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Astronomi si sono ritrovati dinanzi a un fenomeno rarissimo | Una stella affamata ha divorato un Pianeta intero

JWST

Un fenomeno senza pari (JWST foto) - www.aerospacecue.it

Mai prima d’ora era stato possibile assistere ad un simile fenomeno. Questo corpo sembra averne inghiottito un altro!

Il lavoro degli astronomi rappresenta uno snodo cruciale che permette di aggiungere un tassello ulteriore, a seguito di ogni differente scoperta, a completamento dell’enorme quadro relativo alla nascita e all’espansione dell’Universo.

Questa affascinante opera di studio include, perciò, tutti gli elementi che compongono il nostro Universo, portando gli scienziati a concretizzare il proprio lavoro sull’osservazione costante di ogni corpo e di ogni differente fenomeno.

Dopo aver immagazzinato un quantitativo di informazioni sufficienti, i dati raccolti vengono interpretati mediante l’impiego di software e modelli matematici, usufruendo, nei tempi odierni, anche dello straordinario ausilio fornito dall’IA.

Le ipotesi che vengono inizialmente formulate relativamente ad un determinato fenomeno, infatti, hanno bisogno di essere confermate o smentite attraverso il confronto con le teorie e i dati a disposizione della comunità astronomica.

Un fenomeno dagli incredibili connotati

Gli scienziati hanno a lungo dibattuto sulla possibilità del verificarsi di fenomeni noti con il termine di “inglobamenti planetari“. Le recenti osservazioni condotte grazie all’impiego del Telescopio Spaziale NASA James Webb, poi pubblicate su The Astrophysical Journal, hanno inquadrato per la prima volta nella storia astronomica il concreto avvenimento di “inghiottimento” da parte di una stella, nei confronti di un pianeta. Questo rilevamento è avvenuto nell’ambito del programma Guaranteed Time Observation 1240, il cui scopo principe è quello di tenere sott’occhio una serie di fenomeni riconducibili a brillamenti infrarossi, necessari da comprendere al fine di ottenere informazioni maggiorate sull’Universo intero.

La stella che è stata attenzionata da tali osservazioni si trova all’interno della Via Lattea e dista circa 12.000 anni luce rispetto alla Terra. L’impiego dello Zwicky Transient Facility, presso l’Osservatorio Palomar del Caltech, sito in California, ha permesso di rilevare l’evento di intensificazione luminosa, ribattezzato dagli scienziati con il nome di Ztf Slrn-2020. Già precedenti osservazioni della stessa avevano portato i ricercatori ad ipotizzare che si trattasse di un corpo simile al Sole e che si trovasse in una fase di progressiva espansione, fino a quando sarebbe divenuta una gigante rossa.

ZTF SLRN-2020
Come appare ZTF SLRN-2020 (IRSA-ZTF foto) – www.aerospacecue.it

Un elemento ancora difficile da spiegare

L’impiego combinato degli strumenti Mid-Infrared Instrument e Near-Infrared Spectrograph hanno consentito un’approfondita analisi riguardante le emissioni provenienti dalla regione di spazio in cui è stato possibile indicare il posizionamento della stella. Grazie a questo ulteriore rilevamento è venuto a galla che la luminosità di questo corpo non risultava essere compatibile rispetto a quello di una gigante rossa, rendendo ancor più inspiegabile ed intrigante la capacità dell’astro di inghiottire i corpi celesti circostanti.

E’ stato, perciò, ipotizzato che il pianeta apparentemente inghiottito dalla stella possedesse originariamente dimensioni similari a quelle di Giove e che fosse, presumibilmente, caratterizzato da un’orbita estremamente più vicina rispetto alla stella. Ma nel corso dei milioni di anni questa traiettoria avrebbe subito una progressiva riduzione, sino a dare origine ad un percorso che per la sua forma viene definito “a spirale“, sino a generare l‘inghiottimento del pianeta a cui stiamo correntemente assistendo. A scriverlo è Media INAF.