Si sono avvicinati pericolosamente all’Asteroide “Cono gelato” | Ruota lentamente ed ha una forma strana: Lucy vuole scoprire di cosa è fatto

Lucy (NASA foto) - www.aerospacecue.it
Un incontro ravvicinato con una strana roccia spaziale, tutta da decifrare, che potrebbe svelare nuovi indizi importanti.
Certe missioni spaziali hanno un che di epico. Non solo per la distanza percorsa o per i dati raccolti, ma proprio per la sensazione che ti danno: come se ogni manovra fosse un passo dentro un mistero vecchio quanto il Sole. Quando una sonda si avvicina a un oggetto sconosciuto, lì nel mezzo del niente cosmico, succede qualcosa di strano. È come se si spalancasse una finestra su un’epoca antichissima, fatta di polvere, urti e trasformazioni lente, lentissime.
Ogni volta che osserviamo un nuovo asteroide, c’è la possibilità di scoprire qualcosa di completamente fuori dalle previsioni. Un bagliore più intenso del previsto, una forma bizzarra, magari un moto di rotazione che sembra “sbagliato”… Ecco, questi piccoli dettagli fanno tutta la differenza. Dietro un comportamento curioso si possono nascondere storie di collisioni, fusioni e cambiamenti durati milioni, anzi no, centinaia di milioni di anni.
Il bello è che non sempre serve un obiettivo “ufficiale” per fare scoperte interessanti. A volte, quello che nasce come un semplice passaggio o un test tecnico si trasforma in un momento clou della missione. E spesso sono proprio quei momenti lì – quelli inaspettati – a lasciare il segno. Anche solo per come ci fanno ripensare le ipotesi fatte a tavolino.
E poi, diciamolo, con le sonde di oggi è tutto un altro gioco. Gli strumenti a bordo sono così precisi che riescono a cogliere particolari minuscoli anche da distanze incredibili. Ogni fotogramma, ogni dato ricevuto è un pezzettino di un puzzle più grande, che pian piano comincia a prendere forma. O almeno ci prova.
La missione va avanti, ma intanto… che sorpresa!
Anche se questo incontro era pensato come una sorta di “prova generale”, ha già portato risultati notevoli. Lucy ha messo alla prova tutti i suoi strumenti principali, tra cui L’LORRI per le immagini, L’Ralph per l’infrarosso e L’TES per la temperatura.
I dati, che continueranno ad arrivare nei prossimi giorni, aiuteranno a ricostruire in modo più dettagliato la struttura e la composizione di Donaldjohanson. Intanto, il viaggio continua: la prossima tappa importante sarà l’incontro con l’asteroide Euribate, ma solo nel 2027.

Quando un “collo” strano cambia tutto
Il 20 aprile, nel pieno del suo viaggio verso gli asteroidi Troiani, Lucy – la sonda della NASA – ha incontrato da vicino un asteroide chiamato Donaldjohanson. Non era uno degli obiettivi principali della missione, ma il sorvolo ha regalato scatti pazzeschi. Le immagini, scattate a poco meno di 1000 chilometri di distanza, mostrano una specie di “doppio asteroide” fuso insieme, con due lobi collegati da una specie di collo sottile, che ricorda – con un bel po’ di fantasia, eh – due coni gelato attaccati.
Questo corpo celeste non solo è più grande di quanto si pensasse (circa 8 km di lunghezza per 3,5 di larghezza), ma ha anche una rotazione piuttosto lenta. O meglio, sembra lenta per via del movimento della sonda durante l’approccio. Il team ha già confermato alcune ipotesi iniziali, come quella del sistema binario a contatto, ma c’è ancora tanto da capire sulla sua forma bizzarra e la sua origine. Ah, e pare che abbia circa 150 milioni di anni.