e i componenti elettronici belli al sicuro, pronti a essere rilasciati al momento giusto.
Un altro punto interessante è che questo sistema potrebbe anche aiutare a nascondere i satelliti dagli avversari. In fondo, se non li lanci direttamente e li tieni “nascosti” fino all’ultimo, è molto più difficile intercettarli o prepararci delle contromisure.