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Sono tornati, e non vogliono tacere | Astronauti intrappolati hanno fatto nomi e cognomi: “Colpa loro se stavamo morendo”

ISS

Stazione Spaziale Internazionale (Canva-ESA foto) - www.aerospacecue.it

Gli astronauti hanno finalmente fatto ritorno sulla Terra. Ecco perché la missione si è rivelata un sostanziale “fallimento”. Di chi è stata la colpa?

Il lavoro dell’astronauta rappresenta per molti un sogno che viene coltivato sin da quando si è bambini, in quanto comporta una moltitudine di responsabilità e sfide, oltre alla possibilità di assistere a mete e scenari del tutto inediti.

Eppure, stiamo parlando di un lavoro estremamente sfiancante, sia a livello fisico, sia a livello mentale. Già a partire dalla fase di decollo e di rientro, le criticità evidenziabili non sono di certo irrisorie, a causa dell’accelerazione impattante prevista.

Nello spazio, poi, l’assenza dell’atmosfera terrestre fa sì che gli astronauti restino totalmente esposti alle radiazioni cosmiche e alle particelle solari, che a seguito di un contatto costante possono favorire l’insorgenza di patologie tumorali.

Ed è inevitabile che anche le menti più allenate e preparate possano incappare in un dilaniante senso di isolamento e solitudine, specie quando ci si trova in missione per un periodo prolungato.

La missione di rientro è stata completata

Butch Wilmore e Suni Williams sono finalmente riusciti a tornare sulla Terra lo scorso 18 marzo. Erano precedentemente rimasti sulla Stazione Spaziale Internazionale per esattamente 286 giorni. Il motivo? Un guasto occorso alla navicella spaziale Starliner della Boeing che avrebbe dovuto riportare l’equipaggio alla base. Il viaggio di ritorno è stato possibile grazie all’impiego di una capsula implementata da SpaceX. I due astronauti si sono espressi per la prima volta pubblicamente sull’avvenimento, rilasciando un’intervista ai microfoni di Fox News, all’interno della rubrica America’s Newsroom.

Alla domanda del giornalista, che si chiedeva a chi dovesse essere attribuita la colpa del “fallimento” della missione, Butch Wilmore ha risposto che la colpa deve essere ripartita equamente, dunque la responsabilità ricade anche su di lui. L’astronauta ha affermato: “Ci sono molte domande che, in qualità di comandante del Crew Flight Test, non ho posto, quindi sono colpevole, lo ammetterò alla nazione“. Lo stesso ha poi proseguito con il suo “mea culpa”, dichiarando: “Ci sono cose che non ho chiesto e che avrei dovuto chiedere. Non sapevo al momento di doverle chiedere“. La colpa, in conclusione, è stata attribuita alla Boeing, tanto quanto alla NASA, oltre che all’equipaggio stesso, per via di alcune carenze già dimostrate nei test preliminari di preparazione, che non sono state considerate a sufficienza nel computo totale della missione.

Astronauti
Gli astronauti prima dell’atterraggio (NASA foto) – www.aerospacecue.it

Una significativa opportunità di crescita

In merito all’ipotesi che gli stessi potessero esser stati dimenticati e abbandonati, l’astronauta ha proseguito: “Ok, per certi aspetti eravamo bloccati. Ma a giudicare da come hanno presentato la cosa, ovvero che eravamo stati abbandonati e dimenticati e tutto il resto, non eravamo minimamente vicini a tutto ciò“. Lo stesso ha, comunque, sottolineato come la meticolosa pianificazione che aveva portato al compimento della missione aveva incluso anche un preciso addestramento, anche per situazioni disperate come quella che gli astronauti hanno effettivamente vissuto.

Non a caso, malgrado i problemi riscontrati, i due esperti intervistati hanno affermato che tornare nello spazio non sarebbe assolutamente improbabile, anzi. Butch Wilmore non si nasconde affatto, raccontando anche dei momenti difficili, durante i colloqui a distanza con sua moglie e con sua foglia, quando più di qualche lacrima è inevitabilmente venuta fuori. Ma si è trattato, a detta dello stesso Wilmore, di significative opportunità di crescita. Non sono mancate neanche le parole di gratitudine rivolte al Presidente statunitense Donald Trump, oltre che al CEO di SpaceX Elon Musk. A riportarlo è The Sun.