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La NASA sta studiando gli indumenti giusti da indossare sul Pianeta Rosso | Li ha messi tutti sulla sua superficie: ne rimarrà soltanto uno

Astronauta e Marte (Depositphotos foto)

Astronauta e Marte (Depositphotos foto) - www.aerospacecue.it

La NASA ha spedito su Marte cinque materiali per tute spaziali: ne verrà scelto uno solo, ecco cosa accadrà. 

Parlare di Marte è un po’ come parlare del futuro. Ogni volta che lo nominiamo, c’è sempre quella sensazione di qualcosa che sta per succedere, qualcosa di grande. È lì, sospeso tra mito e realtà, con quella sua superficie rossa e polverosa che sembra aspettarci da sempre. E, a dirla tutta, non siamo mai stati così vicini a metterci piede sul serio.

La corsa spaziale oggi non è più (solo) quella delle bandiere piantate sulla Luna. Stavolta l’obiettivo è molto più ambizioso e decisamente più lontano. Marte è da decenni al centro dell’attenzione di scienziati, ingegneri, sognatori… chiunque abbia mai alzato gli occhi al cielo e pensato: “E se andassimo fin lì?”. Beh, si sta lavorando per farlo davvero.

Certo, prima di vedere gli astronauti saltellare su Marte, c’è una montagna di cose da risolvere. Tecnologie da testare, problemi ambientali da affrontare, rischi da calcolare. Ma ce n’è uno in particolare che sembra quasi banale a dirlo, ma in realtà è tutt’altro che semplice: cosa indosseranno gli astronauti? Eh sì, perché lì l’ambiente non scherza. E se la tuta non regge…

E quindi niente, qualcuno alla NASA ha pensato: “Ok, se vogliamo davvero andare su Marte, è meglio iniziare a capire quale materiale può sopravvivere laggiù”. Ma invece di fare tutto in laboratorio, si sono detti: “Sai che c’è? Mandiamoli direttamente su Marte questi campioni”. Così, giusto per vedere come se la cavano sul campo.

La prova marziana più dura di sempre

E così, dal 2021, c’è un piccolo esperimento che se ne sta zitto zitto sul suolo marziano. Il rover Perseverance (sì, quello famoso che cerca tracce di vita nel cratere Jezero) ha portato con sé anche una mini-collezione di tessuti futuristici. Piccoli quadratini da meno di 2 centimetri, usati come target di calibrazione per uno strumento chiamato SHERLOC. No, non è un detective, ma quasi.

Dentro questa collezione marziana ci sono: un pezzetto di visiera in policarbonato, un frammento di Vectran (materiale tosto usato nei guanti spaziali), due scampoli di Teflon che dovrebbero respingere la polvere, e un quadratino di Ortho-Fabric, già usato nelle attuali tute spaziali. Da quattro anni questi materiali sono esposti a tutto: radiazioni, escursioni termiche assurde, polvere corrosiva… praticamente un incubo per qualunque tessuto. E ora ci sono delle novità.

I tessuti spediti su Marte (NASA - JPL foto)
I tessuti spediti su Marte (NASA – JPL foto) – www.aerospacecue.it

Un verdetto dopo quattro anni di resistenza

Ora, finalmente, la NASA è pronta a tirare le somme. I dati dicono che metà dei cambiamenti nei materiali si è verificata nei primi 200 giorni sul pianeta, poi… calma piatta. Il Vectran, a quanto pare, è stato il primo a mostrare delle modifiche. Ma – e qui viene il bello – non hanno ancora detto esattamente cosa è successo. Suspense.

Intanto, al Johnson Space Center di Houston, stanno preparando dei test in laboratorio con camere che simulano l’atmosfera marziana: anidride carbonica, pressione bassa, luce UV. L’idea è confrontare i campioni “terrestri” con quelli che sono stati su Marte, per vedere come si comportano a livello di flessibilità e resistenza. Perché alla fine una tuta può anche proteggerti, ma se si irrigidisce o si strappa… non c’è scampo.